UGL, NON C’E’ PACE PER IL SINDACATO ORMAI SOVRANISTA: SOSPESO IL VICESEGRETARIO E VOLANO GLI STRACCI
AL CENTRO DELLA VICENDA SEMPRE LO SCANDALO DELLA UTLIZZAZIONE DEL PATRIMONIO DEL SINDACATO… I PADRI FONDATORI DELLA GLORIOSA CISNAL SI RIVOLTANO NELLA TOMBA
Il caso Centrella-Polverini-Cetica è nelle mani dei giudici, ma l’Ugl non trova pace.
Ai vertici volano ancora gli stracci e le allusioni sul presunto uso improprio del denaro del sindacato.
L’ultima puntata riguarda l’ormai ex vicesegretario e responsabile dell’organizzazione dell’ente fresco di revoca delle deleghe.
Ora Giancarlo Favoccia è stato anche sospeso cautelativamente da ogni carica e attività sindacale e deferito al collegio dei probiviri dell’organizzazione di destra.
La segreteria confederale nei giorni scorsi ha ritenuto la mossa necessaria “per salvaguardare il buon nome e l’immagine dell’organizzazione e dei suoi vertici dalle comunicazioni diffuse da Favoccia” stesso.
Il riferimento è probabilmente allo scambio epistolare seguito alla revoca delle deleghe che l’ormai ex vice di Paolo Capone, in una lettera datata 11 luglio 2019 e indirizzata in pratica all’intera organizzazione sindacale, attribuisce al suo aver “chiesto conto di come sia utilizzato il patrimonio unitario dell’Ugl”. In particolare Favoccia punta il dito su forniture esterne, viaggi e spese legali, chiedendo conto della mancata richiesta di autorizzazione per le medesime alla segreteria.
Dall’entourage di Capone, che ben conosce la parabola dei suoi predecessori, le accuse di vengono bollate come pretestuose. Dal canto suo Favoccia respinge in toto i sospetti sollevati a suo carico da un’informativa della Guardia di Finanza di oltre 6 anni fa.
Nella quale si riferiva di una carta prepagata nella “esclusiva disponibilità ” del sindacalista all’epoca a capo della federazione Ugl Igiene Ambientale e di 330.000 euro prelevati fra Napoli, Panarea e Lipari su cui ancora non è stata fatta chiarezza.
“Non ho commesso nessun reato”, è la replica dell’interessato che rivendica di essere “nel giusto” e di “chieder trasparenza con la massima serenità ”.
E non non esclude di essersi fatto troppi nemici per la sua campagna al culmine del caso Centrella-Polverini-Cetica che portò all’uscita di scena di Centrella e Cetica.
Non è infatti ancora arrivata al capolinea l’onda lunga dell’inchiesta deflagrata nel 2014 sull’uso del denaro del sindacato da parte dei vertici, che ha portato alla sbarra gli ultimi tre ex segretari generali del sindacato di destra: Giovanni Centrella, Stefano Cetica e l’attuale deputata di Forza Italia, Renata Polverini.
Favoccia era ritornato sotto i riflettori qualche settimana fa proprio nell’ambito del processo Centrella. In quei giorni era ancora vicesegretario generale con delega all’organizzazione, numero due di Capone, a sua volta uomo di fiducia del sottosegretario leghista Claudio Durigon.
Tuttavia il sindacato aveva avviato un’inchiesta interna che, secondo fonti informali avrebbe portato “a prendere provvedimenti a prescindere dall’esito delle inchieste”. A margine dell’udienza del 23 maggio scorso del processo a Centrella — che ha visto il vicesegretario escusso come testimone della difesa dopo un lungo dibattito — Favoccia a ilfattoquotidiano.it aveva ribadito di non aver ricevuto alcun avviso di garanzia.
“L’unica indagine di cui sono a conoscenza è quella relativa ai fatti de L’Aquila”, aveva spiegato il vicesegretario, riferendosi alla denuncia per diffamazione e minacce portata avanti dall’ex segretaria locale Giuliana Vespa, in seguito a una furiosa lite durante un’assemblea sindacale in Abruzzo.
Come ricordato da FqMillennium nel numero di giugno 2019, nel fascicolo delle indagini sull’uso improprio dei fondi del sindacato il cui filone principale è in capo da tempo al pm romano Stefano Pesce, c’è anche un’informativa della Guardia di Finanza che racconta di 330.000 euro passati da un conto corrente della Federazione nazionale Igiene Ambientale di cui Favoccia era segretario, a una carta prepagata intestata al sindacalista, soldi prelevati in larga parte al bancomat.
“Quasi sempre sono state eseguite operazioni da 250 euro l’una, nella stessa giornata e presso il medesimo sportello”, si legge nelle carte: 16 prelevamenti il 12.07.2011, 19 prelevamenti il 28.12.2011, 4 prelevamenti il 24.08.2012 a Panarea e 8 prelevamenti il 28.08.2012 a Lipari. Nell’informativa si legge anche che “essendo Giovanni Centrella il legale rappresentate del conto movimentato da Favoccia, non può escludersi allo stato un’eventuale correità delle ipotesi distrattive“.
Tradotto: l’ex segretario generale non era esente da responsabilità sull’utilizzo dei soldi del sindacato, seppure a livello periferico.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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