TERREMOTO ISCHIA, GEOLOGI: “ALLUCINANTE MORIRE DI MAGNITUDO 4”
“CROLLI, EVACUAZIONI E VITTIME A CAUSA DELLE COSTRUZIONI ABUSIVE”
L’Italia continua a risvegliarsi tra le macerie, scoprendosi ogni volta sorpresa del suo essere in cronica emergenza per il rischio sismico.
Ma sapere che in un Paese membro del G8 si possa morire per una scossa di magnitudo 4, quindi di moderata entità al di là della necessaria contestualizzazione del caso Ischia, è tema che apre inevitabilmente un nuovo fronte nel dibattito e nelle polemiche.
Sulla sicurezza, sulla consapevolezza dei cittadini, sulle responsabilità della politica, dalle autorità locali a quelle nazionali, rispetto a una condizione di precarietà esistenziale inaccettabile. Che imporrebbe una riflessione, finalmente seria, su come fare davvero prevenzione. Parola, prevenzione, evocata e ripetuta come un mantra nei “day after” dell’Italia dei terremoti, spesso guardando dritto in camera, per poi scivolare sempre più giù nell’agenda del da farsi.
Ad aprire il fronte è Enzo Boschi, ex presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, che di fronte alle prime immagini della distruzione di Ischia, su Twitter esprime le sue perplessità rispetto a una prima stima della magnitudo – ancor più bassa, 3,6, – poco credibile.
“Pur senza accesso ai dati, penso sia una sottovalutazione”.
L’attuale presidente dell’Ingv, Carlo Doglioni, chiarisce successivamente come il primo comunicato diffuso dall’istituto, che indicava una magnitudo 3.6 e a 10 km di profondità , fosse stato stilato in base a informazioni redatte in automatico dal sistema informatico.
Quel sistema, spiega Doglioni, spesso indica una profondità di 10 km, ma dalle analisi successive si è accertato che il sisma era avvenuto a soli 5 chilometri di profondità , per una magnitudo innalzata a livello 4.
Può bastare, simile correzione, a considerare normali gli effetti del terremoto sull’isola? La risposta, secondo un altro tecnico, il presidente del Consiglio nazionale dei Geologi Francesco Peduto, è una sola: no.
“A un anno dal sisma dell’Italia centrale – afferma Peduto – riviviamo di nuovo il dramma del terremoto, che stavolta ha colpito l’isola d’Ischia. Lascia perplesso come un terremoto di tale magnitudo possa provocare danni e vittime nel nostro Paese, è francamente allucinante che si continui a morire per terremoti di questa entità . Il nostro Paese si conferma estremamente vulnerabile. Ora sarebbe facile parlare dei ritardi della ricostruzione in Italia centrale, della necessità di accelerare interventi e azioni, ma quello che lascia più interdetti è la mancanza di atti concreti per la prevenzione”.
Eccola ritornare, dunque, la parola chiave. E qui il presidente del Consiglio nazionale dei Geologi chiama in causa senza troppi giri il governo e il post-Amatrice, da Renzi a Gentiloni.
“Si è parlato di tante cose – ricorda Pedulo -, dall’informativa alle popolazioni alle lezioni nelle scuole, dal fascicolo del fabbricato alle assicurazioni sui fabbricati, dal rifinanziamento della carta geologica a quello per la microzonazione sismica fino alla necessità di abbattere le case abusive, come ribadito ieri anche dal ministro Delrio. Tante chiacchiere, ma un anno dopo (dal terremoto in Italia centrale, ndr) non è stato fatto quasi nulla”.
“Il governo e il Parlamento – è l’invito conclusivo di Peduto – si assumano la responsabilità di decidere in proposito senza farsi distogliere da interessi e lobby varie, come a proposito del fascicolo del fabbricato: ma veramente qualcuno crede ancora alla favola dei tecnici che si arricchirebbero con il fascicolo del fabbricato? Far conoscere lo stato di sicurezza delle case dove un cittadino abita o lavora è un fatto di etica innanzitutto, un principio morale prima ancora che una misura di salvaguardia e di prevenzione civile. Le misure per la prevenzione non possono non essere al centro dell’agenda del prossimo governo”.
Conoscere lo stato di sicurezza delle case. A Ischia, ad esempio.
Dove, secondo Egidio Grasso, presidente dell’Ordine dei Geologi della Campania, le cause di crolli, evacuazioni e vittime “potrebbero essere ricercate nei fenomeni di amplificazione sismica locale o attribuite alle costruzioni fatiscenti, abusive e realizzate senza alcuna verifica sismica”.
