TRAVAGLIO SULLE NUOVE REGOLE M5S: “IN EQUILIBRIO TRA NOMINATI E ARMATA BRANCALEONE”
E BOCCIA SENZA APPELLO L’OBBLIGO DI VOTARE SEMPRE LA FIDUCIA AI GOVERNI M5S E LA MULTA PER GLI ESPULSI
“Quasi irriconoscibile”.
In un lungo editoriale, il direttore del Fatto quotidiano Marco Travaglio definisce così l’esito del cambio di pelle del Movimento 5 Stelle alla luce delle nuove regole decise in vista delle elezioni. Il bilancio, tuttavia, non è solo negativo: “In parte meglio, in parte peggio”, scrive.
Quello che Travaglio definisce un “giusto equilibrio fra due estremi negativi, i nominati dall’alto e l’Armata Brancaleone” è la definizione delle liste:
“Le liste bloccate (imposte dal Rosatellum) della quota proporzionale saranno formate da candidati iscritti al M5S e votati online dalla base, che potranno presentarsi anche in un collegio uninominale. Invece i singoli candidati nei collegi uninominali saranno scelti da Di Maio e Grillo fra quelli che si propongono, ma anche fra ‘esterni’ non iscritti al M5S”.
“Pessima idea”, secondo il direttore del Fatto, è invece la nuova regola che impone di votare la fiducia ai governi presieduti da un premier M5S.
Per Travaglio “non è degna di chi un anno fa contribuì a salvare la Costituzione”. Non solo.
“I 5 Stelle insistono a predicare il vincolo di mandato, che però l’art. 67 della Carta esclude espressamente e nessuna maggioranza (nè assoluta, nè dei due terzi) consentirà mai di introdurre con una riforma costituzionale”.
Contrarietà anche alla regola della multa da 100mila euro per i parlamentari espulsi. “La multa e le dimissioni resteranno lettera morta”, scrive.
Tra i punti positivi per Travaglio c’è la possibilità per Luigi Di Maio di avere l’ultima parola sui candidati “proporzionali” votati online dagli iscritti e di escludere quelli che hanno posizione contrarie al Codice etico.
Ecco come spiega le ragioni del suo assenso a questa regola:
“Una svolta condivisibile, che molti caldeggiavano per tenere alla larga quei personaggi improbabili che rendono i 5 Stelle poco credibili e autorevoli”.
C’è un elemento che per Travaglio sarà “decisivo”, più delle regole: il fattore umano.
“Quali candidati verranno selezionati nei collegi e nei listini, quali ministri indicherà Di Maio, quali idee forti (e con quale efficacia comunicativa) il movimento riuscirà a imporre all’attenzione della gente in campagna elettorale”.
Appunto, un’azienda sola al comando.
(da agenzie)
Leave a Reply