TESSERATI PD INFEROCITI: “CON QUESTI ABBIAMO CHIUSO”
LA BASE PD IN RIVOLTA: “SIAMO STATI PRESI A SCHIFFI E UMILIATI DA QUESTA CLASSE DIRIGENTE”
Pier Luigi “mezza scoreggia”. Perchè “la scoreggia intera è Berlusconi, e Bersani — a furia di andargli dietro — puzza di …”.
Solo che l’impietoso epiteto non arriva dagli elettori a Cinque Stelle, e nemmeno dai sostenitori di Renzi.
Sono i bersaniani furenti che — raggruppati ieri davanti alla Camera — si accaniscono più di tutti contro il loro segretario. E mentre una tessera del Pd viene data alle fiamme (“perchè ho resistito a tutto: a D’Alema, a Roma consegnata ad Alemanno, alle primarie losche; ma candidare Marini accordandosi sottobanco con Silvio, questo mai, Bersani è il sicario del Pd”, dice Claudia Costa, tra i volti della protesta), la signora Giuseppina srotola uno striscione scritto a penna (“Prima solo Berlusconi mi faceva vomitare, adesso anche tu Bersani”) e i ragazzi fanno partire un coro: “Marini, D’Alema, Amato… Bersani: ma che ti sei fumato?!”.
Però sono proprio loro, i giovani del Pd, quelli in fondo più diplomatici.
Cosimo e Carlo, 30enni arrivati il primo da Barletta e il secondo da Catania solo per assistere all’elezione del capo dello Stato, ragionano sul fatto che la rottura non è più tra Bersani e Renzi, ma “tra Bersani e la sua base: che siamo noi. E noi, che l’abbiamo purtroppo votato alle primarie, non capiamo la scelta di Marini. Come gli è saltata in mente? Ci sentiamo traditi, umiliati, presi a schiaffi”.
Perchè dopo l’elezione di Laura Boldrini alla presidenza della Camera, “avevamo creduto in un Pd meno autolesionista, che potesse sposare il cambiamento e appoggiare Stefano Rodotà . Mai più Pd. La tessera 2013? Ma neanche per sogno”.
E mentre i giovani democratici cominciano a occupare le sedi del Pd in tutt’Italia, e in piazza di Montecitorio si vede qualche maschera di Anonymous, sono i tesserati più anziani, gli ex fedelissimi del Partito, a essere più spietati.
Dice la signora Paola: “Bersani perdi sempre, hai perso tutto, e non te ne vai mai. Sei ultravecchio: devi spa-ri-re” (parte l’eco: “Bersani evapora! Sei sconnesso”).
Non va meglio al mancato presidente Franco Marini, destinatario di un imprecisato numero di “vaffanculo” prestati per l’occasione dai grillini ai bersaniani. Lui che “puzza di inciucio”, un “residuo andreottiano”, l’“anticristo”, azzarda qualcuno.
Ma la rabbia delle piazza non è solo per loro. “Finocchiaro maledetta, tornatene all’Ikea”, urla un gruppo di iscritti al Pd prima di farsi distrarre dall’arrivo di Rocco Buttiglione, che incautamente cammina tra la gente. “Parassita, torna tra le mummie!”, gli gridano.
Il signor Luciano, coppola e barba bianca, protesta perchè “noi non possiamo entrare alla Camera ma lui può venire qui a rompere”.
Poi c’è Roberto Formigoni che, ignorando le suppliche delle sue guardie del corpo, si fa strada tra i manifestanti salutandoli come fa il papa. “Buffone!”, “ladro”, “porco schifoso”.
E ancora, mentre passa un camion dei rifiuti: “Raccogliete quel sacco d’immondizia prima che si metta a puzzare sotto il sole”.
E soprattutto: “Vi rendete conto che si sono accordati con quelli lì? Con quello lì?”, gridano indicando l’ex presidente della Lombardia.
Poi Marini viene bruciato, e tra gli applausi sollevati c’è chi evoca il senso civico: “L’unica cosa che si ricicla in Italia, cari onorevoli, siete voi”.
Beatrice Borromeo
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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