SULL’ISOLA TORNA LA QUESTIONE MORALE: UN PARLAMENTINO CHE AVRA’ UN INDAGATO SU SETTE
L’IMPRESENTABILE ARRESTATO ANCOR PRIMA DELLA PROCLAMAZIONE DA’ RAGIONE A QUEL 56% DI SICILIANI CHE NON SONO ANDATI A VOTARE “TANTO SONO TUTTI UGUALI”
In Sicilia non hanno nemmeno ancora proclamato gli eletti che già c’è il primo arresto: Cateno De Luca, Udc, 5418 voti per Musumeci, uno degli impresentabili.
Un record in un parlamento che avrà un indagato su sette.
Il blitz di oggi è la spia che si rischia un ritorno al passato, ai tempi degli scandali di Cuffaro e Lombardo, i due ex presidenti finiti nella polvere.
La legislatura Crocetta è stata un inno al trasformismo (86 cambi di casacca, 48 – quarantottotto! – assessori cambiati), ma almeno si era mantenuta dentro una fisiologia di ruberie.
Invece il centrodestra durante tutta la campagna elettorale ha platealmente dimostrato di voler ignorare la questione meridionale, facendosene beffe, con un cinismo esibito che stride, all’apparenza, con i segni del tempo.
De Luca era già noto alle cronache, prudenza avrebbe voluto che non fosse messo in lista, invece così la giunta Musumeci parte subito con una macchia, che dà ragione a quella metà di siciliani che non sono andati alle urne, perchè “tanto sono tutti uguali”.
Che dire? Forse aveva ragione ragione Sciascia: “I nodi vengono al pettine, se c’è il pettine”.
(da “La Repubblica”)
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