PATACCA IN ARRIVO DA TUNISI, L’UNICO PIRLA CHE CI CASCA E’ SALVINI. I VICINI: “MA CHE ATTENTATORE, ERA QUA A CASA IL GIORNO DEL BARDO, E’ UN BRAVO RAGAZZO”
CHIUDERE LE FRONTIERE? NO RINCHIUDERE SALVINI
Un marocchino di 22 anni è stato arrestato nel Milanese per la strage al museo Bardo di Tunisi.
Abdel Majid Touil, questo il nome della persona, nota anche con l’alias Abdallah, si trovava in Italia un mese prima della strage.
Il 17 febbraio, infatti, era sbarcato in Sicilia, a Porto Empedocle, da un barcone.
Qui era stato identificato insieme ad altre 97 persone e aveva ricevuto un provvedimento di espulsione dal questore di Agrigento .
Anche il foglio di via indica la stessa data: 17 febbraio.
Le autorità tunisine ritengono Touil tra i responsabili, sia a livello di pianificazione che di esecuzione materiale, dell’atto terroristico che il 18 marzo – quando il commando entrò in azione nel museo più antico del mondo arabo – provocò 24 morti, tra cui quattro vittime italiane, e 45 feriti.
Ma per essere un attentatore uno avrebbe anche dovuto esserci a Tunisi quel giorno.
E il caso vuole che sono in molti a Gaggiano, il paese del Milanese dove è stato arrestato, a non credere alle accuse.
Vicini di casa e alcuni parenti affermano con forza che nei giorni della strage il ragazzo era a casa, in Italia: “Non è un terrorista – dicono – Nei giorni della strage era qui. Per compiere l’attentato avrebbe dovuto prendere un aereo con andata e ritorno immediati”.
Non solo: il ragazzo frequentava un corso di italiano per cercare di trovare lavoro e ha due fratelli regolarmente residenti a Gaggiano.
Infatti il ricercato è stato catturato in strada vicino all’appartamento di Gaggiano (Milano) di via Pitagora 14 dove vivono la madre e i fratelli che vivono in Italia con regolare permesso di soggiorno.
“Non risultava che in Italia frequentasse moschee vicine al fondamentalismo – ha ammesso Megale in questura – e per noi, prima della segnalazione dell’intelligence e delle autorità tunisine, a parte il decreto di espulsione, era uno sconosciuto”.
A metà aprile (quindi un mese dopo la strage) la madre si era rivolta alla stazione dei carabinieri di Trezzano sul Naviglio per denunciare lo smarrimento del passaporto del figlio.
“Finora in 15 anni da Lampedusa non sono passati terroristi ma gente ustionata, con il blocco renale, bambini, donne…non credo che un terrorista serio possa rischiare la vita su un barcone per raggiungere l’Europa”: Giusi Nicolini, sindaco di Lampedusa, ha commentato così la notizia dell’arresto a Milano di Touil Abdel Majid.
Uno dei due fratelli dell’arrestato è stato raggiunto dai giornalisti mentre tornava a casa, mercoledì mattina, e ha detto: «Mio fratello è innocente, non ha commesso nessun reato. È arrivato su un barcone come tanti altri e da quel momento non è più partito» ma è «rimasto sempre in Italia».
Il giovane rincasava in bicicletta nella palazzina dove vive con la madre.
«È un bravo ragazzo, state commettendo un grave errore, non ha fatto nulla», commenta una vicina di casa. «Nei giorni dell’attentato era qui. La madre ha fatto tanti sacrifici per lui. Sta cercando lavoro».
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