TORINO, INCIDENTI AL CORTEO DEGLI ANARCHICI PER COSPITO
AUTO E VETRINE DISTRUTTE E CARTELLI DIVELTI, ALCUNI MANIFESTANTI E DUE AGENTI FERITI, 5 FERMATI
Alcuni manifestanti e due agenti feriti, cinque fermi (quattro donne e un uomo), 140 identificati, almeno 35 portati in Questura. Fumogeni e bombe carta. Vetrine rotte a colpi di pietra, danneggiati edifici, auto e negozi.
Succede durante la manifestazione degli anarchici a Torino, in solidarietà ad Alfredo Cospito. Il corteo è avanzato al grido di “Fuoco alle galere”, “Fuori tutti dal 41 bis” e “Assassini”. I dimostranti hanno divelto cartelli stradali e li hanno usati come ariete. Imbrattato un obelisco. Lanciate bottiglie e altri oggetti, la polizia ha risposto con i lacrimogeni.
I dimostranti hanno tentato di accendere un fuoco con bancali in legno, lanciato petardi lungo il percorso e preso a martellate le vetrate di un istituto bancario
Almeno in mille hanno risposto alla chiamata della galassia anarchica che ha lanciato per oggi a Torino la manifestazione nazionale “al fianco di Alfredo Cospito”, l’anarchico della Fai Frinin in sciopero della fame da oltre 130 giorni. Arrivano da tutt’Italia, ma anche dall’estero, Francia, Germania, Spagna Portogallo.
“Sono 20 anni che gli anarchici martellano contro il 41 bis e le carceri speciali. È una forma di tortura che offende la dignità”, dice Lello Valitutti, storico anarchico torinese. E ancora: “Dobbiamo difendere Alfredo. Dobbiamo rispondere combattendo, ne va della nostra sopravvivenza politica”. Gli anarchici da giorni annunciavano una manifestazione “decisa e arrabbiata”.
Tra i manifestanti a prendere la parola, il 76enne Pasquale Valitutti, storico esponente anarchico, che ha esortato i manifestanti a «lottare» per Cospito. «Finché Alfredo respira dobbiamo lottare per lui. Ma se Alfredo muore questi vigliacchi e assassini devono pentirsi di quello che stanno facendo: dobbiamo fargliela pagare», ha detto Valitutti, aggiungendo inoltre come sono oltre «40 anni che noi anarchici martelliamo contro il 41 bis. Dobbiamo lottare perché Alfredo non muoia. Possiamo accettare una sconfitta militare, perché liberarlo è impossibile. Ma non possiamo accettare una sconfitta politica».
(da agenzie)
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