Settembre 22nd, 2024 Riccardo Fucile
MARCO SILVESTRONI, ELETTO A FRASCATI, CHIEDE DI POTER DESTINARE PIÙ DI MEZZO MILIONE DI SOLDI PUBBLICI IN FAVORE DELLA FONDAZIONE “ACCADEMIA VIVARIUM NOVUM” (PROPRIO A FRASCATI) CHE SI ISPIRA ALLE SCUOLE DEL RINASCIMENTO… I MELONIANI SI SPENDONO PER IL SETTORE IPPICO, CARO A LOLLOBRIGIDA
Il collegio elettorale non si dimentica mai, soprattutto se è valso un posto in Parlamento. Lo sa bene il senatore Marco Silvestroni. Nei giorni in cui il governo fa fatica a racimolare i soldi per la manovra, il parlamentare di Fratelli d’Italia ha messo la sua firma in testa a un emendamento al decreto Omnibus che chiede di destinare 580 mila euro in favore della Fondazione Accademia Vivarium novum.
Più di mezzo milione per “un centro internazionale di studi umanistici che si ispira alle scuole del Rinascimento, con l’intento di influire positivamente sull’educazione dei giovani e sulla società”, come si legge sul sito della Fondazione. La sede è a Frascati, comune alle porte di Roma che fa parte del collegio in cui Silvestroni è stato eletto. […]
L’emendamento in questione non è un caso isolato. È solo uno dei tanti “emendamenti-mancia” depositati dai gruppi parlamentari di maggioranza nelle commissioni Bilancio e Finanze di Palazzo Madama che stanno esaminando il decreto Omnibus. Di nome e di fatto. Dentro c’è di tutto e di più. Mance per i territori e non solo.
Sempre dentro FdI è scoppiata un’altra passione: l’ippica. ll testo approvato dal Consiglio dei ministri ha previsto la riduzione dell’Iva dal 22% al 5% per le cessioni di cavalli “destinati a finalità diverse da quelle alimentari”. Ma i senatori del partito di Giorgia Meloni vogliono fare di più per un comparto che ha il suo punto di riferimento nel ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, casacca FdI.
E così il senatore Luca De Carlo ha convinto i suoi colleghi Vita Maria Nocco e Guido Quintino Liris a firmare insieme un emendamento per aumentare lo stanziamento che servirà a ridurre l’Iva per il trasporto degli equini. E quindi due milioni quest’anno e quattro a decorrere dal 2025.
Le proposte vanno anche oltre. Per sostenere la filiera ippica e “l’indotto del comparto agricolo”, gli stessi parlamentari chiedono di ridurre il prelievo sulle scommesse: tredici punti percentuali in meno per la rete fisica e altrettanti per quella a distanza. E se la raccolta dovesse raggiungere quota 800 milioni, allora – recita lo stesso emendamento – «”l prelievo dei prodotti è fissato per la rete fisica al 20 per cento e per quella a distanza al 24 per cento”.
(da agenzie)
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Settembre 22nd, 2024 Riccardo Fucile
I PENTASTELLATI PRO CONTE ATTACCANO GRILLO: “GARANTE INUTILE”: E CHIEDONO LA CANCELLAZIONE DEL CONTRATTO CHE DÀ AL FONDATORE 300 MILA EURO ANNUI PER SERVIZI DI CONSULENZA E COMUNICAZIONE
Perfino tra i contributi raggruppati sotto il nome di «Logistica» compare la richiesta di
far fuori Beppe Grillo dal Movimento 5 Stelle: «Non serve più il garante». Ha il sapore di un’implorazione che si ripete in più capitoli, insieme a qualche timido accenno di revisione anche del ruolo del presidente.
Il fondatore legge con gli occhi sgranati la carrellata di proposte pubblicate sul sito della sua creatura che si prepara a celebrare un’assemblea costituente lanciata da Giuseppe Conte e di cui lui non condivide neanche una virgola.
Non può crederci, non è questione di carte bollate già diffuse, così lancia una contro informazione pubblicando sul suo blog le lettere che i suoi fedelissimi gli hanno inviato in questi giorni.
La chiama La bacheca del mugugno e allega un indirizzo mail a cui si possono mandare «segnalazioni e lamentele». Insomma, la versione di Grillo contro la versione di Conte e poi si vedrà chi avrà la meglio. Donatella, per esempio, chiede al garante: «Riprendi le redini. Se M5s non farà una feroce autocritica, se non recupererà la sua identità, si ridurrà ad essere un insignificante partitello di cui non vi è nessun bisogno».
È questo il cuore dello scontro tra Conte e Grillo. Va in scena sotto gli occhi di tutti, come fosse una serie televisiva o uno spettacolo che però non ha nulla di comico. Piuttosto, in questa fase costituente, in cui finora sono state raccolte le idee di iscritti e simpatizzanti, il partito sta vivendo la sua fase più drammatica. La domanda che rimbalza tra via di Campo Marzio, sede 5Stelle, e Genova dove vive Grillo è: chi caccerà chi? La convivenza, per adesso e se tutto dovesse restare com’è, neanche è presa in considerazione malgrado alcune parole di circostanza.