Perchè, ribadisce Grasso, non è normale tanta distruzione per un terremoto di magnitudo 4: “Giusto per far capire, l’energia liberata da un terremoto di magnitudo 6, paragonabile a quelli registrati di recente in Italia centrale, è circa 1000 volte più forte di quella liberata dal terremoto registrato a Ischia”.
Anche l’ingegner Sandro Simoncini, docente a contratto di Urbanistica e Legislazione Ambientale presso l’università Sapienza di Roma e presidente di Sogeea SpA, pur considerando le peculiarità geologiche di un territorio dal sottosuolo “particolarmente fragile”, punta il dito contro un abusivismo colpevolmente tollerato, denunciato con durezza anche da Legambiente.
“In Italia si muore per un terremoto che in altre parti del mondo non desterebbe la minima preoccupazione. Ischia nel corso dei decenni è stata sottoposta a una sistematica speculazione edilizia: si è costruito anche là dove leggi e buon senso non lo avrebbero permesso e, in molti casi, lo si è fatto di fretta, utilizzando materiali e tecniche di scarsa qualità e senza prevedere alcun accorgimento antisismico”.
Per dare un’idea della portata del fenomeno sull’isola, all’ingegnere basta tirare fuori un solo dato: “Solo per il Comune di Ischia sono state presentate 7.235 domande di condono in 30 anni, 4.408 delle quali risultavano ancora da evadere ad aprile dello scorso anno”.
Numeri che raccontano di un patto sottotraccia, una contiguità malata tra interesse pubblico e privato. “Non si vuole combattere seriamente certi fenomeni – sottolinea infatti Simoncini -.
Lo testimoniano anche la recente legge varata proprio dalla regione Campania, il disegno di legge Falanga o la clamorosa defenestrazione del sindaco di Licata da parte del Consiglio comunale. Va necessariamente rovesciata la logica perversa che subordina l’agire politico e amministrativo alla ricerca di consenso. Allo stesso tempo, c’è bisogno di un salto di qualità culturale da parte dei cittadini: la legalità e il rispetto delle regole vanno visti come valori da cui non si può prescindere”.
I sei sindaci dei comuni dell’isola di Ischia non ci stanno. E, in una nota congiunta, “deplorano le notizie false relative a presunti danni e crolli in tutta l’isola e alle inesistenti connessioni tra l’evento sismico e i fenomeni legati all’abusivismo edilizio”. Perchè, ribattono gli amministratori locali, i crolli “hanno interessato per lo più strutture antiche, tra le quali finanche una chiesa già distrutta dal terremoto del 1883 e poi riedificata”.
Ma le responsabilità dell’abusivismo nel rendere devastante a Ischia un terremoto che non lo era, sono rilanciate da Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera, che considera inaccettabili “atteggiamenti tolleranti e ambigui” nei confronti del fenomeno.
Quella di Realacci è anche una voce in risposta al richiamo dei geologi alle istanze politiche nazionali, governo e Parlamento, a fare sul serio.
Il presidente della Commissione ricorda una misura adottata con l’ultima legge di bilancio, che, accompagnata da un’attenta comunicazione, potrebbe sostenere anche quel “salto di qualità culturale” evocato dall’ingegner Simoncini. “Il Sismabonus, che garantisce fino all’85% di rimborso entro 5 anni per le spese sostenute dai privati per le proprie abitazioni. E’ effettivamente entrato in vigore da poco – ammette Realacci – il suo utilizzo va monitorato e l’estensione ed efficacia potenziata nella prossima legge di bilancio. Ma è un passaggio necessario per evitare lutti e favorire anche con risorse private un’edilizia legata alla sicurezza e alla qualità “.
La cultura della prevenzione, dunque, passa innanzitutto dal sostegno pubblico all’iniziativa privata.
Per il governo, lo chiarisce Graziano Delrio. “Il patrimonio italiano è fragile – sentenzia il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture su Radiouno Rai -, fragilità che dipende sì dall’abusivismo ma anche dalle sue peculiarità . Bisogna essere in grado di mettere in sicurezza sismica il nostro Paese perchè spendiamo più di 3 miliardi all’anno per riparare i danni del terremoto, quindi vale la pena investire in prevenzione. Abbiamo 10 milioni di abitazioni che nelle zone sismiche 1 e 2, abitazioni che hanno davvero bisogno di essere messe in sicurezza e in fretta. Lo Stato ha messo a disposizione risorse per questi incentivi fiscali e io spero che cresca al più presto la cultura della prevenzione, noi ci puntiamo molto”.
(da Agenzie)
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