Settembre 17th, 2008 Riccardo Fucile
IL NEOSINDACO SI E’ TROVATO DI FRONTE A DIPENDENTI ADDETTI ALLA POTATURA MA SOLO “IN ORIZZONTALE”, A OPERAI “CHE NON POSSONO FLETTERSI”, A ELETTRICISTI CHE POSSONO CAMBIARE SOLO LE LAMPADINE AD ALTEZZA D’UOMO, A DIPENDENTI CHE ANDAVANO IN COMUNE IN COSTUME DA BAGNO E A CHI PER FARE PIPI DEVE ANDARE A CASA, PUR ESSENDOCI 15 BAGNI…
Poi dicono che certe cose accadono solo nel profondo Sud. Stavolta una vicenda che ha risvolti davvero umoristici su come funzionano certi uffici pubblici ci viene da Ventimiglia, città ligure dell’estremo ponente, terra di confine con la Costa Azzurra.
Quando si è insediato, il neosindaco del PdL, Gaetano Scullino, ci ha messo un po’ per capacitarsi su dove fosse capitato. Quasi stentava a credere che fosse realtà e non vivesse la trama di un film comico. Che accadeva, infatti, tra i dipendenti pubblici del suo Comune?
Intanto dei cinque giardinieri “potatori” in carico al Comune, uno ” deve evitare le scale fisse e mobili”, un secondo ” è idoneo alla potatura preferibilmente in orizzontale” e un terzo non può tollerare ” vibrazioni ripetute alla mano”. A lavorare quindi restano in due, essendo gli alberi verticali e provocando cesoie, seghetti e falciatrici sequenze di vibrazioni.
Tanto recitava il certificato medico del dottor Roberto Tonet, medico del lavoro del comune di Ventimiglia che ora sostiene “di non ricordare” di avere rilasciato certificati con quella motivazione. Continua »
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Settembre 17th, 2008 Riccardo Fucile
CONTINUA IL GIOCO DEL CERINO… MA SI STANNO BRUCIANDO IN CREDIBILITA’ UN PO’ TUTTI… IL GOVERNO DOVEVA RIMANERE ALLA FINESTRA, NON FARSI COINVOLGERE IN UN AFFARE POCO CHIARO… MA CHE COMPAGNIA IMMAGINE DELL’ ITALIA, FACEVA PENA… DIFENDIAMO IL TRICOLORE PER LE ALETTE DI UN AEREO E POI ABBIAMO AL GOVERNO CHI MINACCIA LA SECESSIONE… MA NON SIAMO RIDICOLI SU…
Proviamo a dare un’immagine che resti alla base del nostro futuro ragionamento. Immaginate un grande bar- pasticceria di una città italiana: c’è chi si sorseggia un caffè al banco, con relativi addetti; c’è il reparto sala da the con servizio al tavolo e c’è il reparto pasticceria con chi vende bignè e cavolini.
Ora poniamo che da anni questo locale sommi perdite colossali perchè il reparto bar e la sala da the non li frequenta quasi nessuno ( ma il personale chiede aumenti in continuazione), mentre fa cassa, ma non a sufficienza, il reparto pasticcini. Il proprietario ( pubblico) se ne frega fino al limite del fallimento, perchè qualcuno ogni anno ripiana il deficit, solo per il gusto di vedere il bar aperto. Arrivati al redde rationem, il “governo” pubblico del bar che fa?
Non cede l’intero bar- pasticceria a un possibile acquirente ( anche perchè vallo a trovare…), ma cede la parte migliore in attivo ( il reparto pasticceria) a un insieme di “filantropi” che sperano di fare un affare e comunque vanno sul sicuro, mentre la parte in passivo va a carico dello Stato ovvero del contribuente. Continua »
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