URSULA E LA MELONI NELLA POLVERIERA LAMPEDUSA PER LA PHOTO OPPORTUNITY: MOMENTI DI TENSIONE CON I MANIFESTANTI CHE HANNO PRETESO DI POTER PARLARE CON LA MELONI CHE È SCESA DALLA MACCHINA
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La presidente della commissione Ue e la commissaria sono arrivate a bordo dell’aereo di Stato italiano, assieme a Meloni.
Il programma della visita a Lampedusa della premier Giorgia Meloni e della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen è stato intralciato dalla protesta di alcune decine di cittadini dell’isola che hanno sbarrato la strada al convoglio di auto nel tragitto dall’aeroporto all’hotspot per i migranti. Non sono mancati momenti di tensione con i manifestanti che hanno preteso di poter parlare con la presidente del Consiglio, altrimenti non avrebbero sgomberato la carreggiata. Uno di loro guidava la protesta parlando a un microfono.
“Stiamo facendo il possibile”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha cercato di rassicurare un gruppo di cittadini di Lampedusa che hanno sbarrato la strada al convoglio di auto con a bordo anche la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, nel tragitto dall’aeroporto all’hotspot.
Le decine di manifestanti minacciavano di non liberare la carreggiata senza un colloquio con le autorità. Sono scesi dalle auto anche von der Leyen e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Dopo qualche momento di tensione e il colloquio, i cittadini hanno sgomberato la strada.
Meloni e Von der Leyen sono andate all’hotspot che ospita i migranti a contrada Imbriacola, dove si sono trattenute una decina di minuti. Poi si sono spostate al molo di Favaloro, dove approdano ogni giorno i barconi che trasportano i migranti. Insieme a loro, oltre al titolare del Viminale, c’è anche la commissaria europea agli Affari Interni, Ylva Johansson.
Al molo Favaloro, Meloni e Von der Leyen hanno guardato a lungo le decine di barchini ormeggiate nel “cimitero” dei natanti, una distesa di legno e alluminio. Sono le imbarcazioni su cui sono arrivati nelle ultime settimane migliaia di migranti.
Poi, alla fine della visita, la conferenza stampa in aeroporto. “Avete visto, la presidente Von der Leyen ha accettato immediatamente il mio invito – ha cominciato Meloni – Non lo considero un gesto di solidarietà dell’Europa verso l’Italia, ma un gesto di responsabilità, perché questi sono anche i confini dell’Europa”. E ha aggiunto: “Siamo di fronte a una portata tale, in tema di flussi migratori, che se non lavoriamo tutti insieme al contrasto delle partenze illegali, questo fenomeno travolgerà prima i Paesi di frontiera e poi tutti gli altri”. È un problema che “va affrontato tutti insieme”.
“Le proposte dell’Italia sono sempre le stesse: accordi strutturali con i Paesi del Nordafrica per fermare le partenze, lotta contro i trafficanti anche uniformando le legislazioni, quote di immigrazione legale concordate con i Paesi che collaborano, una efficace missione europea navale per contrastare gli scafisti e strumenti più efficaci di rimpatrio messi in campo dalla Ue. E serve anche un coinvolgimento dell’Onu”, ha sottolineato Meloni.
Poi la presidente del Consiglio ha insistito ancora sull’importanza della degli accordi con il Paesi del Nordafrica, soprattutto con la Tunisia – che può essere il primo di una lunga serie – e ha annunciato che tutto ciò verrà discusso al Consiglio Ue di ottobre.
“La migrazione illegale ha bisogno di una risposta europea – ha detto Von der Leyen – la solidarietà incredibile degli abitanti dell’isola scalda il cuore. Ricordiamo che tutti i coinvolti sono persone che si trovano in una situazione che non hanno voluto loro. Arrivano qui a Lampedusa perché è il posto più vicino”.
Poi Von der Leyen ha illustrato i dieci punti per affrontare la crisi migratoria:
Subito il sostegno all’Italia per affrontare la crisi nell’immediatezza; secondo, aiuteremo a trasferire i migranti fuori da Lampedusa ed esortiamo gli altri Paesi a farlo; terzo, utilizzare il sostegno di Frontex per un rapido rimpatrio dei migranti che non hanno diritto all’asilo; quarto punto, dobbiamo migliorare i nostri sforzi per combattere i trafficanti di esseri umani, abbiamo bisogno di un approccio doppio, magari parlando con la Tunisia, e dobbiamo aggiornare la nostra legislazione; quinto punto, dobbiamo migliorare la sorveglianza navale aerea attraverso Frontex, ed estendere le missioni navali nel Mediterraneo e migliorare l’equipaggiamento della Guardia costiera tunisina. Il sesto punto è agire contro le strutture logistiche dei trafficanti, per rimuovere e distruggere tutte le imbarcazioni recuperate; settimo punto, l’agenzia europea per l’asilo deve dare sostegno all’Italia, respingendo le domande che non rispettano i requisiti richiesti; ottavo punto, le misure più efficaci per lottare contro scafisti e trafficanti sono corridoi umanitari e percorsi legali, per spezzare la narrativa dei criminali; nono punto, migliorare la cooperazione con Oim e Unhcr per offrire rimpatri volontari; ultimo punto, lavorare con la Tunisia per dare vita a nuovi progetti e allo stanziamento di fondi.
(da Fanpage)
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