“SETTE BUSTE PIENE DI SOLDI PER IL PRESIDENTE LEGHISTA”: UN SISTEMA PDL-CARROCCIO
SI ALLARGA IL CASO LOMBARDIA, ALTRI DIECI COINVOLTI… NUOVI PARTICOLARI SUL RACCONTO DELL’ARCHITETTO PENTITO: “LA SOMMA VENNE DA ME CONSEGNATA AL SEGRETARIO DI BONI NEGLI UFFICI DELLA REGIONE”
Nel corso del 2008 nell’ufficio del presidente del consiglio regionale della Lega, Davide Boni, sono state recapitate “sei o sette buste” piene di denaro.
“Gli ho dato effettivamente 200 mila euro”, racconta oggi il pentito dell’inchiesta milanese che sta facendo tremare il quartier generale leghista, l’architetto-mazzetta Michele Ugliola.
Solo un episodio di un “sistema” che, giorno dopo giorno, emerge sempre più nitido. All’indomani delle perquisizioni alla Regione Lombardia, l’indagine sul presidente leghista accusato di corruzione, si allarga ad altri dieci politici (gran parte persone dello staff di Boni), e ad altrettanti imprenditori.
Sembra quasi banale il modo in cui prende forma il dettagliato racconto dei pagamenti, che il pentito di questa inchiesta inizia a rendere, dall’estate scorsa, ai pm milanesi Alfredo Robledo e Paolo Filippini.
Per quella tranche da 200mila euro (solo una parte degli oltre 300 mila complessivi versati), “la somma venne da me data al Ghezzi (capo della segreteria di Boni e indagato), dal quale mi recavo la mattina presto, nel suo ufficio in Regione, in via Sassetti, all’undicesimo piano”.
Il pretesto era di prendere un caffè insieme, ricorda Ugliola, “poi gli consegnavo il denaro all’interno di una busta”.
La causale? Erano le percentuali per “gli affari andati in essere nel Comune di Cassano D’Adda (nell’hinterland milanese)”.
E lo stesso sistema sarebbe stato esteso anche ad altre pratiche ben più succose che necessitavano di un via libera regionale.
Il quadro descritto dal pentito inizia cinque anni fa.
“Intorno alla metà del 2007 conobbi Dario Ghezzi – racconta a verbale – già all’epoca capo di gabinetto di Davide Boni, che mi fu presentato dall’architetto Saldini (Silvio, ex delegato al Design del Pirellone, architetto di fiducia di Paolo Berlusconi). La presentazione era finalizzata al fatto che io potessi stipulare un accordo con lui e Boni perchè facilitassero l’ottenimento della valutazione d’impatto ambientale su alcune aree di Luigi Zunino (l’immobiliarista ex azionista di riferimento del gruppo Risanamento), che era mio cliente da metà degli anni Novanta”.
Una pratica da accelerare, insomma, e che aveva come commensali interessati anche altri esponenti della giunta del governatore Formigoni.
“Certamente – rammenta Ugliola – vi era un attenzione da parte di Saldini e dell’allora assessore alle Attività produttive, Franco Nicoli Cristiani (arrestato nel novembre scorso per tangenti), del cui assessorato Saldini era consulente”.
La combriccola della mazzetta muove i primi passi così: “Ghezzi si è dimostrato interessato fissando un incontro con Boni. Avvenne nell’ufficio di Ghezzi e nell’occasione stringemmo un accordo nel senso che Boni si impegnò a farmi ottenere la valutazione favorevole ai fini dell’autorizzazione commerciale, impegnandosi anche perchè rilasciasse quella di competenza di Nicoli Cristiani”.
A che prezzo? Per agevolare le aziende dell’immobiliarista Zunino, Boni e il suo staff avrebbe preteso molto: “Ottocentomila euro per il via libera all’area di Rodano Pioltello, 800 mila euro per l’area Falck di Sesto San Giovanni e di 200mila per l’area Santa Giulia”.
Uno sconto su un saldo totale già salato? Non proprio.
Il mistero è presto spiegato: “Preciso – aggiunge Ugliola – che la somma è minore perchè vi era già l’accordo di programma quindi la pratica amministrativa era in fase avanzata”.
Per chiarire nei dettagli i termini dell’affare, l’esponente della Lega Boni e il suo capo di gabinetto, a volte decidono anche di guardare in faccia gli imprenditore da “aiutare”.
“Ci fu l’incontro con Zunino, Boni e Ghezzi presso la foresteria negli uffici di Risanamento di via Bagutta, nel corso del quale si ribadirono questi impegni e Zunino confermò, alla loro presenza, il mio ruolo di suo consulente di fiducia in questi affari”. E qui entra in scena ancora Nicoli Cristiani.
L’area interessata, in questo caso, è “la Marconi 2000 di Varedo”.
A sollecitare un intervento dell’architetto ammanicato con il Palazzo Ugliola, è un altro immobiliarista, Gabriele Sabatini.
“Mi curi come hai curato Zunino?” gli avrebbe chiesto l’imprenditore.
E l’onnipresente Ugliola la richiesta la spiega banalmente così: “Questa sua frase significava che avrei dovuto occuparmi sia della progettazione tecnica sia dei rapporti con i politici regionali per ottenere le autorizzazioni necessarie con gli assessori Nicoli e Boni”.
Un interessamento che risale al 2009, ma che secondo lo stesso pentito “non si è poi concretizzato, perchè Sabatini rinunciò al piano”.
Sulle tangenti tra i leghisti e i rappresentanti del Pdl alla Regione Lombardia non sembrano esserci stati fraintendimenti, polemiche, incomprensioni.
Per la realizzazione a Lonate Pozzolo, nell’hinterland milanese, di un impianto per lo smaltimento di amianto, un pool di imprenditori stanzia 200 mila euro, “da destinare a tangenti per ottenere l’autorizzazione dei politici competenti”.
L’attentissimo Ugliola, non vuole farsi scappare l’ennesima occasione, e ne parla “con Boni, Ghezzi e Buscemi (ex assessore alle risorse idriche con delega ai Rifiuti).
Boni e Ghezzi ritennero l’importo offerto congruo e ne accettarono la promessa, mentre Buscemi in questa occasione non ne volle”.
Un moto d’orgoglio? Non proprio.
“Questa rinuncia è giustificata dal fatto che lui aveva un forte interesse ad ottenere la valutazione d’impatto ambientale, per la quale stavamo stipulando un incarico professionale per una società del suocero, tale Daccò (Piero, attualmente detenuto per il crac dell’ospedale San Raffaele fondato da don Luigi Verzè)”.
Emilio Randacio
(da “La Repubblica“)
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