SEA WATCH: LE IMMONDE FREGNACCE DI TONINELLI SULLA NAVE ONG
TONINELLI SMENTITO DALLA GUARDIA COSTIERA E DALLA MAGISTRATURA: SE AVESSE UN MINIMO DI DIGNITA’ SI SAREBBE GIA’ DIMESSO DOPO AVER DIFFUSO MENZOGNE
Ieri Danilo Toninelli ha valicato i confini del ridicolo gettando in pasto a Facebook la definizione di yacht di piacere per la Sea Watch 3, subito imitato dal MoVimento 5 Stelle sul Blog delle Stelle a dimostrazione del fatto che toccato il fondo si può cominciare a scavare.
A differenza di quanto affermato dal ministro, come abbiamo spiegato ieri, tutte le imbarcazioni sono “in regola” per effettuare un salvataggio in mare, proprio a causa delle leggi del mare: se qualcuno è in pericolo, tutti quelli che si trovano nelle vicinanze possono ed anzi devono intervenire per salvarlo a prescindere da quale sia l’imbarcazione su cui si trovano (a patto di non mettere a repentaglio la vita dell’equipaggio, ma non è questo il caso).
Ma i pleasure yacht fanno in qualche modo eccezione? No, certo che no: “pleasure yacht” vuol dire semplicemente imbarcazioni da diporto ad uso privato.
In Italia un’imbarcazione da diporto è un qualsiasi vascello compreso tra i 10 e i 24 metri, ma in Olanda è possibile registrare come “pleasure craft” anche navi di dimensioni superiori (come appunto è la Sea Watch 3).
Toninelli ci vuole raccontare che è come se fosse la barca di un milionario, magari con annessi Jacuzzi e tavoli da Black jack, ma appunto non è così.
Ma c’è per caso qualche normativa che impedisca ad un’imbarcazione del genere di navigare in acque italiane? No, perchè se batte bandiera di uno stato comunitario (come appunto l’Olanda) può farlo liberamente nel rispetto delle leggi e convenzioni vigenti.
Ma a parte questo, va segnalato che la Guardia Costiera italiana non ha in alcun modo contestato la definizione di pleasure yacht per la Sea Watch 3 per il provvedimento che impedisce alla nave della ONG di lasciare il porto di Catania. Le contestazioni le riporta oggi Alessandra Ziniti su Repubblica:
Tutto è buono per fermare le navi Ong: sono bastati i bagni non funzionanti a dovere o il verricello dell’ancora sistemato alla buona perchè la Guardia costiera trattenesse nel porto di Catania la Sea Watch 3. Perchè di questo si tratta: nessun “fermo amministrativo”, nessun provvedimento che abbia a che vedere con il fatto che la nave sia registrata come “yacht” e quindi compia illegalmente attività di ricerca e soccorso, come falsamente affermato dal ministro dei Trasporti Toninelli che ha pubblicato su Facebook uno sconcertante post in cui paragonava la vecchia nave commerciale riadattata allo «yacht di un milionario che deve andare per mare per piacere e non per sostituirsi alla Guardia costiera libica». Niente di tutto questo.
Non è tutto così ridicolmente meraviglioso?
(da “NextQuotidiano”)
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