VITA DA BISIGNANI RACCONTATA DAI CONTI CORRENTI: MAXI-GOMMONI. BOVINI VIVI E TANTI CONTANTI
TRA LE CARTE DEPOSITATE DALLA PROCURA DI NAPOLI CI SONO ANCHE GLI ESTRATTI CONTO CHE RACCONTANO MOLTO SUL LIVELLO DI VITA DELL’UOMO AL CENTRO DELL’INCHIESTA SULLA P4
Bisignani usa due conti, o almeno questi sono quelli di cui si è occupata la Procura: uno presso la milanese Cassa Lombarda (dove ne ha anche uno per la gestione dei fondi, un conto di investimento) e l’altro presso l’Unicredit.
Scorrendo anni di movimenti si capisce che il primo è usato soprattutto per le operazioni consistenti, il secondo per le “piccole” spese e l’economia domestica.
Bisignani ha una gestione delle sue finanze, sul conto di Cassa Lombarda, quantomeno singolare, tanto singolare che a qualcuno potrebbe sembrare perfino sospetta.
Con una carta di credito American Express spende almeno 8-10 mila euro al mese.
Però molto spesso si presenta in banca e versa enormi quantità di contante, anche più di 10 mila euro al mese.
Nell’aprile 2006, per esempio, deposita 21.300 euro in contanti, a maggio 15 mila in due tranche, a giugno 13 mila, a ottobre altri 12 mila.
Un fiume di denaro che sarebbe comprensibile per un barista o un commerciante, che deve depositare l’incasso di giornata, ma un manager come Bisignani dove li trova tutti questi soldi in contante?
E perchè paga con la carta di credito se ha il portafoglio che straripa di banconote?
Mistero. Questo il conto corrente da solo non può spiegarlo.
Altre operazioni, invece, vengono descritte nel dettaglio. Come la vendita di un gommone (parecchio di lusso, si deduce) a Roberto Mazzei, un ex dirigente della società editrice Ilte, di cui Bisignani è direttore generale.
Mazzei nel 2009 viene nominato alla presidenza del Poligrafico dello Stato, “non escludo che il Bisignani si sia speso per farmi ottenere tale nomina”, dice nelle carte.
All’inizio del 2008 compra in due tranche il gommone di Bisignani per una cifra astronomica: 245 mila euro, pagati in tre rate.
Quando arriva l’estate Bisignani non è però certo disposto a restare sulla spiaggia, quindi compra dalla Magazzù Yachting un’altra barca a 120 mila euro, meno della metà di quanto ha incassato dall’amico Mazzei.
Da Cassa Lombarda partono anche i bonifici nell’interesse di Francesca Camilla Mittiga, sua moglie, che gestisce la tenuta di famiglia ad Ansedonia.
Quindi Bisignani paga le rate di un trattore Landini e compra perfino un “bovino vivo” per quasi tremila euro.
Se il conto a Cassa Lombarda suscita molte domande, soprattutto sulla frequenza dei versamenti in contante (quasi sempre almeno 10 mila euro al mese), quello presso l’Unicredit sembra appartenere a un normale lavoratore dipendente.
Lì Bisignani riceve lo stipendio, buono ma non stellare, dalla Ilte, di cui è direttore generale: 13 mila euro al mese, circa.
E su quel conto paga le bollette, le spese del costoso condominio romano in cui vive con la moglie, ogni tanto spende qualche centinaia di euro — sempre per conto della moglie — per iscrivere alcuni cavalli a concorsi ippici.
Si scopre perfino che ogni mese Bisignani versa una paghetta da 300 euro al figlio Renato che, lavorando per la Ferrari su diretta raccomandazione del presidente Luca Cordero di Montezemolo, non si sospettava ne avesse bisogno.
Circa la stessa cifra se ne va ogni mese per pagare le rate di una Mercedes, tutto normale se non fosse che vista la quantità di contante di cui dispone Bisignani — stando ai versamenti sul conto di Cassa Lombarda — non si capisce perchè non l’abbia comprata in contanti, o almeno in un’unica soluzione.
In un’unica occasione si nota anche una donazione in beneficenza, nel 2006, di 2.500 euro. Certo, il destinatario è scelto con cura: la fondazione Silvana Paolini Angelucci, dedicata alla moglie prematuramente scomparsa del deputato del Pdl Antonio Angelucci, editore di Libero stampato dalla Ilte, giornale su cui Bisignani ha avuto a lungo una certa influenza.
Bastano questi conti correnti a farsi un’idea delle disponibilità economiche di Bisignani? Sicuramente no, come dimostra un altro dei documenti dell’inchiesta: sempre tramite Cassa Lombarda, nel 2001, Bisignani ha approfittato del condono fiscale deciso dal governo Berlusconi per far rientrare dall’estero quasi 5 miliardi di lire pagandone soltanto 121 di tasse (il 2,5 per cento).
Stefano Feltri
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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