TRASPORTI, FERROVIE, ACQUA, RACCOLTA RIFIUTI: IN ITALIA AUMENTI ESAGERATI RISPETTO ALLA MEDIA UE
STUDIO CONFARTIGIANATO: TRASPORTO AEREO AUMENTO DEL 13,4% (EUROPA -0,2%), FERROVIE +11,3% (EUROPA +3,7%), POSTE +11,2% (EUROPA +2,8%)…. ASSICURAZIONI + 7,1% ( +3,6%), ACQUA POTABILE + 8% (+3,3%), RACCOLTA RIFIUTI +6% (+3,1%)
Trasporto aereo, ferroviario, servizi postali e assicurativi, acqua potabile e raccolta rifiuti: chi è nato o vive in Italia per questi servizi sborsa mediamente di più rispetto ai coinquilini della zona euro.
Da noi latita la concorrenza e i prezzi salgono.
E’ quanto emerge da uno studio di Confartigianato: a fronte di un tasso di inflazione sostanzialmente analogo (+1,6% per l’Italia, contro l’1,5% per l’area euro ad aprile 2010), il dossier registra una sensibile crescita dei prezzi di diversi servizi, con differenze notevoli rispetto all’area euro.
Per tutti valga il settore trasporti: quello aereo in Italia vede i prezzi aumentati del 13,4%, mentre nell’Eurozona sono diminuiti dello 0,2%.
Il trasporto ferroviario è cresciuto dell’11,1% contro un 3,7% europeo.
E non parliamo del servizio.
Spostandoci alle poste, qua la concorrenza proprio non esiste e pesa sul prezzo: +11,2% in Italia, contro una media europea del 2,8%, idem per le assicurazioni (+7,1% contro il +3,6%).
Vediamo gli altri servizi di pubblica utilità : per l’acqua potabile un +8% contro il +3,3%, per la raccolta dei rifiuti solidi urbani un +6% rispetto al dato europeo del +3,1%.
Per assurdo l’unico settore dove il nostro Paese registra un dato migliore rispetto alla media europea è quello dei carburanti (+15,8% contro un +19,5% di Eurolandia).
Non solo le famiglie, ma anche le aziende scontano il peso degli aumenti, in un contesto in cui anche i pedaggi autostradali sono cresciuti del 7%.
L’analisi di Confartigianato si completa con un quadro integrativo che mette assieme tutte le voci dei trasporti, dai voli alle ferrovie, dall’acquisto della macchina alla sua manutenzione, fino al carburante.
In un anno l’aumento complessivo è stato del 5,5%, come media nazionale. Considerando le varie regioni, il peso risulta diverso: il rincaro maggiore è stato a Caltanissetta con un + 8,4%, quello minore ad Aosta con un + 4%. Questo si traduce nel fatto che una famiglia siciliana spende 192 euro in più all’anno rispetto a una del capoluogo aostano.
Dopo la città siciliana i prezzi più cari vedono scorrere Pordenone, Trapani, Lodi, Viterbo, Belluno, Torino, Trieste, Parma e Napoli.
Quelli meno cari, dopo Aosta, vedono Forlì, Roma, Ascoli, Modena, Alessandria, La Spezia, Terni, Biella e Ravenna.
Insomma il federalismo fiscale nei fatti lo abbiamo già .
Leave a Reply