SONDAGGIO IPSOS PAGNONCELLI: LA LEGA STA CROLLANDO, SCESA AL 25,4%, INCALZATA DAL PD AL 21,3% E DAL M5S AL 18,6%, IN RISALITA
IL GRADIMENTO DEL GOVERNO AI MASSIMI (58%), CONTE SUPERSTAR AL 66%, CROLLA SALVINI MA SCENDE ANCHE LA MELONI, SPERANZA SALE AL SECONDO POSTO… CENTROSINISTRA A SOLI DUE PUNTI DAL CENTRODESTRA
Gli orientamenti di voto fanno segnare due cambiamenti di rilievo: la Lega, pur mantenendosi al primo posto con il 25,4%, arretra del 5,7%, scende al di sotto del 30% e ritorna sui valori del maggio 2018; al contrario il M5S aumenta del 3,3% attestandosi al 18,6%.
Il Pd si mantiene al secondo posto con il 21,3% (+0,7%) riportandosi sui valori dell’estate scorsa, prima della scissione di Renzi.
A seguire Fratelli d’Italia con il 14,1% (+1,1%), e Forza Italia coni l 7,5% (+0,7%).
Il M5S sembra beneficiare dell’immagine positiva del governo e del suo presidente più del Pd che è stato a lungo silente a causa della malattia del suo segretario Zingaretti colpito dal coronavirus.
Nel complesso i tre principali partiti del centrodestra perdono il 4,2%, scendono per la prima volta nell’anno al di sotto del 50% (47%), e riducono a soli 2 punti il vantaggio sulle quattro forze della maggioranza (che salgono al 45%), dai quasi 10 di marzo.
Da segnalare anche un aumento di gradimento per la maggior parte degli esponenti della maggioranza euna flessione per quelli dell’opposizione.
In dettaglio: il ministro della Salute Speranza aumenta di 4 punti e si colloca al primo posto con un indice pari a 37, di fatto raddoppiando il valore registrato a inizio mandato.
Al secondo posto si colloca Giorgia Meloni (35), in flessione di 4 punti, seguita da Franceschini (34), in aumento di due.
Salvini fa segnare il calo più vistoso (perde 8 punti), cedendo due posizioni in graduatoria, attestandosi a 31, tallonato da Zingaretti a 30.
Poi Di Maio (29) e Bellanova (25), entrambi in crescita di 2 punti, quindi Bonafede a 24, Crimi (22), Berlusconi (21) e Renzi (13).
Per la prima volta dall’inizio della pandemia prevale l’opinione di coloro che ritengono opportuno riaprire la maggior parte delle attività lavorative (49%), rispetto a chi è favorevole al mantenimento della chiusura per evitare i contagi (37%). Frutto anche della pressione dei media per la riapertura.
(da agenzie)
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