Destra di Popolo.net

ITALIANI SOLITI VOLTAGABBANA: CONTE INCORONA HAFTAR PER INTERESSE

Dicembre 6th, 2018 Riccardo Fucile

IL GOVERNO CAMBIA CAVALLO: L’UOMO FORTE DELLA CIRENAICA PER LA TERZA VOLTA IN ITALIA IN UN MESE

Se non è una “incoronazione”, ci assomiglia molto. Roma ha trovato il “Gendarme” libico delle frontiere esterne: il generale Khalifa Haftar.
Una investitura che trova il consenso degli Stati Uniti. Per la terza volta in 36 giorni, l’uomo forte della Cirenaica è “sbarcato” in Italia. La terza visita è iniziata mercoledì, quando il generale ha incontrato a Roma l’ambasciatore Usa a Tunisi, Daniel Rubinstein, che gestisce per conto di Washington il dossier-Libia.
Una visita che è proseguita questa mattina, quando Haftar ha fatto il suo ingresso a Palazzo Chigi, dove ad attenderlo c’era il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
L’uomo forte della Cirenaica è arrivato a Palazzo Chigi intorno alle 10 e ha lasciato la sede del governo italiano dopo un’ora e mezza di colloquio. Novanta minuti non possono essere ridotti, come avvenuto a Palermo in occasione della Conferenza per la Libia, ad una photo opportunity.
Sono stati 90 minuti, confidano ad HuffPost fonti libiche, nei quali si è fatto il punto sulle questioni più spinose sul tavolo, nessuna esclusa.
Ufficialmente, Roma non ha scaricato il premier del governo di accordo nazionale (Gna), Fajez al-Sarraj, ma si è consolidata la convinzione che per fare significativi passi in avanti nel complicato processo di stabilizzazione della Libia ed esternalizzare le frontiere esterne, occorra puntare sull’uomo che più garantisce il controllo del territorio, soprattutto di quella parte della Libia dove si concentrano maggiormente gli interessi italiani, che riguardano gli impianti petroliferi e il contrasto ai trafficanti di esseri umani: quell’uomo è Haftar, a capo di un esercito che può contare su oltre 40mila uomini in armi, oltre che sul supporto della maggioranza delle tribù più potenti in Libia, in cirenaica ma anche in Tripolitania.
Nei giorni scorsi fonti dell’autoproclamato Esercito nazionale libico avevano annunciato che Haftar avrebbe discusso del piano Onu per la stabilizzazione della Libia e della riunificazione delle forze armate libiche.
Sul tavolo dell’incontro romano non c’è stata solo la road map per la stabilizzazione della Libia – che nelle intenzioni della comunità  internazionale, come previsto dal piano messo a punto dall’inviato Onu per il Paese nordafricano, Ghassan Salamè dovrà  passare per elezioni entro la fine della primavera del 2019 – ma anche alcuni dossier che riguardano direttamente l’Italia: dal contrasto all’immigrazione illegale alla garanzia di poter contare sulle risorse della mezzaluna petrolifera della Cirenaica. Roma si avvicina dunque sempre più al generale, nel tentativo di sottrarlo all’influenza esercitata da Parigi.
Ma è un avvicinamento cercato anche da Haftar. La ragione, spiegano le fonti, riguarda la solidità  dei governi dei due Paesi europei maggiormente impegnati, più come competitori che come alleati, sullo scenario libico: Francia e Italia.
I problemi interni, vedi rivolta dei gilet gialli, hanno fatto calare l’attenzione di Macron sulla Libia, a differenza di ciò che è avvenuto per l’Italia. “Sotto un nuovo governo populista, l’Italia ha mostrato una nuova spinta ad impegnarsi nei confronti del comandante” Khalifa Haftar.
“Questo è un cambiamento rispetto agli ultimi anni in cui Roma ha favorito il governo rivale di Tripoli, che riconosce”. È un passaggio dell’articolo che il Wall Street Journal dedica alla figura del generale Khalifa Haftar e ai rapporti tra quest’ultimo e l’Italia. Il WSJ, inoltre, fa riferimento alle dichiarazioni di un esponente dell’amministrazione Trump.
“Certamente vedremmo un ruolo per il generale Haftar in qualsiasi futuro della Libia”, le parole della fonte. Haftar potrebbe guidare il Paese? “Questo riguarda il popolo libico”. Ma anche Roma. Che sembra ormai aver puntato decisamente sull’uomo di Bengasi.

