“SPIATO E ASSEDIATO DAI NO TAV, PRONTO A LASCIARE LA POLITICA”
INTERVISTA AL SENATORE ESPOSITO (PD): “HO DOVUTO PORTARE MIA MOGLIE A PARTORIRE IN UN’AUTO BLINDATA”… “MI PEDINANO INSIEME AL GIORNALISTA DE LA STAMPA”
“Eravate proprio belli tu e Numa ai giardinetti: vi vogliamo sempre vedere così”.
È questo il post scriptum del biglietto che accompagnava le tre bottiglie molotov ritrovate sul pianerottolo di casa del senatore Pd Stefano Esposito, vicepresidente della commissione Trasporti a Palazzo Madama.
Un politico da sempre in prima linea a favore della costruzione della Tav.
Mentre Numa, Massimo, è un giornalista della Stampa che si occupa da tempo delle vicende di ordine pubblico legate alla protesta contro l’alta velocità Torino-Lione.
Da quasi tre anni è pedinato in ogni suo spostamento come testimonia un video recapitatogli via mail qualche giorno fa.
“È un video disgustoso – dice Esposito ad HuffPost -Numa è stato seguito per anni: si può vedere il suo indirizzo, il suo numero di telefono nonchè le targhe delle sue auto e la moglie quando va a fare la spesa”.
Esposito è arrabbiato, una rabbia che si mescola a stanchezza.
“Massimo mi è venuto a trovare qualche giorno fa – afferma il senatore – per dirmi del video. Siamo scesi nel giardino davanti a casa e mentre parlavamo c’era qualcuno che ci guardava, ci spiava. Non è possibile, sono stufo”. La minaccia delle molotov davanti alla porta del suo appartamento con cui vive assieme alla sua famiglia può essere la goccia che fa traboccare il vaso. Portando il vicepresidente della commissione Trasporti ad abbandonare la politica.
“Non lo farei per paura: questo deve essere chiaro – spiega Esposito -. Però ho una famiglia, tre figli piccoli, e andare avanti così non si può. Ho dovuto accettare la scorta e mettere telecamere a casa. E tre mesi fa ho dovuto portare mia moglie a partorire su un’auto blindata. È tutto molto difficile da accettare”.
Il senatore aggiunge: “Andrò a Roma dove ho alcuni impegni, poi entro la settimana deciderò cosa fare insieme alla mia famiglia”.
Ciò che non va giù al democratico piemontese è l’essere stato sempre troppo solo.
“Questi gruppuscoli di delinquenti – dice – che con il movimento no Tav non c’entrano nulla e non sanno nemmeno di cosa si parli, hanno avuto gioco facile nell’individuarmi. Ormai sono diventato un simbolo per loro, dato che è da prima delle indagini della magistratura che metto in guardia sulla violenza che poteva crescere attorno alla costruzione della Torino-Lione”.
Una battaglia solitaria. “Ovvio che se contrasti queste intimidazioni in maniera corale – spiega Esposito – è più facile avere ragione. Purtroppo ci sono ancora troppi silenzi e troppi distinguo”.
(da “Huffingtonpost”)
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