SONDAGGIO IPSOS: IN ITALIA VINCEREBBE LA CLINTON CON IL 61,5%
SINISTRA FREDDA SU HILLARY, DESTRA PRUDENTE SU TRUMP (CHE NON DISPIACE AI CINQUESTELLE)…. SOLO SALVINI E MELONI FAVOREVOLI A TRUMP, LORO SEGUONO LE INDICAZIONI DELL’EX AGENTE DEL KGB DIVENTATO MILIONARIO CON GAZPROM
«Il mondo è con il fiato sospeso, e anche noi». Pier Ferdinando Casini rende il clima e dichiara il suo «voto»: «Molto meglio l’usato sicuro della Clinton, una politica di professione, piuttosto che un dilettante come Trump».
Non tutti hanno le certezze del presidente della commissione Esteri del Senato.
Il M5S, per esempio, è un’incognita (con tendenza Trump): del voto Usa si parla pochissimo e per trovare una dichiarazione di Beppe Grillo bisogna risalire ad aprile, a quel «Trump è il meno peggio» che è servito come orientamento di massima per il Movimento.
Sono seguiti il «non mi esprimo» di Luigi Di Maio e il «tra i due voterei per la candidata dei Verdi Jill Stein» di Alessandro Di Battista.
Poi ci sono gli indizi: il più consistente è il legame con il fondatore di WikiLeaks, presente (in video) alla kermesse M5S di Palermo e riproposto qualche giorno fa sul blog con un’intervista dal titolo: «Così Julianne Assange smaschera la Clinton sull’Isis».
Il Partito democratico tifa come ovvio per i democratici.
Le uniche distinzioni riguardano l’intensità dello slancio nei confronti di Hillary e la quota di rimpianto per il «socialista» Bernie Sanders.
Matteo Renzi si è schierato mesi fa, davanti agli studenti di Harvard: «È lei la più capace». Sostegno ripetuto (con battuta) più volte: «Per il G7 a Taormina accoglieremo il nuovo presidente degli Stati Uniti. E, come direbbe Monicelli, speriamo che sia femmina».
Più problematico l’ex segretario Bersani: «Mi auguro Clinton, ovvio. Ma la destra che promette protezione può vincere ovunque finchè la sinistra continuerà a ribadire, fuori tempo massimo, blairismo e clintonismo».
Più ci si addentra tra le sfumature della sinistra più cresce la freddezza: «Dico Clinton senza alcun entusiasmo – dice Nicola Fratoianni di Sinistra italiana – è esattamente il candidato che non si doveva scegliere perchè viene identificata con l’èlite». Aggiunge il governatore pd toscano Enrico Rossi: «Se si vuole battere il populismo bisogna spostarsi a sinistra, il centro non esiste più. Secondo i sondaggi Sanders avrebbe battuto Trump nettamente».
Nel centrodestra Berlusconi ha dichiarato tempo fa «profonda stima per la signora Clinton». Poi non si è più espresso, nemmeno quando WikiLeaks diffuse alcuni giudizi poco lusinghieri che l’ex segretario di Stato avrebbe pronunciato su di lui quando era premier.
Dal leader di FI nessun segnale su Trump, nonostante la comune natura di «outsider» in politica. Abbottonato, anche in virtù dell’incarico, il ministro dell’Interno Alfano – «gli americani sceglieranno con maturità » –, silenzioso Stefano Parisi.
E se i cittadini italiani – secondo un sondaggio Ipsos per Ispi e RaiNews – voterebbero in larga maggioranza per Clinton (61,5%), su Trump non ha dubbi la Lega. Matteo Salvini lo ha incontrato in aprile a Filadelfia.
Il candidato repubblicano, in un’intervista, negò invece di averlo voluto incontrare, facendogli fare la figura dell’imbucato.
The Donald è apprezzato a destra anche per i segnali d’intesa con Putin.
Lo sottolinea la leader di FdI Giorgia Meloni che più che sostenere Trump, avversa Hillary: «La sua politica estera è pericolosa perchè ostile alla Russia».
Mentre si attende il responso, Casini (che tifa Clinton) chiosa: «Anche se dovesse vincere lui, l’America resta un grande Paese».
(da “il Corriere della Sera”)
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