TOTÃ’ E PEPPINO AL G20
IRONIA ALL’ARRIVO DEL PREMIER E DI TREMONTI AL VERTICE… SARKOZY: “CHE FA L’ITALIA? CHISSA’ C’E’ BERLUSCONI”
L’opinione italiana non si conosce nemmeno, comunque non è granchè importante. Ormai non sono gaffe, qui a Cannes a ogni livello si scherza su Berlusconi. Sul premier e su Giulio Tremonti. E nessuno si sente di dover chiedere scusa.
Che cosa farà l’Italia? Chi lo sa… c’è Berlusconi…”.
Poi un gesto ampio con le mani come a dire: tanto quello è a fine corsa.
Nicolas Sarkozy parla lontano dai riflettori, incontra le Organizzazioni non governative. È un gran comunicatore, Sarko, uno che a trovartelo davanti è capace di conquistarti anche se stai tra i suoi più accesi critici.
Parla semplice, diretto. Fa battute a raffica.
Eccolo di nuovo sorridere del Cavaliere. Racconta.
Questi due giorni per il Cavaliere sono una via crucis. A cominciare dal viaggio in aereo accanto al miglior nemico, Giulio Tremonti.
Ma ci sono troppe gatte da pelare, il fronte interno per un giorno pare ricomporsi: così eccoli, premier e superministro, che si avviano all’aereo a braccetto.
Una recita? Un disperato tentativo di tenersi a galla a vicenda? Chissà .
Sull’aereo Tremonti rivendica: “L’avevo detto che facevamo bene a non puntare su un decreto”, ma non c’è polemica.
Il Cavaliere è stanco, si addormenta. Qualcuno racconta che abbia alle spalle una movimentata notte di Halloween. Certo lo attendono due giorni di fuoco. Angela Merkel al posto delle Olgettine.
Il cavaliere giunge alle dieci di mattina sulla Croisette, dove Dennis Hopper e altri grandi del cinema hanno lasciato le impronte delle mani nel cemento.
Scende dall’auto e saluta i giornalisti. Una volta avrebbe scherzato, adesso l’espressione è terrea. Fissa.
Anche le reazioni sono ben diverse. “Berlusconi e Tremonti… Comment s’appellent… come si chiamano quei due vostri attori? Ecco, sembrano Totò e Peppino in trasferta a Milà n”, sussurra un giornalista francese (di un grande quotidiano di destra, tra l’altro).
E il cronista italiano per un attimo considera quasi di dover difendere il proprio primo ministro. Impossibile.
Ma lo stillicidio è appena cominciato.
Scoppia il giallo Obama: non avrebbe stretto la mano a Silvio. Rifiuto o distrazione? Difficile dire che cosa sarebbe peggio.
I pompieri di palazzo Chigi giurano : “Gli ha dato una pacca sulla spalla e gli ha detto “Ciao Silvio””. Chissà .
Ma il tramonto del premier, livido come in un racconto di Gabriel Garcia Marquez, va avanti.
Eccolo affrontare insieme con la Spagna le istituzioni europee e mondiali e il duo Merkel-Sarkozy che deve fargli paura più del professore di greco al liceo.
Sofferenza: Berlusconi e Zapatero contro tutti.
“Quando è entrato sembrava un ragazzino impaurito”, racconta un membro della delegazione spagnola. Prima ci sono tutti, anche Christine Lagarde, direttore del Fondo Monetario , e un rappresentante della Bce.
Poi arrivano le note dolenti: Merkel con il suo sguardo vagamente materno prende il Cavaliere sotto la sua ala protettrice e si apparta con lui.
Quindi, con mossa a tenaglia, ecco piombare Sarkozy.
Il Presidente e la Cancelliera — coppia di fatto della politica europea, organismo bicefalo che nessuno ha mai votato — sono due contro uno. L’incontro dura molto più del previsto. Alla fine Merkel dirà : “Abbiamo chiesto all’Italia misure forti e sostanziali”. Una scena mortificante.
Per Berlusconi, e di riflesso per l’Italia. Difficile, però, reagire se hai delle responsabilità .
“Il fatto è che Merkel non considera proprio Berlusconi tra i suoi interlocutori. Se ha bisogno di consultarsi chiama Sarkozy (“ancora tu”, cantava Battisti). Preferisce perfino il premier svedese al Cavaliere”, raccontano nell’entourage della cancelliera. Ahi, ahi, quella frase dal sen fuggita… “Kulona inkiafapile”, ridono i tedeschi.
Poi si fanno seri: “Macchè, Angela è una donna di ghiaccio, se ne frega. Semplicemente non ha mai avuto simpatia per Berlusconi”.
Pensare che l’Italia è tra gli stati fondatori dell’Europa. Oggi ci tocca sottostare all’esame della coppia di autoproclamatisi timonieri .
Unico contentino, una frase di Sarkozy: “Voglio esprimere la mia fiducia all’economia italiana, una delle più forti del mondo, la terza potenza economica dell’Eurozona. Oggi Berlusconi ci ha illustrato le misure prese dal governo nella riunione di ieri. Lui stesso sa che non c’è un problema di contenuti, ma piuttosto di applicare quanto deciso”.
Insomma, devono seguire i fatti, “per messaggi credibili”.
È quasi mezzogiorno quando Berlusconi esce dall’interrogatorio.
E cominciano i lavori, gli incontri bilaterali, come quello tra Obama e Sarkozy.
E l’Italia? Rimedia un incontro con l’amica Russia e uno con Ban Ki Moon (segretario Onu). Obama e Berlusconi si incrociano al momento della fotografia di gruppo.
Stavolta il Cavaliere non fa le corna sopra la testa del malcapitato di turno.
Ma di uno scongiuro avrebbe avuto davvero bisogno.
Ferruccio Sansa
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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