SE “SPACCATEGLI UN BRACCIO” FOSSE STATO RIVOLTO AI RAZZISTI CHE COMMETTONO IL REATO DI VIOLENZA PRIVATA E BLOCCO STRADALE
LE LACRIME DEI PIAGNONI IDENTITARI AVREBBERO FATTO TRABOCCARE LE ACQUE INQUINATE DEL PO
C’è un lato umoristico persino nelle peggiori tragedie.
Oggi Minniti ha raggiunto la gloria internazionale: come ha scritto giorni fa il saggista Pellizzetti il pover’uomo era finora noto solo per aver accompagnato D’Alema dal calzolaio quando il leadermaximo aveva deciso di farsi un paio di scarpe su misura.
Oggi è criticato su tutti i giornali e i siti di informazione del mondo per aver suonato la carica contro cento poveri eritrei accampati in mezzo a una strada perchè le autorità preposte se ne sono fottute dei loro diritti.
Piccole informazioni per i disinformati (a quelli in malafede non ci rivolgiamo):
1) il comune di Roma ha confermato che ” Le famiglie di ex occupanti avevano tutte ottenuto dallo Stato italiano l’asilo politico, potendo quindi godere della protezione del nostro Paese con diritti assimilabili a quelli delle persone con cittadinanza”.
Quindi non sono clandestini e neanche richiedenti asilo, come sostenuto dai soliti istigatori a delinquere sotto scorta.
E’ come se fossero stati manganellati degli italiani, tanto per capirci.
2) E’ falso che fosse stata offerta a tutti una alternativa: c’è stata solo la proposta di sistemarne 107 , poi ridotta a 50, rispetto ai 400 aventi diritto. C’è poi stata la disponibilità di un privato di ospitarne a Rieti una trentina. Nulla di più.
Ma ritorniamo ai misfatti e in particolare alla frase pronunciata da un “funzionario di polizia”.
Dopo essere stati sgomberati dal piazzale in cui avevano dormito gli ultimi giorni, i rifugiati ex occupanti del palazzo di piazza Indipendenza sono rimasti per diverse ore seduti sotto il sole nelle vie adiacenti.
Alla fine hanno deciso di dirigersi verso uno spazio verde vicino alla stazione Termini.
Qui però le forze dell’ordine hanno nuovamente caricato i rifugiati che sono fuggiti in direzione della stazione.
La polizia in assetto antisommossa ha continuato l’inseguimento, usando anche le camionette fra lo stupore dei passeggeri che si trovavano nel piazzale dello scalo ferroviario. Durante l’inseguimento il funzionario che guidava la celere ha gridato: “Devono sparire, peggio per loro. Se tirano qualcosa spaccategli un braccio”.
In quel momento non eravamo in presenza di alcun reato, tanto per capirci, ma solo di fronte a poveri che stavano fuggendo da una carica incomprensibile.
E quella frase avrebbe dovuto subito portare a immediate scuse della Questura e a provvedimenti disciplinari.
Invece c’e’ un primo comunicato umoristico: “in relazione al video pubblicato sul sito di Repubblica in cui si sentono frasi concitate di invito ad intervenire con decisione, in caso di lancio di oggetti, contro i manifestanti in fuga, sono in corso approfondimenti da parte della Questura per accertare eventuali irregolarità ”.
Termini come “fasi concitate”, “spaccategli un braccio” che diventa “intervenire con decisione”, “approfondimenti”, “eventuali irregolarità “, sono semplicemente penosi e gettano ulteriore discredito sulle forze dell’ordine, come sottolineato dai media esteri.
Messi alla strette, arriva un secondo comunicato:
“nel contesto di un corretto comportamento delle forze dell’ordine impegnate ad effettuare lo sgombero di palazzo Curtatone, la Questura di Roma ha aperto una “formale inchiesta” dopo la visione dei filmati pubblicati su alcuni siti che riportano una frase di un operatore che invita ad usare metodi violenti in caso di lancio di sassi“.
“Nelle successive contromanifestazioni – spiega la Questura, – le unità impiegate in quel contesto non sono state ulteriormente utilizzate nel servizio di ordine pubblico”.
Di fronte a una figura di merda planetaria, qualcuno cerca di salvare la ghirba, il funzionario non è più difendibile, meglio salvare se stessi, prima che la situazione precipiti.
Ora immagiamo, giusto per rispondere a chi ha commnetato “cacciateli! sempre con la polizia” (anche in Egitto, quando ammazzano un Italiano, certo) e cazzate sovraniste varie, che per una volta venisse applicata la legge contro chi si macchia del reato di violenza privata e di blocco stradale, tanto per citarne un paio.
Immaginate che si tratti di quelle “persone perbene” che in più occasioni hanno commesso questi reati per impedire che i profughi accolti in Italia, nel rispetto delle leggi nazionali e internazionali, potessero raggiungere un centro di accoglienza.
Immaginate se la polizia avesse applicato la legge, caricando e manganellando i facinorosi: avreste sentito gli ululati sovranisti, avreste visto scorrere tante lacrime da far traboccare il Po e trovato tanti cessi occupati da eroi che se l’erano fatta addosso.
Era il momento ideale per chiedere loro : “che pensate di quel funzionario che ha detto di spaccarvi un braccio?”.
Siamo certi che l’avrebbero proposto per un encomio.
Sempre con la polizia.
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