SAVONA VUOLE DIMETTERSI: “NON MI PIACE LA MANOVRA E NEANCHE IL GOVERNO”
L’ADDIO A GENNAIO, QUANDO CI SARANNO LE ASTE BTP PIU’ IMPORTANTI, IL MOMENTO PIU’ DELICATO PER L’ITALIA
Le indiscrezioni riportate giovedì dal Corriere della Sera prendono ulteriormente corpo.
Paolo Savona, il ministro più temuto dal Quirinale e dai consessi europei per il suo euroscetticismo manifesto e la cui strada per il dicastero economico fu sbarrata preventivamente, non solo scarica la manovra del governo gialloverde bocciata dall’Ue, ma scende plasticamente dal carro.
Affermando ai colleghi che “a questo punto bisogna cambiare anche il governo, non solo la manovra”.
E la circostanza fa naturalmente scalpore, poichè quello che era considerato l’estensore del piano B sull’uscita dall’euro, il teorico del ‘cigno nero’, l’arma letale per una Brexit in versione tricolore, sembra essersi convinto che i rischi di uno scontro con l’Europa sono superiori alle opportunità .
Tanto da essere il primo ministro del governo Conte ad aver messo sul tavolo nientemeno che l’ipotesi delle dimissioni.
“Credimi, Matteo. Un conto è che certe cose le leggi sui giornali. Altre cose è sentirle dal diretto interessato. Per Savona, insomma, siamo al capolinea”, spiegava l’altro giorno uno dei ministri leghisti a Salvini in uno scambio intercettato e riportato sempre dal Corriere.
E Salvini, gelido: “Lo so, ci ho parlato”.
Chi conosce bene Savona giura che abbia previsto per gennaio, quando ci saranno le aste Btp più importanti, il “momento più delicato” per l’Italia. Ecco, in “quel momento più delicato” lui probabilmente non ci sarà .
E così, mentre da una parte c’è chi — il premier Conte — auspica sanzioni lente dall’UE promettendo in cambio riforme lente, dall’altra c’è chi comincia a prendere cappello, possibilmente prima del disastro.
Persino Libero oggi comincia ad accusarlo di tradimento della causa sovranista perchè nel documento Politeia scrive di essere d’accordo con Habermas e quindi con coloro che vogliono gli Stati Uniti d’Europa.
Savona s’è convinto che i rischi di uno scontro con l’Europa sono superiori alle opportunità .
Un colpo di scena degno dei migliori film.
Savona non è certo l’unico ad aver cambiato idea in questi mesi in cui si è passati dalle dichiarazioni bellicose nei confronti di Bruxelles a un continuo tentativo di appeasement con i burocrati cattivoni, guidato forse più dal terrore delle aziende del Nord che da precisi convincimenti politici.
(da agenzie)
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