USURA, ULTIMO BUSINESS DELLE MAFIE: “HANNO SCALZATO IL CRAVATTARO DI QUARTIERE”
IL GIRO DI AFFARI TOCCA ORMAI 24 MILIARDI, IN CALO LE DENUNCE DELLE VITTIME
La crisi ha aiutato l’usura a crescere. Durante la recessione, il mercato degli strozzini ha raggiunto un giro d’affari record da 24 miliardi di euro, e investe circa 200 mila tra imprenditori e professionisti del nostro Paese.
Il dato è in deciso aumento rispetto ai 20 miliardi del 2011, poco prima della grande crisi italiana.
Ogni vittima contrae ormai con gli usurai un prestito medio di 125 mila euro (contro i 90 mila di 6 anni fa).
Nel loro rapporto “L’usura dopo la crisi: tra vecchi carnefici e nuovi mercati”, Confesercenti e Sos Impresa sottolineano che le denunce sono rimaste al palo. Dal 1996, anno di emanazione della presunta legge anti-usura (la 108), assistiamo a un calo sistematico e inarrestabile del loro numero: nel 2016 sono 408, nel 1996 erano 1436.
Ma la recessione non ha solo fatto lievitare il giro d’affari dell’usura. Ha anche cambiato il mercato e i suoi protagonisti.
Tramontato definitivamente (o quasi) lo squalo di quartiere, il mercato dell’usura è sempre più in mano a gruppi organizzati, apertamente criminali e spesso dall’apparenza professionale: se nel 2008 solo il 20% circa degli usurai assicurati alle Forze dell’ordine aveva legami con qualche mafia, la percentuale è salita al 40% nel 2016.
Tradizionalmente le organizzazioni mafiose si sono dedicate marginalmente a questo tipo di reato, spesso limitandosi a chiedere una congrua percentuale, il pizzo, agli usurai presenti nella zona sotto il controllo dei clan.
Oggi non è più così e la criminalità mafiosa, da presenza marginale nel mercato usuraio, ne è diventata una dei protagonisti, acquisendo quote sempre più ampie del credito a nero.
Molti boss, piccoli o grandi, non considerano più spregevole tale attività , anzi il titolo di usuraio mafioso s’inserisce compiutamente in quell’economia corsara, immensamente ricca e altrettanto spregiudicata, priva di regole e remore. In mano alla mafia, l’usura è diventata così uno strumento finalizzato a impossessarsi delle attività imprenditoriali della vittima e infiltrarsi quindi nell’economia sana.
Le organizzazioni criminali, d’altra parte, possono muovere in poche ore somme ingenti di denaro che arrivano loro dal traffico di droga e delle scommesse.
i professionisti dell’usura sono anche attrezzati per riscuotere – con ogni mezzo e intimidazione – le rate di restituzione che gli imprenditori faticano a onorare perchè in gravi difficoltà con le loro attività .
Ma chi è l’usuraio? Quali sono le sue vittime?
I dati di Sos Impresa, che ha il quadro delle persone assistite in sede processuale, dicono che
– l’usuraio è in prevalenza un uomo (nell’87% dei casi), maturo e di età compresa fra i 41 e 53 anni
– il 34% ha superato i 56 anni, ed è nato nell’Italia meridionale per il 66%
– ufficialmente è un imprenditore, ma molti sono i pensionati (30%) o addirittura disoccupati nullatenenti (5%). Tutti dichiarano un reddito medio basso
– significativa la percentuale di liberi professionisti, avvocati e commercialisti in testa (8%) e consistente quella di amministratori o soci di società finanziarie (20%)
– Il 40% di essi è in qualche modo legato alla criminalità organizzata. Erano poco più del 35,8% nel 2010 e del 20,1% del 2008.
A proposito delle vittime:
– parliamo in prevalenza di maschi (al 70%), ma con una importante presenza di donne (30%) e con un’età compresa tra i 55 e 58 anni
– si tratta di soggetti maturi, nella stragrande maggioranza imprenditori;
vittime e carnefici frequentano gli stessi ambienti economici, sociali, ricreativi;
– hanno infine un identico humus culturale.
(da “La Repubblica”)
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