VOTO AGLI IMMIGRATI, SCONTRO NEL PDL: LA PROPOSTA DI LEGGE BIPARTISAN NON PIACE AI RAZZISTI
SOTTOSCRITTA DA PERINA E GRANATA (PDL), VELTRONI (PD), ORLANDO (IDV) E RAO (UDC), TENDE A INTEGRARE GLI IMMIGRATI ONESTI CHE PAGANO LE TASSE…CICCHITTO: “INACCETTABILE, NON ERA NEL PROGRAMMA”…GRANATA RISPONDE: “NEANCHE LO SCUDO FISCALE E LA PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA LO ERANO”…BOSSI: “GLI IMMIGRATI DEVONO ESSERE MANDATI A CASA LORO”, FINI “CON GLI ANATEMI NON SI RISOLVONO I PROBLEMI”
Come era prevedibile si è aperto un nuovo fronte interno alla maggioranza dopo la presentazione del disegno di legge che attribuisce il diritto di voto alle elezioni comunali ai cittadini extracomunitari residenti in Italia da almeno cinque anni.
La proposta di legge bipartisan è stata sottoscritta da esponenti di tutti i gruppi parlamentari, ad eccezione della Lega, ed è stata illustrata alla Camera da Flavia Perina e Fabio Granata (Pdl), Veltroni e Vassallo (Pd), Orlando (Idv) e Rao (Udc).
Una proposta che risponde a una priorità nell’affrontare i temi dell’immigrazione: quella di garantire a chi lavora, vive onestamente e paga le tasse, inclusione e responsabilizzazione.
Il diritto di voto amministrativo è già riconosciuto in 16 Paesi europei su 27. Per La Perina (Pdl), “su questioni che hanno una rilevanza di questo livello occorre uscire fuori dagli schematismi. La partecipazione degli stranieri alle scelte delle comunità in cui vivono è l’unico antidoto alla nascita di partiti su base etnica o religiosa Continuando a seguire logiche xenofobe si alimenta l’esclusione e il centrodestra non fa l’interesse nazionale”.
Altri hanno sottolineato che questa proposta si rifà allo spirito europeo e il voto amministrativo non è concesso ai clandestini, ma a persone che lavorano, producono e collaborano nel nostro Paese.
Le firme di deputati del Pdl sulla proposta di legge hanno provocato una reazione durissima del “guardiaspalle” della Lega all’interno del Pdl, Cicchitto, secondo cui “è inaccettabile che alcuni colleghi abbiano preso l’iniziativa di presentare un progetto di legge firmato con esponenti dell’opposizione, tenendo conto che questa proposta non è contenuta nel progranna di governo”.
In pratica un deputato non può fare proposte senza il placet del capocaseggiato pidiellino, ex socialista craxiano convertito sulla via della padagna del magna magna.
Gli ha risposto a stretto giro uno dei firmatari del Pdl, Fabio Granata: “Se è per questo, neanche lo scudo fiscale e la privatizzazione dell’acqua erano nel programma di governo”.
Aggiungiamo noi quello che Granata non può dire: neanche il lodo Alfano, i processi brevi e le leggi ad personam, nonchè le leggi razziste.
Bossi ha fatto la solita profonda riflessione: “gli immigrati devono essere mandati a casa loro”.
Chissà se la pensano come lui gli imprenditori del nord che tengono in piedi la baracca proprio grazie al lavoro di decine di migliaia di immigrati onesti. Senza questa manodopera avrebbero già chiuso da tempo perchè certi lavori i fighetti padani si schifano a farli, tanto c’è sempre qualche genitore che li manda a scuole private anche dopo tre bocciature e all’università in Inghilterra.
Alle affermazioni di Bossi ha replicato Fini: “E’ la solita battuta liquidatoria, un anatema che non affronta il problema. Gli immigrati regolari in Italia sono 4 milioni, tocca alla politica attuare politiche di lunga durata, si deve guardare avanti”.
Lo capisce tutta Europa che l’immigrazione controllata e gestita con intelligenza è una risorsa, occorre semplicemente far rispettare doveri e garantire diritti.
Ma i baluba padani, per garantirsi la poltroncina, preferiscono fomentare l’odio e i pregiudizi, non guardare al futuro della nazione.
Mandare a casa loro chi lavora onestamente è solo ridicola propaganda, se ci andassero veramente l’economia del nord si ritroverebbe col culo per terra e Bossi si dovrebbe barricare in casa per sfuggire ai piccoli imprenditori incazzati.
Poi Bossi a come salvare la casa (dai pignoramenti dei giudici) ha una lunga esperienza.
Meglio pensi alla sua piuttosto che a quella degli altri.
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