(da “Huffingtonpost”)

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NIENTE MESSA E CHIESA CHIUSA PER NATALE CONTRO IL DECRETO RAZZISTA

Dicembre 6th, 2018 Riccardo Fucile

GENOVA, DON FARINELLA: “SE GESU’ SI PRESENTASSE OGGI, CON IL DECRETO IMMONDO DI SALVINI, SAREBBE FERMATO ALLA FRONTIERA E RIMANDATO INDIETRO PERCHE’ MIGRANTE ECONOMICO”

Niente messa e chiesa chiusa ‘per fallimento’ a Natale per protestare contro il decreto sicurezza. E per lanciare un messaggio a quei cattolici che “inneggiando Salvini, uomo incolto, senza alcun senso dello stato e del diritto, sono complici di lesa umanità  e di ‘deicidio'”.
E’ la decisione dirompente di don Paolo Farinella, parroco di San Torpete, parrocchia nel cuore del centro storico di Genova, e, come la definisce lui stesso, “luogo di spiritualità , di poesia, di cultura, di musica e di politica con il suo fulcro nell’eucaristica domenicale”.
“Natale” attacca il prete nella sua newsletter, “non è più natale cristiano: non più ‘memoria’ della nascita di Gesù, ma cinico fatto commerciale, mescolato a ripetuti riti e liturgie”.
I cattolici “si accontentano colpevolmente della favoletta innocua del presepe che, tra oche, animali, mestieri, pupazzi e meccanismi d’ingegneria idraulica, fa del ‘mistero fondamentale della fede cristiana’, uno “strumento di alienazione a beneficio di bambini e adulti infantili che, pur battezzati, solo in quell’occasione entrano in una chiesa. Turisti del religioso flocloristico”.
Il clima buonista, incalza don Farinella, “domina il tempo natalizio, tra babbi-natale, buoi, asini, befane e zampogne”. E i cristiani “sono complici del degrado di natale, perchè la memoria della nascita di Gesù non c’entra nulla con questo natale, trasformato in saga paesana di abbuffate tra regali e presepi, mentre accanto ‘i poveri cristi’ muoiono di fame e freddo in mare, nei bordelli della Libia, pagati dall’Italia, che fomenta le guerre con l’immondo commercio delle armi, da cui ricava illeciti guadagni”. Il cibo “si butta via, mentre sulle stesse strade ‘Gesu’, il migrante dei migranti’ muore di fame e di freddo”.
Nel 2018, insiste don Farinella, non si può celebrare il natale, anche per “obiezione di coscienza” al decreto “spudoratamente conosciuto come decreto sicurezza, sebbene sia un decreto di massima insicurezza e sfregio dei valori e dei sentimenti più profondi della democrazia e del diritto. Dietro parole roboanti, confuse e immorali, si nasconde la volontà  determinata di colpire ‘i migranti’, proprio alla vigilia di quel natale che celebra la nascita di Gesù, emigrante perseguitato dalla polizia di Erode, fuggito alla persecuzione, accolto in Egitto e ritornato a stabilirsi a Nazaret, dopo un viaggio allucinante e pericoloso attraverso il deserto del neghev”.
Tutto questo, è l’attacco a fedeli e a Matteo Salvini, “avviene nel silenzio complice di un mondo cattolico che inneggia a un ministro che dondola un presepe di plastica, sventola un vangelo finto e illude con il rosario in mano, senza suscitare un rigurgito di vomito dei cosiddetti cattolici da salotto”.
In questo anno 2018, “se Gesù, con Maria e Giuseppe, si presentasse da noi per celebrare la sua nascita, col decreto immondo di Salvini, sarebbe fermato alla frontiera e rimandato indietro perchè migrante economico, perchè senza permesso di soggiorno e perchè in Palestina non c’è una guerra ‘vecchia’ dal 1948”.
Insiste don Farinella: “inneggiando Salvini, uomo incolto, senza alcun senso dello stato e del diritto, i cattolici sono complici di lesa umanità  e di ‘deicidio’ perchè ogni volta che si fa un torto sul piano del diritto alla persona del povero, lo si fa direttamente a Gesù nella carne viva dei migranti. Con quale diritto i cristiani possono pretendere di celebrare il natale di quel Gesù che il loro paese, senza alcuna loro resistenza o protesta, espelle l’uomo nel figlio di dio?”.
A pochi giorni del varo di questa legge col voto positivo di Luigi Di Maio “che si fa fotografare mentre bacia il sangue di san Gennaro (povero lui!), come è possibile aprire le chiese e baloccarsi con ninne-nanne, tu scendi dalle stelle, canti gregoriani, presepi scellerati, quando fuori il vero cristo è offeso, torturato, stuprato, vilipeso, venduto, schiaffeggiato, ucciso”, si chiede don Farinella.
Il decreto Salvini “è incostituzionale, e ‘prima gli italiani’ è un obbrobrio giuridico che fa straccio di secoli di conquiste di civiltà  giuridica”. E i cristiani “non si vergognano di assistere ed essere conniventi di questo scempio”.
Quindi “non ci resta che assumere l’unico gesto di dignità  rimasto: la nostra coscienza opposta come bastione di obiezione totale con atto pubblico, radicale, dirompente e inequivoco: la chiesa di san Torpete in Genova resterà  chiusa perchè per un natale senza cristo, un natale senza dio, perchè natale senza uomo”.
Possa la chiesa, “chiusa per fallimento, stimolare il pensiero e la riflessione dei credenti e quanti hanno coscienza”.
Le celebrazioni, conclude don Farinella, riprenderanno con l’Epifania.

