UNA PROMESSA PER TUTTI, GARANTISCE LUI: SULLE CASE ABUSIVE A NAPOLI, SUI SOTTOSEGRETARI A CROTONE, SUL COSTO DEI TRAGHETTI AD OLBIA
IL SOLITO RITO BERLUSCONIANO DEL “GHE PENSI MI” REGGERA’ ANCORA O GLI ITALIANI SCARICHERANNO L’IMBONITORE MEDIATICO?…SU QUESTO QUESITO SI GIOCHERA’ IL DESTINO DELLE AMMMINISTRATIVE E DEL GOVERNO
Ieri il premier è intervenuto per telefono a una manifestazione dell’Alleanza di Centro a Reggio Calabria.
Ha assicurato: che Pionati avrà il suo sottosegretariato; che dopo la promozione al ministero delle Infrastrutture di Aurelio Misiti e a quello dell’Economia di Antonio Gentile, la prossima sarà quella al ministero del Lavoro di Giuseppe Galati; che infine «ci saranno tre calabresi che lavoreranno per la loro regione nel governo».
Quattro giorni prima, a Olbia per sponsorizzare un candidato, il suo amico ortopedico Settimo Nizzi, aveva garantito che il sottosegretario sarà un potente del luogo, Mauro Pili.
I Responsabili lamentano di non aver avuto quanto era stato concordato? Silvio cita Sciascia: «È giusto, ciascuno avrà il suo».
Si consuma il sommo Rito, quella di promessa per tutti.
Gianfranco Fini, sostiene che il presidente del Consiglio cadrà non per via giudiziaria, ma perchè «non ha mantenuto le promesse».
Tesi che varrebbe in tutti i Paesi europei, escluso l’Italia.
Concetto rigorosamente politico, ma che non si adatta al nostro elettorato, altrimenti il premier sarebbe già dovuto fuggire su un barcone per raggiungere da clandestino Tripoli e il suo compagno di merende Gheddafi.
Purtroppo quando il Cavaliere promette, molti italiani che lo ascoltano sentono come di aver udito la parola di uno sciamano, e non si domandano se la cosa avverrà anche, oppure no.
Il mezzo è, più che mai, il messaggio, i toni, i modi, il rapporto tra le parole e le diverse piazze.
Berlusconi è a Napoli, dove assai sentito è il problema del condono per le case abusive?
Annuncia «fermerò le demolizioni fino alla fine dell’anno».
Gli domandano del problema del caro traghetti a Olbia? Mette la sua mano sul fuoco, «deve essere risolto, e se ve lo dico io consideratelo già fatto», interverrà «chiamando la Tirrenia a ripristinare la linea e intervenendo come stato sui costi dei carburanti».
Gli chiedono dei fondi per la Olbia-Sassari, della statale 125 Olbia-Arzachena-Palau, della stazione ferroviaria?
«Saranno trovati, giuro; lo dico io a Tremonti».
È a Crotone, città assai disamorata dalla politica, e s’impegna: «Dimezzerò il numero dei parlamentari».
Solo in tal modo si può spiegare come mai l’uditorio continui a prendere dopo tanti anni per buona la promessa: perchè è personalizzata.
Esiste, sì, un format smaccato, il logorìo degli anni, la ripetizione; ma è anche vero che il Capo lo adatta.
La seduzione, diceva Renè Girard, non serve a riportare alla realtà , serve proprio per esorcizzare il peso della realtà .
È il meccanismo del «ripulirò Napoli dalla monnezza in un mese», del «meno tasse per tutti», del «risolvo in quarantott’ore il problema degli sbarchi a Lampedusa».
Certo – rispetto al «meno tasse per tutti», al «miracolo italiano», al contratto con gli italiani in tv da Vespa («prometto che se non avrò realizzato almeno quattro dei cinque punti non mi ricandiderò più») – la promessa odierna ha perso ogni residua grandezza.
Ma la tecnica del Cavaliere fin dalla «discesa in campo» è sempre stata mescolare promesse epocali e piccoli orticelli.
Per esempio «con Letizia Moratti triplicheremo gli anziani assistiti in città », oppure «abbiamo in mente i progetti delle due linee della metropolitana”, lo intervista Radio Kiss Kiss, emittente molto ascoltata dai tifosi del Napoli dove Silvio giura, «ad Allegri piace Hamsik, ma non credo che De Laurentiis sia intenzionato a cedere una star. Escludo dunque questa possibilità . Dò garanzie ai napoletani».
E poi di nuovo, a giro, la promessa: «Supereremo il divario nell’occupazione tra nord e sud».
È come se la Promessa sottendesse l’irrealtà , non la realizzazione; il Sogno, non la psicopatologia della vita quotidiana.
E l’ubiquità del Capo, “prometto ad Alessandro Nannini di andare a Siena se arriverà al ballottaggio”, a Coppola «sarò a Torino al secondo turno», a Lettieri «giurò che mi avrai al tuo fianco a Napoli»…
«Sono un uomo di mare», raccontò una volta il Cavaliere accennando ai tanti porti in cui era approdato, fin da sedicenne chansonnier.
Forse per questo ha abituato gli italiani alle sue promesse da marinaio.
Fino a quando?
Leave a Reply