Settembre 22nd, 2008 Riccardo Fucile
300MILA I MATRIMONI MISTI IN ITALIA, 590MILA LE CONVIVENZE… TRE COPPIE MISTE SU QUATTRO FINISCONO PER DIVORZIARE… DISTANZE CULTURALI, STILI DI VITA, PRATICHE RELIGIOSE E IGNORANZA LE CAUSE… IL PROBLEMA DEI FIGLI
Invece che misurare il livello di integrazione di una società , sono diventati il sintomo di un grande malessere. Parliamo dei matrimoni misti tra italiane/i e stranieri/e che nell’ultimo decennio si sono triplicati in Italia, raggiungendo quota 300mila.
Se poi consideriamo le convivenze, si raggiunge quota 590mila. Ebbene per 3 coppie su 4, il matrimonio si conclude con il divorzio.
La speranza di riuscire a conciliare le diversità si scontra con i più banali ostacoli quotidiani, ma anche con le più profonde differenze negli stili di vita e nella visione della famiglia.
I numeri di questo fallimento sono stati diffusi dall’Ami, l’Associazione matrimonialisti italiani e raccontano di un modello in piena crisi.
Unioni che dovrebbero essere lo specchio del multiculturalismo, dell’immigrazione, scambio di vite, storie e tradizioni si trasforma nella incomunicabilità , con abitudini troppo diverse, con la religione che condiziona spesso lo stile di vita, con l’ostacolo della lingua.
Partiamo dall’unione tra una donna italiana e uno straniero che rappresenta il 22% dei matrimoni misti. Le donne italiane sempre più frequentemente scelgono africani, nel 24% dei casi marocchini e nel 15% tunisini: spesso però trovano dall’altra parte uomini gelosi, abitudini religiose che l’uomo vuole imporre, richieste di adottare costumi e regole troppo restrittive. Continua »
argomento: Immigrazione, Politica | 2 commenti presenti »
Settembre 22nd, 2008 Riccardo Fucile
IN LIBRERIA “RAZZA PADANA”, DOVE SI RACCONTA IL LUNGO VIAGGIO DELLA LEGA, TRA CRONACA E STORIA, DALLE ORIGINI AI GIORNI NOSTRI, TRA MITI, LINGUAGGI, FEDE E AFFARI… URLA ROMA LADRONA MA AMBISCE ALLE SUE POLTRONE… LA STORIA, IL FASCINO E LE CONTRADDIZIONI DEL PARTITO PIU’ VECCHIO D’ITALIA
La storia arriva sempre quando meno te lo aspetti. E’ il 1961 e un giovanotto lombardo che ricorda vagamente Nicola Di Bari, si presenta a Castrocaro, quello che allora era il festival degli sconosciuti. Il suo nome d’arte è Donato, non avrà molta fortuna, ma qualche decennio dopo entrerà a Palazzo Madama come Umberto Bossi.
E’ uno dei tanti aspetti raccontati nel libro “Razza Padana” ( Rizzoli, 11,50 euro) di Adalberto Signore e Alessandro Trocino, appena uscito nelle librerie. Gli autori, in questo saggio, raccontano la strana avventura leghista, scartabellando nella cronaca e nella storia, raccogliendo storie di raid notturni in autostrada con Bossi e Maroni che scrivono sui cavalcavia “Padania libera”. Ci sono le origini della Lega, un Bossi sessantottino che manifesta col pugno chiuso contro Pinochet. Ci sono le appropriazioni dei miti celtici, il linguaggio, la fede, l’arroganza di un leader che non ama il dissenso interno, i puri e gli intrallazzatori patentati, le idee e gli affari.
Interessante il giudizio espresso a suo tempo da Miglio che nutriva legittimi dubbi sulla cultura del capo: ” Non sono mai riuscito a capire quali letture abbia fatto il segretario: nella sua biografia sostiene di aver divorato 500 libri sul federalismo in pochi mesi e di aver letto Pareto, Weber, Adorno, Marcuse, Cattaneo, Gioberti, Hamilton. Ma nelle moltissime conversazioni che ho avuto con lui non ho mai trovato neanche la più modesta traccia di quei contatti intellettuali, fatta eccezione forse per qualche mal digerito ricordo di Marcuse. Mi ha inflitto sproloqui senza fine, in cui Hegel e Marx andavano e venivano come in un romanzo a fumetti”. Continua »
argomento: LegaNord, Politica | 1 Commento »