(da agenzie)

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AHIMÈ, ANCHE LEI NON CI SARA’

Dicembre 6th, 2018 Riccardo Fucile

PAMELA ANDERSON CRITICA SALVINI VIA TWITTER, SALVINI PRENDE ATTO “CON DOLORE”… L’ATTRICE: “L’EUROPA SI DEVE RISVEGLIARE, LA SOLUZIONE NON E’ SALVINI”

“Ahimè, lei non ci sarà “. Così il leader della Lega Matteo Salvini risponde a Pamela Anderson che l’aveva attaccato su twitter
“Pamela Anderson: “Salvini non è la soluzione, le tendenze attuali in Italia mi ricordano gli anni ’30′”, scrive Salvini su twitter riportando l’affondo dell’attrice nei suoi confronti.
“Ahimè, con dolore, da affezionato spettatore e fan di ‘Baywatch’, lei questo sabato a Roma non ci sarà . #Primagliitaliani #dalleparoleaifatti”.
L’attrice, resa famosa dal telefilm ‘Baywatch’, ha affidato al suo profilo twitter una serie di critiche rivolte al ministro degli Interni italiano, prendendo spunto dai disordini causati dai gilet gialli: “Salvini ha detto che “Macron è un problema per i francesi”, pensando che ciò che sta accadendo in Francia è qualcosa che riguarda solo i francesi. Ma non è così. La soluzione non è più Macron o più Salvini, che hanno bisogno l’uno dell’altro e si rafforzano a vicenda. La soluzione non può che essere un risveglio pan-europeo che attraversi i confini e le nazionalità , in grado di affrontare la profonda crisi economica, sociale ed ecologica dell’Europa oggi”.

