UN ELETTRICISTA AL QUIRINALE
IL VANTAGGIO DI UN PRESIDENTE TECNICO
Un tecnico al Quirinale: è la soluzione più accreditata.
Presenta il grande vantaggio di eleggere alla guida della Repubblica un uomo sicuramente al di sopra delle parti.
Lo svantaggio, evidente, è che nel discorso di Capodanno un presidente tecnico rischia di dilungarsi su dettagli di scarso interesse popolare, tipo l’andamento della Borsa di Giakarta, la partita doppia, le onde hertziane, la temperatura di fusione delle leghe metalliche, con svolgimento molto autorevole ma di poca presa emotiva sui cittadini.
Ma vediamo i nomi più accreditati.
PIER CARLO PADOAN
Ha dedicato la sua vita al corretto posizionamento dell’accento nel suo cognome, con risultati incoraggianti ma ancora non definitivi.
Attuale ministro dell’Economia, è molto rispettato per la determinazione e la chiarezza con le quali spiega che non c’è più niente da fare.
È docente in una decina di Università sparse in tutto il mondo, da Sydney a Buenos Aires a Tokyo, ricopre incarichi di prestigio in decine di istituzioni economiche internazionali, presiede diversi Consigli di amministrazione.
La sua giornata comincia estraendo a sorte la sede lavorativa da raggiungere e finisce in aeroporto con una telefonata di scuse perchè ha perso la coincidenza.
Accetterebbe il Quirinale a patto di dotarlo di una sala d’attesa Vip e di un tabellone luminoso con i voli in partenza.
LORENZO BINI SMAGHI
La sua carriera, tranne pochi dettagli, è quasi identica a quella di Padoan.
I due si incontrano spesso in aeroporto e cercano di capire, unendo gli sforzi, quale volo prendere per atterrare in tempo in almeno una delle decine di capitali mondiali nelle quali sono attesi.
Spesso si dividono fraternamente i compiti: per esempio Bini Smaghi va a Chicago a tenere il corso di Padoan che appassiona migliaia di studenti (“Opportunità e rischi della cartolarizzazione”), mentre Padoan va a Praga a presiedere la sessione di esami di diritto monetario di Bini Smaghi.
GIULIO GIULI GIANNI
Giuli Gianni non è un economista e deve la sua fama accademica ai suoi studi sui gas nobili, grazie ai quali ha vinto diversi premi internazionali.
Secondo una teoria che ottiene sempre maggior credito, anche gli economisti non sarebbero abbastanza neutrali rispetto alla contesa politica; e dunque, perchè non puntare su uno scienziato puro, che ha trascorso la vita intera nei laboratori del Gas Institute di Philadelphia verificando gli effetti del transito dei gas attraverso le microfibre?
Giuli Gianni ha lo svantaggio di essere del tutto sconosciuto, tranne che nell’ambiente dello studio dei gas nobili. Ma chi l’ha incontrato assicura che è di bella presenza, molto cortese, e sarebbe disposto a rinunciare ai suoi studi pur di poter finalmente spiegare agli italiani, nel discorso di Capodanno, l’importanza dei gas nobili nelle nostre vite.
AMELIA FASOLAZZI
È meno nota di Fabiola Gianotti, ma lavora anche lei al Cern di Ginevra in un esperimento minore. In un modesto scantinato è addetta allo studio del neutrino di Smith, che a differenza del bosone di Higgs ha un ruolo del tutto trascurabile e soprattutto è già stato scoperto ottant’anni fa dagli studenti di un istituto tecnico di Brindisi.
Perchè dunque preferire lei alla Gianotti? Perchè lei, a differenza della Gianotti, accetterebbe con entusiasmo di lasciare il suo scantinato e il suo piccolo acceleratore di particelle, ricavato da un vecchio trenino elettrico, sul quale ha speso inutilmente una vita intera.
CARMINE CASTRIOTO
È un elettricista e ha più di cinquant’anni, dunque dispone dei requisiti richiesti dalla campagna “un tecnico al Quirinale”.
Non ha alcuna competenza politica, non ha mai messo la cravatta in tutta la vita, parla un italiano molto approssimativo, ma si è autocandidato sostenendo che l’impianto del Quirinale è obsoleto.
Se ne è accorto seguendo casualmente il discorso di Capodanno di Napolitano e notando frequenti cali di tensione nelle luci.
Michele Serra
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