TUTTI BUSSANO ALLA PORTA DI BERLUSCONI
L’UDC DIVENTERA’ UN CONTENITORE IN CUI FAR CONFLUIRE I “FIGLIOL PRODIGHI”
Ormai tutti bussano alla porta di Arcore.
Nonostante l’inagibilità politica, è tornato centrale il ruolo di Silvio Berlusconi. E fra tutti quello che chiedono un incontro, un caffè, una colazione di lavoro, c’è stato anche Lorenzo Cesa, europarlamentare e attuale segretario dell’Unione di centro.
La scorsa settimana, nella Capitale, il Cavaliere ha conversato a lungo, «come solo sanno fare due moderati», con Cesa.
Fra i due il link non si è mai interrotto, e anche nei giorni della deriva renziana dell’Udc Cesa è sempre rimasto un riferimento per la galassia berlusconiana.
Così Cesa ha varcato l’ingresso di palazzo Grazioli assieme a una delegazione udiccina ed è stato ricevuto con tutti gli onori del merito dal padrone di casa. «Dobbiamo fare un’area di centro per rafforzare la parte più moderata in modo da bilanciare l’ala lepinista», è stato l’incipit del ragionamento di Berlusconi.
L’idea di quest’ultimo è di far sì che l’Udc diventi l’ala sinistra della coalizione di centrodestra.
Un contenitore dentro cui dovranno confluire tutti i drappelli centristi nati in questi ultimi anni e figli della diaspora berlusconiana.
Da Alfano a Verdini, passando per tutti quei parlamentari nostalgici dello Balena Bianca e di una «Cosa di Centro».
Da giorni infatti Berlusconi è il più corteggiato di tutto l’arco costituzionale.
Tutta colpa, avrebbe ironizzato il leader di Fi, «del risultato referendario e della scissione del Pd, che favoriscono la nostra area. Abbiamo infatti la vittoria a portata di mano».
Ecco perchè in tanti oggi sognano di tornare fra le fila azzurre, ma «qui — scherza – sono rimasti soltanto posti in piedi».
D’altro canto, «come potrei accettare tutte queste richieste? Solleverei il polverone nel partito».
E allora la strategia sarebbe stata messa a verbale in queste termini. Il Cavaliere è più che felice che Cesa e i suoi tornino in orbita centrodestra, ma dovranno fungere da camera di compensazione o come, malignamente riferisce qualcuno, «da discarica». Dunque, porte aperte sì, ma non all’interno di Fi.
La mossa del Cavaliere è stata già messo in atto quando si è trattato di discutere sul ritorno di due pezzi di novanta: Giuseppe Esposito, Ncd fino a pochi giorni, e fedelissimo di Renato Schifani, e Riccardo Conti, uomo di Verdini e democristiano tendenza Fanfani.
I due, raccontano, desideravano tornare ad indossare la maglia azzurra, ma i vertici di Fi si sarebbero messi di traverso.
Una strategia che potrebbe trovare seguito nei prossimi giorni quando altri deputati e senatori di rito alfaniano o verdiniano — si fanno già i nomi di Saverio Romano, Pippo Pagano, Francesco Colucci, Eva Longo, Giuseppe Galati, Guido Viceconte – potrebbero lasciare i rispettivi gruppi.
E confluire nell’Udc di Cesa. Gli eredi della Balena Bianca non si fermano, seguono le indicazioni di Berlusconi e stanno provando ad ingrossare il partito sul territorio. Con le truppe siciliane di Totò Cuffaro e quelle campane di Ciriaco De Mita.
(da “La Stampa”)
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