(da “Huffingtonpost”)

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FONDO ORFANI FEMMINICIDIO TAGLIATI DAL GOVERNO, CUOR DI LEONE SALVINI EVITA IL TEMA

Dicembre 6th, 2018 Riccardo Fucile

NELLA CONFERENZA STAMPA IL “DECISIONISTA” CONTRO I POVERI NON PRENDE POSIZIONE DOPO LA DENUNCIA DELLA CARFAGNA

Conferenza stampa di Matteo Salvini a Montecitorio assieme ai ministri Marco Bussetti e Lorenzo Fontana per presentare un progetto di legge che reinserisce la materia di educazione civica obbligatoria nelle scuole.
Alla richiesta di chiarimenti sull’emendamento di Forza Italia per incrementare di 10 milioni di euro il fondo per gli orfani di femminicidio, bocciato in commissione Bilancio alla Camera, Salvini evita di rispondere sul merito e si nasconde dietro a un doppio e laconico: “Il Senato potrà  eventualmente migliorare una manovra che già  parte positiva”.
Non ha nulla da dire dopo la denuncia di Mara Carfagna

(da “il Fatto Quotidiano”)

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SPATARO AVEVA RAGIONE: “L’OPERAZIONE CONTRO LA MAFIA NIGERIANA CONCLUSA SOLO IERI SERA”

Dicembre 6th, 2018 Riccardo Fucile

CANTONE SI SCHIERA CON LUI: “SALVINI HA SBAGLIATO”… IN UN PAESE NORMALE SALVINI SAREBBE INDAGATO PER FAVOREGGIAMENTO

“Facendo seguito a notizie imprecise in precedenza diffuse, si ritiene opportuno specificare quanto segue ai fini di una corretta informazione che può essere ora fornita essendosi solo ieri sera concluse le attività  che questo ufficio aveva delegato alla squadra mobile della questura di Torino, con facoltà  di sub delega“.
Comincia così il comunicato stampa diramato dal procuratore capo di Torino Armando Spataro, che ha reso noti i particolari dell’operazione contro la mafia nigeriana “anticipati” in un tweet dal ministro dell’Interno Matteo Salvini che ha provocato una durissima polemica tra il magistrato e il vicepremier leghista.
Oggi Spataro ha ribadito: “Non devo chiarire niente con Salvini – ha detto – L’operazione era ancora in corso. Nessuno aveva dato la notizia che le indagini erano finite”.
A sua difesa è sceso in campo anche il presidente dell’Autorità  nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, a margine di un convegno sulla legge Severino: “Credo la battuta che ha fatto il ministro dell’Interno su Spataro – dice Cantone – sia stata fuori luogo. Poi, sullo specifico, non sono in grado di dire se effettivamente ci fosse stato un rischio o meno per la fuga di notizie perchè per fortuna non ce ne sono stati”.
“Io credo – ha aggiunto Cantone – che nei confronti di Spataro bisogna avere un grande rispetto perchè ha dimostrato nella sua vita e nel suo impegno professionale di essere un magistrato con la schiena dritta, di aver fatto delle cose di grande valore e, quindi, credo che meriti rispetto”.
Al capo della procura di Torino, ha proseguito il presidente dell’Anticorruzione, “credo che bisogna riconoscere quello che ha fatto e dire con chiarezza che è invece un danno per la magistratura e per il Paese che vada in pensione perchè è stato fondamentale per la magistratura italiana”.
L’inchiesta ha portato all’arresto di 6 persone, accusate di associazione di stampo mafioso. Altri sei indagati sono rimasti latitanti.
“Le operazioni delegate – continua Spataro – si sono concluse solo ieri sera (non prima), a Padova, dove è stata eseguita una delle misure predette nei confronti di una indagata, non catturata nei giorni scorsi e tuttavia ricercata sulla base di precisi elementi che ne facevano prevedere la reperibilità . Non sono stati effettuati, dunque, fermi o arresti di iniziativa della polizia giudiziaria”.
Spataro tiene a sottolineare che “la Procura della Repubblica di Torino è l’unica competente in ordine alla direzione delle indagini, al rilascio della delega per la esecuzione di provvedimenti cautelari e alla gestione e autorizzazione alla diffusione delle conseguenti informazioni (nella specie, concordate – come sempre – con la Polizia Giudiziaria)”. –
La procura – prosegue – “ha potuto emettere solo nella mattinata odierna il presente comunicato stampa per non compromettere l’esito delle operazioni delegate che non si erano concluse   il 4 dicembre, ma che – come si è detto – lo sono state, ieri sera, con il previsto arresto a Padova. Non si possono fornire altre informazioni, dovendosi peraltro rispettare le valutazioni del Giudice procedente all’esito degli interrogatori di garanzia”.
Il bilancio dell’operazione: “Sulla base delle fonti di prova raccolte dalla squadra mobile di Torino – scrive ancora Spataro – il 16 novembre 2018, a seguito di richiesta della Dda di questo ufficio, il Gip del Tribunale di Torino ha emesso 15 ordinanze di custodia cautelare (di cui 14 in carcere ed una agli arresti domiciliari) nei confronti di altrettanti indagati per i reati di associazione di tipo mafioso ex art. 416 bis (contestato a 9 indagati) e reati connessi in tema di favoreggiamento di immigrazione illegale (contestato a 3 indagati), favoreggiamento/sfruttamento della prostituzione (contestato a 6 indagati) e introduzione nel territorio dello Stato di ovuli contenenti cocaina per   235,7 grammi netti (contestato a 3 indagati)”.
La querelle, tuttavia, rischia ora di provocare una crisi nella giunta dell’Associazione nazionale magistrati. Anm che, peraltro, è lo stesso Spataro a bacchettare: “Mi sorprende il silenzio della giunta dell’Anm e mi sorprendono anche le dichiarazioni del presidente dell’Anm: si tratta di sottolineare le competenze esclusive dell’autorità  giudiziaria. Non ci sono contrasti o toni che io debba abbassare dato che non li ho mai elevati”.

