TSIPRAS SI APPELLA AL POPOLO E A PUTIN
DA DRAGHI E DALLA GERMANIA ARRIVA UN DOPPIO SCHIAFFO ALLE INTENZIONI DELLA GRECIA
Il colpo inferto a sorpresa da Mario Draghi fa ancora male, ma all’indomani dalla decisione della Banca Centrale Europea di sospendere le linee di credito alle banche greche, Alexis Tsipras prova a rialzarsi.
E lo fa giocando sul tavolo due carte.
Una interna, la piazza, chiamata a raccolta per sostenere l’azione del governo greco contro il primo muro alzato dall’Europa alle richieste di Bruxelles, e una esterna, con il sì all’invito inoltrato al presidente russo Vladimir Putin a visitare il Paese, dopo una lunga telefonata tra i due.
Un messaggio, neanche troppo velato, a tutti i partner europei.
Se la giornata di giovedì era finita nel peggiore dei modi, quella di venerdì non è iniziata meglio.
Prima con l’indice della borsa di Atene prevedibilmente precipitato fino a -9%, salvo poi rientrare in chiusura di seduta a un più modesto -3,37%, poi con l’attesissimo incontro tra il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis e il suo collega tedesco Wolfagng Schaeuble.
Un incontro cordiale al termine del quale le posizioni sono rimaste comunque molto distanti.
“Siamo d’accordo sull’essere in disaccordo”, ha commentato Schaeuble trovando forse la sintesi perfetta del faccia a faccia, ribadendo poi a a Varoufakis che “la Grecia deve lavorare con il Fondo monetario internazionale, la Bce e la commissione europea”, cioè con le tre istituzioni con cui ha affrontato il programma di aiuti”.
Cioè, continuare ad avere a che fare con la Troika.
Il tutto mentre, quasi simultaneamente, il premier greco Alexis Tsipras, reduce dal suo tour nelle capitali europee, giocando in casa e parlando con i parlamentari di Syriza, affermava che “la Troika è completamente finita, la Grecia non è più il misero partner che ascolta le prediche. Rispetteremo la volontà del popolo greco. Aspettiamo le proposte della Germania dalla quale non abbiamo ancora ascoltato niente di concreto”. Non solo, il partito del premier greco, forte del solido mandato popolare che lo ha portato al governo, ha chiamato a raccolta i cittadini per una grande manifestazione anti-austerità davanti al Parlamento di Atene, dove non sono mancati anche molti slogan anti-tedeschi.
Varoufakis oggi ha ribadito quanto già spiegato nei giorni scorsi, cioè che il governo greco sta cercando di avere “un programma ponte fra adesso a fine maggio”, per avere “spazio” per “dei colloqui su un nuovo contratto con la Bce, la Commissione Ue e il Fmi”.
Cioè, essenzialmente, un po’ di tempo in più.
Esattamente l’opposto di quanto l’Eurotower ha fatto capire ieri: senza un rapido accordo con i partner europei, e quindi rassicurazioni sugli impegni e le riforme che la Grecia è chiamata a realizzare, la Banca Centrale non può più utilizzare i titoli di Stato greci come garanzia per il finanziamento presso la Bce delle le banche elleniche. E anche il Fondo Monetario oggi è stato netto spiegando che l’accordo quadro sulla sostenibilità del debito greco “resta in piedi” e “non c’è stata alcuna discussione con le autorità su possibili cambiamenti”.
Alexis Tsipras, dopo una settimana all’insegna di sorrisi, doni e scambi di regali, si è trovato improvvisamente solo.
Anche Matteo Renzi, con cui era sembrato così in sintonia appena tre giorni fa, oggi ha voltato le spalle al premier greco, spiegando che “la decisione Della banca centrale europea sulla grecia è legittima e opportuna”.
Anche per questo oggi ha deciso di giocarsi una nuova carta: quella del contatto con Vladimir Putin.
Il premier greco ha annunciato oggi che si recherà a Mosca in vista dal leader russo. Un gesto che arriva proprio mentre i rapporti tra Russia e Germania sono particolarmente tesi e la Commissione Europea sta valutando l’ipotesi di far scattare nuove sanzioni verso Mosca per via della crisi ucraina.
Sanzioni però che dovrebbero essere votate all’unanimità e che avrebbero quindi ovviamente bisogno anche del sostegno di Atene.
Prestissimo per parlare di asse, anche perchè mettersi di traverso, in solitaria, all’iniziativa di Bruxelles rischierebbe di lasciare Atene ancora più isolata.
Per la Grecia, in questo momento, il peggiore degli scenari possibili.
(da “Huffingtonpost“)
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