ZAIA SCIVOLA SUL PESTO: PROMETTE LA DOP IN TV, MA NON SA NEANCHE CHE SULLE SALSE NON ESISTE
A “MATRIX” IL MINISTRO LEGHISTA GARANTISCE “ARRIVERA’ LA DOP PER IL PESTO LIGURE, CI STO LAVORANDO”….IL GIORNO DOPO LA UE LO SMENTISCE: “LA DOP SULLE SALSE E’ IMPOSSIBILE, DOVREBBE AVERLA OGNI INGREDIENTE”…. IN REGIONE LIGURIA LO SANNO DA DIECI ANNI, IL MINISTRO NO
Di verde il ministro leghista Luca Zaia avrà la pochette, ma non si può dire abbia dimestichezza con pesto e il basilico.
Come leggiamo sul “Secolo XIX”, il ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, ospite di Matrix, sollecitato da una domanda del conduttore Alessio Vinci sulla possibilità che il pesto genovese possa in futuro fregiarsi del marchio Dop europeo, dichiara: “Ci stiamo lavorando per ottenerlo, arriverà presto”.
All’una e venti di martedi notte i telespettatori liguri possono andare a dormire tranquilli, avranno il pesto doc, parola del ministro del radicchio trevigiano.
Il famoso basilico di Prà gongola già all’idea del marchio Doc sulle foglioline vezzose.
E pensare che sono dieci anni che la Regione Liguria, governata sia dal centrodestra che dal centrosinistra, aveva cercato invano di ottenerlo, spedendo una ricca documentazione al severo “Comitato scientifico denominazioni origine controllata e indicazioni geografiche” europeo che assegna dop e ipg.
Ricevendo un secco no in tutte le lingue.
Arriva l’alba del giorno dopo e ecco puntuale la secca smentita della Comunità europea: al comitato scientifico se la ridono per la brutta figura del ministro e ribadiscono che la Dop sulle salse è impossibile, dovrebbe averla ciascuno degli ingredienti.
Cosa che al Ministero dell’agricoltura dovrebbero sapere bene.
A questo punto Zaia cerca una penosa via di fuga, cercando di spiegare che lui intendeva parlare non di Dop, ma di “stg”, specialità tradizionale garantita. A Bruxelles se la ridono ancora di più, perchè la “stg non tutela nulla”. Semplicemente “prescrive il procedimento di un particolare composto che chiunque può riprodurre”, ovvero spiega come farlo, così può essere messo in vendita da chiunque.
Insomma al massimo ci si mette in coda dietro al “marzapane di Lubecca” che ha già inoltrato domanda.
La danese ministra Ue dell’Agricoltura sta mettendo a punto l’Atlante europeo delle denominazioni dop”, forse sarà il caso che una copia la regali in anticipo al ministro leghista Zaia, in modo da evitargli altre brutte figure da incompetente.
Come conclude il SecoloXIX, in Veneto si commenterebbe la figuraccia di Zaia con “Co e ciacole, no se impasta fritole”, “con le chiacchiere non si impastano frittelle”.
Di frittelle e frottole in fondo la Lega se ne intende.
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