(da agenzie)

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“PONTI? QUALI PONTI?”: LA NUOVA FIGURACCIA DI CONTE

Dicembre 6th, 2018 Riccardo Fucile

E ALLA DELEGAZIONE TORINESE SONO CASCATE LE BRACCIA

Ieri il governo ha incontrato una delegazione di rappresentanti delle associazioni di categoria e delle parti sociali torinesi. Presenti, per il governo, il Presidente Giuseppe Conte, i ministri Di Maio e Toninelli e la viceministra Castelli. Tutti pentastellati, nessun leghista.
Dall’altra parte c’erano tredici imprenditori torinesi desiderosi di sapere le intenzioni del governo sul progetto Tav Torino-Lione. Il governo ha ricordato che sulla Torino-Lione è in atto un’analisi tecnica costi-benefici, e che al termine di questa istruttoria si tireranno le fila. Il ministro Toninelli ha infatti nominato una commissione di esperti di cui — è stato annunciato — faranno parte anche un esperto del comitato “Sì Tav” e uno di quello dei “No Tav”.
Ad un certo punto della riunione — racconta Giampiero Timossi sul Corriere di Torino di oggi — il premier si è rivolto al Capo Politico del MoVimento 5 Stelle per chiedere alcune delucidazioni: «Ponti? Quali ponti?», ha chiesto il premier rivolgendosi di soppiatto al suo vice Di Maio.
L’avvocato del Popolo aveva perso il filo del discorso e non si era accorto che non si stava parlando di ponti, nel senso di infrastrutture (anche perchè la questione della Tav riguarda più i trafori), ma di Marco Ponti, ordinario di Economia applicata al Politecnico di Milano, consigliere del ministro Toninelli per le grandi opere.
Ponti, oltre ad essere a capo della commissione, è uno di quelli che in passato ha definito la linea ferroviaria del Terzo Valico “una grande opera inutile” mentre rispetto alla Tav ha sempre avuto una posizione estremamente critica al punto che c’è chi l’ha soprannominato “prof anti-Tav”.
Stupisce quindi che Conte non sappia il nome di uno dei principali consulenti del governo sull’argomento di cui si stava parlando.
Non meno confortante è il fatto che il premier fosse sovrappensiero durante il “lungo e proficuo” incontro di ieri.
La gaffe del presidente del Consiglio non è passata inosservata e — scrive il Corriere — ha fatto cadere le braccia alla delegazione torinese.

