Settembre 18th, 2008 Riccardo Fucile
NON CI SI LIMITI ALLA POLEMICA SULL’ANTIFASCISMO… SI RITORNI A DISCUTERE DI POLITICA NELLE SEZIONI… BASTA CON CAPI, CAPETTI E CAPORALI DI GIORNATA… HA RAGIONE VENEZIANI: FINI CON LA DESTRA NON C’ENTRA PIU’ NULLA… UNA DESTRA VERA NON HA SUBALTERNITA’ NE’ VERSO LA SINISTRA NE’ VERSO IL CENTRO… CONTANO LE IDEE NON LE POLTRONE
Anche una rappresentazione teatrale o lirica con un rigido copione cui attenersi può riservare dei fuori programma. Mai sottovalutare gli umori della platea: ne sanno qualcosa illustri e osannati cantanti lirici, cui il loggione della Scala non risparmiò sonore contestazioni. Spesso il dissenso arriva dai più modesti, da coloro che strappano un biglietto a basso costo, mentre i notabili vicini al palco abbozzano un timido applauso di convenienza. Non a caso c’e’ chi ha il posto in prima fila da conservare in abbonamento perenne e chi si accosta alla musica per amore e passione del suono e della vocalità spirituale che esterna.
Il pubblico di AN ha assistito in silenzio e composto a tante stecche, a tanti cambi di tonalità inadeguati, a un “regime totalitario” che ha impedito ogni dibattito interno sulla linea da seguire, persino privato di un Congresso a scadenza statutaria. Continua »
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Settembre 18th, 2008 Riccardo Fucile
UN GIORNALISTA DEL MANIFESTO RACCONTA CHE, MENTRE CENAVA CON LA FIDANZATA IN UNA TRATTORIA A ROMA, HA VISTO ENTRARE ALCUNI RAGAZZI E RAGAZZE DI AZIONE GIOVANI, REDUCI DA ATREJU… VALENTINA, MOSSA DA SPIRITO ANTIFASCISTA, HA LASCIATO LA CENA A META’ PER NON FARSI CONTAMINARE E LUI L’HA SEGUITA… NON CI SONO PIU’ GLI EROI DELLA “RESISTENZA”…
Non poteva tenere per sè un tale segreto, doveva renderne partecipe i lettori: presa carta e penna, Alberto Piccinini, giornalista del “Manifesto”, ha buttato giù l’articolo della “liberazione”, intesa non come il giornale concorrente vicino a Rifondazione e neanche come l’apologia del periodo caro a Gianfri Fini, ma semplicemente come liberarsi da un peso che gravava in modo immane sul suo stomaco. Non a caso la vicenda, infatti, ha inizio e fine in una trattoria romana, dove il nostro giornalista stava cenando sabato sera con la fidanzata Valentina.
Probabilmente erano intenti a terminare la prima portata, quando la loro intimità rivoluzionaria è stata turbata dall’ingresso in sala di un gruppetto di ragazze e ragazzi di Azione Giovani, reduci dalla vicina festa di Atreju, che si sono seduti ad un tavolo libero per terminare la serata in allegria. Racconta l’arguta penna del Manifesto che alla vista del raid gastronomico fascista, la prode Valentina, presa da convulsioni di classe, si è alzata dal tavolo e ha fatto l’atto di andarsene, ritenendo l’aria ormai sufficientemente contaminata. Continua »
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