THIEL È UN MUSK CHE CE L’HA FATTA: SENZA SALUTI ROMANI O SPARATE SUI SOCIAL, SI PRENDE I PIENI POTERI
IL “CAVALIERE NERO DELLA TECNODESTRA” HA PIAZZATO I SUOI UOMINI NEI GANGLI DELL’AMMINISTRAZIONE. E CON LA SUA SOCIETÀ, PALANTIR, OTTIENE RICCHE COMMESSE E UN POTERE SENZA PRECEDENTI, CHE VA DALLA DIFESA (SISTEMI DI AI PER IDENTIFICARE I BERSAGLI CON IL RICONOSCIMENTO FACCIALE) AL FISCO E I MIGRANTI E ALLA POLITICA ESTERA
Un anno fa l’alleanza elettorale, che poi divenne collaborazione di governo, fra Donald Trump ed Elon Musk fu letta come l’alba di un’integrazione tra la politica “muscolare” del leader repubblicano e la tecnologia dell’ala della Silicon Valley favorevole a sostituire un sistema parlamentare considerato inefficiente e superato con un tecnoautoritarismo guidato dall’intelligenza artificiale (AI).
La rottura tra il presidente e Musk sembrava aver posto fine a questo processo.
Ma se Elon ha fatto fuoco e fiamme fino a creare un partito per far perdere ai trumpiani le prossime elezioni mentre Trump
minaccia di strangolarlo cancellando i contratti governativi con le sue aziende, gli altri tecnologi […] restano nell’Amministrazione, e con ruoli sempre più centrali, dalle criptovalute alla diffusione di sistemi informatici e di AI in tutti gli organismi pubblici, centrali e periferici.
Qui il re indiscusso è Peter Thiel con la sua Palantir (la regina della Borsa col valore del titolo passato in un anno da 24 a 160 dollari).
Primo tecnologo a sposare Trump già nella campagna del 2016 (quando Musk era ancora democratico), deluso dal presidente repubblicano fino al punto di abbandonare la politica già a metà del 2017, Thiel ha poi finanziato singoli candidati conservatori (diventando, tra l’altro, il padrino politico di JD Vance), ma non ha più versato un dollaro nelle casse di Trump, tornando a collaborare con lui solo dopo l’elezione, spinto da Musk.
Ma, anche se ha molti tratti comuni con Elon (entrambi cresciuti in Sudafrica, coprotagonisti dell’avventura di PayPal, primo sistema di pagamenti elettronici, e poi leader della lobby di geni tecnologici soprannominata PayPal Mafia), Thiel è un personaggio molto diverso: lontano dal narcisismo e dal temperamento fumantino di Musk e con una vasta cultura (ha studiato filosofia e legge a Stanford, tiene conferenze a Oxford, Harvard e Yale dove illustra la sua visione dell’«anticristo» ispirata al cristianesimo del suo maestro, il filosofo francese René Girard) pur nella comune fascinazione Tolkien (fino a chiamare la sl’azienda Palantir, la pietra veggente del Signore degli Anelli)
Thiel ha mantenuto un basso profilo pubblico: ha messo suoi
uomini in molti snodi-chiave del governo (dal Doge, il ministero dell’efficienza, ai capi dei dipartimenti tecnologici della Casa Bianca e del Tesoro) e ora gli viene consentito di espandere la già massiccia presenza di Palantir nelle strutture informatiche federali: la società, che fin dall’era Obama aveva avuto grandi contratti col Pentagono e i servizi di intelligence, ormai ha il quasi monopolio dell’analisi di enormi masse di dati e della loro profilazione a fini di sicurezza nazionale.
Ma anche di sorveglianza: ha appena ricevuto altri contratti federali per 300 milioni di dollari mentre il Pentagono ne ha destinati altri 800 al Project Maven, un sistema di analisi delle immagini per identificare i bersagli sul campo di battaglia sviluppato da Palantir. Che sta per avere dalla Difesa un altro contratto per tutti i software militari da 10 miliardi in 10 anni.
Intanto la tecnologia Palantir penetra ovunque anche nei rami civili del governo: Fisco, controllo degli immigrati, dati sanitari dei cittadini, gestione del traffico aereo.
Anche i cablogrammi del Dipartimento di Stato sono criptati con la tecnologia di Thiel. Al quale Trump ha affidato addirittura l’inquietante missione di unificare tutte le banche dati federali, statali e locali. Via i silos separati che sono inefficienti, dice il presidente.
Così, però, si possono schedare con grande dettaglio i cittadini, come ha fatto la Cina, che ha poi introdotto anche un sistema di rating dei suoi sudditi.
Fra tre anni Trump dovrebbe uscire di scena. Thiel resterà con la sua filosofia tecnoautoritaria illustrato dal suo braccio destro, il cofondatore e Ceo di Palantir, Alex Karp, in «The Technological
Republic», un saggio che è un manifesto politico: Occidente in declino, debole perché legato a schemi politici ormai superati, usa la tecnologia solo per arricchirsi.
L’America cambi rotta: dalla democrazia liberale a una tecnocrazia basata sul talento. Usando l’AI per la sicurezza nazionale e la tutela del suo patrimonio di valori .
(da Corriere della Sera)
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