(da “NextQuotidiano”)

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DI MAIO, PIOVE SUL BAGNATO: SEQUESTRATO UN CANTIERE PER OPERE NON AUTORIZZATE

Dicembre 6th, 2018 Riccardo Fucile

LA SORELLA DI LUIGI E’ L’ARCHITETTO DIRETTORE DEI LAVORI, IL PADRE CURAVA I LAVORI SENZA RUOLI FORMALI

La ARDIMA dei fratelli Di Maio è stata ufficialmente messa in liquidazione ma non ha voluto rinunciare al finale col botto: ieri nel comune di Marigliano è stato sequestrato un cantiere nell’ex centro storico il cui titolare è Raffaele M. e si lavorava a una ristrutturazione.
Ma a quanto pare ci sono opere non autorizzate e quindi è scattato il sequestro.
Nelle cronache si racconta di un balcone che è stato allungato e coperto e di muri abbattuti: al lavoro da settimane, in quel condominio, sia il padre, sia la sorella di Luigi, anche se non compare l’azienda di famiglia — nè la vecchia Ardima Costruzioni ovvio, nè l’attuale Ardima Srl di cui Luigi era socio al 50 per cento — ma una società  terza.
Scrive oggi Conchita Sannino su Repubblica:
In particolare: Antonio si fa vedere con gli operai, ma ancora come “invisibile”, senza ruoli formali. Lei, l’architetto Rosalba, è registrata come direttore dei lavori, con regolare Scia. Stando però ai rilievi dei vigili, non ha vigilato sul progetto e sarà  segnalata con i titolari degli appartamenti. Tutto parte dalla denuncia di un cittadino, in un frammento di Meridione che — al di là  di pelose e interessate indulgenze “antirazziste” — resta esposto più di altri all’incidenza di cemento selvaggio.
La storia è l’ennesima che si intreccia in quel di Mariglianella, diventata vero caput mundi al posto di Pomigliano D’Arco dall’epoca della scoperta dei terreni con manufatti edificati ma non registrati all’Agenzia del Territorio. Anche quel terreno è stato posto sotto sequestro mentre la cartella Equitalia di Antonio Di Maio è ancora lì a gridare vendetta.
Piove sul bagnato.

(da “NextQuotidiano”)

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IL COMUNE DI ROMA PAGA IL CAPODANNO PERCHE’ NON TROVA GLI SPONSOR

Dicembre 6th, 2018 Riccardo Fucile

PER IL CONCERTONE AL CIRCO MASSIMO IL COMUNE DOVRA’ PAGARE 1,5 MILIONI DI EURO PERCHE’ NESSUN SPONSOR SI E’ FATTO AVANTI

Il Capodanno a Roma ai tempi della Giunta Raggi somiglia più a una Via Crucis. Il Comune di Roma ha comunicato che ha deciso che quest’anno pagherà  la kermesse perchè non è riuscito a trovare uno sponsor: l’esborso sarà  di un milione e mezzo di euro.
Nel 2016 il vincitore del bando si era tirato indietro in polemica con il Comune e alla fine era stato organizzato al Circo Massimo, mentre nel 2017 venne aggiudicato un bando triennale a due operatori revocato quest’anno perchè non sono riusciti a trovare lo sponsor.
Spiega Repubblica Roma:
A spiegare cosa è successo è Luca Bergamo, assessore alla cultura del Campidoglio: «Quest’anno gli operatori hanno avuto difficoltà  a raccogliere le sponsorizzazioni. Ce lo hanno comunicato a ottobre e, dopo aver dato loro del tempo, ci siamo assunti direttamente la responsabilità  dell’evento».
Nonostante il bando triennale aggiudicato nel 2017 da due srl, la “Osservatorio” e la “Immagina”, dunque, nessuno sponsor si è detto disponibile a coprire i costi del tradizionale concertone al Circo Massimo.
Un anno fa, i due operatori erano riusciti a raggranellare circa mezzo milione di euro, utili a coprire solo in parte i costi dell’evento che ebbe il suo clou nell’esibizione degli acrobati de “La Fura dels Baus” e di Tosca. Quest’anno, invece, niente.
A pesare sulla ricerca degli sponsor, ipotizzano in Campidoglio, potrebbe essere stato il clima di incertezza che a ottobre ha vissuto la giunta Raggi, “sospesa” in attesa del pronunciamento del giudice nel processo che vedeva la sindaca imputata per falso.
La sentenza che l’ha scagionata (evitandole le dimissioni che lo statuto M5S le avrebbe imposto) è arrivata soltanto il 10 novembre. Troppo tardi, a quel punto, perchè il Campidoglio nel frattempo aveva deciso di revocare il bando e riprendere sotto il suo controllo la gestione logistica e artistica del Capodanno.
Con due effetti: il primo è che per l’organizzazione della festa il Comune di Roma dovrà  sborsare di tasca propria un milione e mezzo di euro, circa 600 mila euro in più rispetto a un anno fa, quando i soldi spesi furono 900 mila, tutti per gli eventi della giornata del primo gennaio.
Il secondo effetto è che per l’anno prossimo si valuterà  se rifare un nuovo bando o “internalizzare” l’organizzazione come avverrà  per quest’anno.

