TUNISI FA RETROMARCIA: “FORNI’ SOLO SUPPORTO LOGISTICO”, I PM: “TUTTE ACCUSE DA VERIFICARE”
PER LE AUTORITA’ TUNISINE IL GIORNO DELL’ATTENTATO IL RAGAZZO SAREBBE STATO A TUNISI, MA HA UN ALIBI DI FERRO: ERA A SCUOLA IN ITALIA
In serata il governo tunisino corregge il quadro tratteggiato subito dopo l’arresto, dal quale emergeva che Touil Abdelmajid avrebbe pianificato e partecipato all’esecuzione dell’assalto.
La Tunisia ora sostiene che il ragazzo si trovava a Tunisi il giorno dell’attentato ma avrebbe avuto un coinvolgimento “indiretto“, fornendo sostegno logistico al gruppo armato responsabile dell’assalto.
E’ quanto ha specificato il portavoce del ministero dell’Interno tunisino, Mohamed Ali Laroui. Il 22enne ha “prestato sostegno al gruppo terroristico che ha condotto l’attacco”, ha detto Laroui, senza spiegare quale tipo di sostegno abbia fornito.
Ma gli inquirenti milanesi sono perplessi: dalle carte a disposizione, infatti, non è chiaro se all’uomo venga contestato, ad esempio, di essere stato uno degli esecutori della strage o di aver fornito un supporto e di quale tipo e da dove.
Per questo stanno effettuando approfondimenti e accertamenti e sono in contatto con la Procura di Roma dove è aperto un fascicolo d’indagine sulla strage avvenuta in Tunisia. Gli accertamenti dei pm milanesi, dunque, saranno poi trasmessi ai colleghi romani.
Da quanto risulta, però, al momento agli inquirenti non è stato messo a disposizione alcun elemento dalle autorità tunisine sul ruolo che avrebbe avuto il marocchino nell’attentato e l’arresto è stato effettuato solo perchè pendeva un mandato di cattura internazionale.
Tutte le ipotesi, dunque, sono al vaglio.
Approfondimenti, inoltre, potrebbero essere richiesti anche dalla Corte d’Appello di Milano, competente per il procedimento di estradizione.
Ma la ricostruzione degli investigatori tunisini viene smentita dai parenti e vicini di casa del 22enne.
A Gaggiano il ragazzo non è molto conosciuto, lo vedevano poco ma tutti sostengono che era in Italia nei giorni della strage. “Stava spesso a casa, a volte andava a mangiare alla Caritas — racconta un vicino — È un bravo ragazzo, cercava lavoro. Siamo increduli, sicuramente la polizia ha sbagliato persona“.
“Frequentava una scuola per imparare l’italiano a Trezzano — dice una signora del quartiere — ho sentito che una professoressa ricorda di averlo visto in classe il giorno dell’attentato. La madre si è impegnata molto per i figli. Mi sembra tutto assurdo — continua — un terrorista internazionale che vive a Gaggiano, in casa con madre, fratelli e nipotino, che va a scuola e mangia alla Caritas. Mi sembra strano”.
Le forze dell’ordine hanno verificato i registri della scuola e hanno trovato conferma che il ragazzo quel giorno era effettivamente presente alla lezione.
E a questo punto i conti non tornano più.
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