TUTTI QUELLI CHE NON DOBBIAMO PIU’ PAGARE CON LA DIPARTITA DI SALVINI DAL VIMINALE
CECCARDI, FOA, D’AMICO E TANTI ALTRI CON STIPENDI FINO A 100.000 EURO L’ANNO PAGATI DAI CONTRIBUENTI
Matteo Salvini se ne va in ritiro a Pinzolo per stare con la figlia (che bravo papà ) e non si fa trovare al Viminale (che strano) per il passaggio di consegne con la ministro Luciana Lamorgese.
Al tempo stesso fa sapere tramite video che continua e continuerà «ad essere orgogliosamente il ministro, anche senza poltrone al Ministero, delle donne e degli uomini in divisa».
Ma da ministro senza poltrona (e papà ) come farà Salvini a pagare i conti del sontuoso staff della Lega?
Avevamo lasciato Salvini vicepremier e ministro dell’Interno con uno staff di tutto rispetto.
Lo troviamo ora leader della Lega e ci chiediamo — perchè siamo persone che si preoccupano — come farà a far quadrare i conti ora che lo staff se lo deve pagare da solo (con i soldi del partito) e non con quelli dei cittadini italiani.
È noto che lo staff che Salvini si era portato al Viminale (e a Palazzo Chigi) costava ai contribuenti all’incirca mille euro al giorno.
Nelle varie posizioni trovavamo i consiglieri del ministro Luca Morisi e Andrea Paganella, soci della Sistema Srl che si occupano della comunicazione di Salvini e che sono stati assunti con l’incarico di Consigliere strategico per la comunicazione e Capo della Segreteria e della Segreteria particolare di Salvini.
Il compenso annuo di Morisi era di 65mila euro, quello di Paganella di poco più di 85mila euro l’anno. A Morisi e Paganella rimane però il contratto da 170mila euro che la Sistema Intranet Srl ha stipulato con il Carroccio.
Nella segreteria di Salvini al Viminale lavoravano ancheo anche Cristina Pascale (30.000 euro) e Giuseppe Benevento(41.600 euro) e lo storico deputato leghista Luigi Carlo Maria Peruzzotti (41.600 euro).
Dal gennaio nell’organico era entrato anche Andrea Pasini, uno che scriveva che era meglio dar da mangiare ai propri figli che pagare le tasse e che poi grazie alle tasse pagate dagli italiani si è garantito un compenso da 41mila e rotti euro.
Leonardo Foa e gli altri che lasciano il Viminale
C’è poi lo staff dell’ufficio stampa e della comunicazione. Gente che in questi 14 mesi ha lavorato sodo, producendo i pregevoli contenuti social (come gli attacchi a studentesse e ragazzine) del sedicente Capitano, amministrando il gruppo Facebook Matteo Salvini Leader (gestito direttamente dallo staff salviniano) e creando i contenuti della propaganda ministeriale. Un lavoro duro ma ben retribuito, come si conviene.
A capo dell’ufficio stampa c’era Matteo Pandini (che ha anche curato una biografia di Salvini) con un compenso lordo annuo pari a 90mila euro, c’erano poi il figlio del Presidente della RAI Leonardo Foa, Fabio Fisconti, Andrea Zanelli e Daniele Bertana che percepivano un compenso annuo pari a 41.600 euro.
Per tutti viene indicato che svolgono anche un’altra attività : Collaborazione coordinata e continuativa presso Ente di natura giuridica privata “Lega per Salvini Premier”. Poveracci, sono dei CO.CO.CO. è così che Salvini dà lavoro agli italiani?
Se non altro sappiamo che non sono senza lavoro dopo che il Capitano ha fatto cadere il governo.
Anche i collaboratori di Salvini a Palazzo Chigi si trovano a dover lasciare l’incarico. Poco male per l’ex sindaco di Cascina Susanna Ceccardi che è riuscita a farsi eleggere all’Europarlamento. Ma mentre faceva il sindaco prima e l’europarlamentare poi (e ovviamente veniva pagata per farlo) la Ceccardi — ricorda la deputata PD Lucia Ciampi — aveva aveva anche un incarico di collaborazione presso l’ufficio del vicepremier, pari a 65mila euro annui per svolgere il ruolo di “consigliere per il programma di governo”.
Visto come sono andate a finire le cose e le tante promesse non realizzate verrebbe da pensare che non è consigliato poi così bene.
Un doppio stipendio da quasi cinquemila euro al mese che — scrive l’onorevole Ciampi — Ceccardi ha prima smentito e poi sminuito. Ma è sufficiente consultare il sito della Presidenza del Consiglio per scoprire la verità .
Da Palazzo Chigi se ne vanno anche Iva Garibaldi, protagonista del video di Tria portato via mentre risponde alle domande dei giornalisti, con un compenso da quasi 120 mila euro l’anno in qualità di Responsabile stampa del vicepremier (ma, va detto, svolgeva a titolo gratuito quello di Consigliere per la comunicazione istituzionale del Sottosegretario Giorgetti).
Lorenzo Bernasconi (classe ’87), un mese fa “supportava” su Facebook Salvini. Da anni è tra i più stretti collaboratori di Salvini e a Palazzo Chigi prendeva 100mila euro in qualità di Segretario particolare del vicepremier.
Last but not least tornerà ad occuparsi d’altro l’ex senatore leghista Claudio D’Amico Consigliere per le attività strategiche internazionali di Salvini balzato all’onore delle cronache per aver chiesto di far partecipare Gianluca Savoini alla cena di Stato in onore di Vladimir Putin.
Del resto D’Amico è il capo «sviluppo progetti» dell’Associazione Lombardia—Russia presieduta dall’ex portavoce di Salvini coinvolto nello scandalo del Metropol.
E rimane la domanda, ma ora i conti chi li paga?
(da agenzie)
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