(da “NextQuotidiano”)

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TAV, L’UE: “L’ITALIA CORRE IL RISCHIO DI DOVER RESTITUIRE I FONDI”

Dicembre 6th, 2018 Riccardo Fucile

LA CIFRA INTORNO A 1,2 MILIARDI… MANCATO RISPETTO DELLE SCADENZE DELL’ACCORDO DI FINANZIAMENTO

L’Italia rischia di dover restituire all’Unione europea i fondi ottenuti per la Tav.
Lo ha spiegato il portavoce della Commissione europea dopo l’annuncio del rinvio al 2019 delle decisioni sulla linea di alta velocità  Torino- Lione: “La Commissione Ue non può escludere di chiedere all’Italia di ripagare i contributi Cef già  avuti se i fondi non possono essere ragionevolmente spesi in linea con le scadenze dell’accordo di finanziamento, in applicazione del principio ‘usare o perdere i fondi’”, ha affermato. Non è stata anticipata la cifra che l’Italia dovrebbe eventualmente restituire, ma secondo fonti di Bruxelles riportate dall’Agi Roma rischia di perdere fino a 1,2 miliardi di euro: “Speriamo questo non succeda perchè pensiamo che la Torino-Lione sia un progetto importante”, ha continuato il portavoce.
Queste dichiarazioni arrivano all’indomani dell’incontro tra una delegazione degli imprenditori Sì Tav piemontesi e il governo a palazzo Chigi.
“È importante che tutte le parti mantengano i loro sforzi per completare l’opera in tempo, in linea con l’accordo di finanziamento”, in quanto, ha continuato il portavoce della Commissione europea, si tratta di “un progetto importante non solo per la Francia e l’Italia ma per l’intera Ue, soprattutto nel contesto del corridoio Ue Ten-T Mediterraneo”. Data la sua dimensione strategica europea, viene spiegato, il progetto della Torino Lione “è finanziato in modo significativo dal bilancio Ue”.
Le cifre
I fondi già  versati dall’Ue per l’avvio dell’opera ammontano a 500 milioni.
Per il periodo di bilancio 2007-2013, l’Ue ha destinato 370 milioni di euro per la TAV, a cui si aggiungono 120 milioni già  pagati per il 2014-2020.
Inoltre, l’Italia rischierebbe di perdere una parte, o la totalità , dei 694 milioni di euro ancora disponibili per il periodo di bilancio 2014-2020.
Un portavoce della Commissione, Enrico Brivio, ha spiegato che “a seconda dell’evoluzione nelle prossime settimane, potrebbero essere necessarie delle modifiche al cosiddetto Grant Agreement, l’accordo di finanziamento per modificare la portata dell’azione e il suo calendario nella prima parte del prossimo anno”.
La riduzione o la cancellazione degli stanziamenti futuri potrebbe avvenire nell’ambio delle modifiche al Grant Agreement.
Secondo le stesse fonti, infine, la cancellazione della Tav non sarebbe conveniente per l’Italia perchè, nel prossimo periodo di bilancio 2021-2027, la quota di cofinanziamento a carico dell’Ue dovrebbe passare dal 40% al 50%.

(da agenzie)

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