UN PAESE CHE MUORE DI POCO CONFLITTO
IL CONSERVATORISMO PARANOIDE CHE VEDE IL PAESE PREDA DI FOCOLAI ANARCHICI
In Italia è ormai divenuto senso comune di un discreto pezzo della popolazione un conservatorismo paranoide che vede il Paese preda di focolai anarchici, associazioni sovversive e violenza politica diffusa: “Se si dà fuoco a fantocci raffiguranti questo o quel ministro, se poi si cerca di dare l’assalto a una prefettura attaccando i poliziotti con bombe chimiche (sic) che ne mandano all’ospedale un paio di decine, se queste cose accadono ma non suscitano alcuna decisa condanna da parte dei partiti dell’opposizione (sic), questo è forse qualcosa di più di un episodio” (Galli della Loggia sul CorSera parla degli scontri al “No Meloni day” di Torino). Accanto a quelli delle “bombe chimiche”, ci sono i borghesi piccoli piccoli (a volte ministri) degli scioperi che disturbano il cittadino, degli sfaticati che guarda caso sempre il venerdì, dei diritti certo, ci mancherebbe, però se blocchi un camion vai in galera. E poi c’è la realtà: in Italia, e nel mondo “sviluppato”, il conflitto sociale è sparito e se guardate il tracollo della quota dei salari sulla ricchezza prodotta capirete chi ne ha beneficiato. Prendiamo a prestito i dati sugli scioperi riportati ieri sul manifesto dall’economista Emiliano Brancaccio: dal 1992 nei Paesi più ricchi “in media, gli scioperi sono crollati di oltre il 40%, con punte negative di oltre l’80 nel Regno Unito”; in Italia – incredibilmente – mancano dati ufficiali, ma uno studio recente mostra che tra 1973 e 2009 “i conflitti di lavoro annui passano da 5.598 complessivi a meno di mille, una precipitazione superiore all’80%”; il crollo continua anche nei numeri disponibili per gli anni recenti (calo di due terzi nella grande impresa tra 2005 e 2022, del 25-40% nei settori controllati dalla Commissione di garanzia) e senza apprezzabili differenze riferibili al colore degli esecutivi. Salvini e Meloni possono rilassarsi. In realtà l’Italia muore di poco conflitto e, quel poco, difensivo: resistere ai licenziamenti, alle chiusure, alla cassa integrazione o ai tagli di un governo, come lo sciopero generale di ieri. Il conflitto sociale, invece, aguzza l’ingegno, spinge i Paesi a migliorarsi, consente la tutela di interessi altrimenti negletti. E poi è pure divertente (però andateci piano con le bombe chimiche, eh, delinquenti…).
(da ilfattoquotidiano.it)
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