Di certo non è il caso di far presente che gli iscritti, quelli chiamati a raccolta da Conte, hanno chiesto a gran voce la cancellazione del contratto che dà al fondatore 300 mila euro annui per servizi di consulenza e comunicazione. Qualcuno tira in ballo anche il santo a cui M5s si è affidato nel giorno della sua nascita. «Il ruolo di garante va svolto nello spirito francescano del Movimento a titolo non oneroso», si legge e poco importa se nel frattempo di acqua sotto i ponti e di auto blu ne son passate.
Tornando nei meandri del Movimento e nella sua organizzazione in senso stretto, non poteva mancare l’inno all’ex combat duro e puro. Parte degli iscritti chiede un suo ritorno: «Vogliamo Alessandro Di Battista» e l’emoticon con il pollice alzato. Quindi via con una carrellata di commenti.
C’è chi lo vuole «con Conte al comando», chi come nuovo capo unico e solo. E poco importa se anche i due ormai sono incompatibili e l’ex deputato non risparmia attacchi all’ex premier. Così c’è anche chi contesta il «politically correct» di Conte e vorrebbe «un ritorno al lessico aggressivo ed efficace di Grillo e Di Battista». Ma sono voci minoritarie, perché sul sito M5s la base è Conte, salvo sorprese. Grillo non ha intenzione di mollare, lo sfida ancora e utilizza quella che un tempo era un’enorme macchina da guerra: il suo blog.
(da la Stampa)
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Settembre 22nd, 2024 Riccardo Fucile
SOLO IN PIAZZA SI SENTONO APPLAUSI SCROSCIANTI. “È ARRIVATA MELONI”, DICE UNA SIGNORA. “NO, È USCITA LA SPOSA DALLA CHIESA”
Alla fine del veloce giro tra i vicoli di Ortigia e gli stand dell’Expo Divinazione, con il volto contratto per la tensione, il ministro Francesco Lollobrigida tira un sospiro di sollievo: «È andato tutto bene». La premier, ed ex cognata, Giorgia Meloni prima di partire alla volta di New York per l’assemblea generale dell’Onu, ha voluto presenziare all’inaugurazione dell’Expo che di fatto apre il G7 Agricoltura. E dopo un breve discorso in piazza Duomo e una corsa tra i gazebo, a domanda sul ministro risponde: «Ha fatto un buon lavoro, sono molto contenta, devo ammetterlo. Lo scriva eh, mi raccomando».
Meloni ha voluto esserci a Siracusa per dare un segnale non solo all’esterno, ma anche dentro i Fratelli d’Italia, dove molti dirigenti sussurrano la fine ormai del potere di Lollobrigida. Dal canto suo il cognato d’Italia sapeva di giocarsi l’osso del collo in questo evento e ha fatto le cose in grande.
C’è però un’altra sfumatura che molti dei peones di Fratelli d’Italia al seguito del corteo presidenziale tra gli stand e le stradine di Ortigia, sindaci, deputati nazionali, arrivati qui per farsi vedere dalla leader, sussurrano a denti stretti. Ad Ortigia nessun bagno di folla, nessuna accoglienza da stadio. Solo in piazza Duomo si sentono a un tratto applausi scroscianti e urla di festa. «È arrivata Meloni», dice una signora. «No, no, è uscita la sposa dalla chiesa, gli applausi erano per lei», le rispondono. Altri applausi non ce ne saranno nel breve tour della premier nella fiera “stupor Lollo”.
(da Repubblica)
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Settembre 22nd, 2024 Riccardo Fucile
I SOCIALDEMOCRATICI SALGONO AL 31%, MALE LA CDU
Sembra un paradosso, ma non lo è. Nonostante Olaf Scholz, la Spd ha vinto le elezioni in
Brandeburgo. Al governatore uscente, Dietmar Woidke, che aveva intimato al cancelliere di tenersi lontano dai suoi comizi, è riuscito sull’ultimo miglio un clamoroso sorpasso sull’AfD, che era da mesi avanti in tutti i sondaggi.
I socialdemocratici vincono anche migliorando il loro risultato di cinque anni fa: superano il 31% contro il 26,2% del 2019.
Anche l’ultradestra Afd migliora di ben sei punti ma si ferma al 29%. La Cdu incassa uno dei peggiori risultati della storia a un’elezione regionale, e finisce persino contro la ‘start up’ della politica tedesca, il partito di Sahra Wagenknecht (BSW).
I cristianodemocratici si fermano poco sotto al 12%, un filo dietro a BSW. E per i conservatori è uno shock: il peggior risultato dalla caduta del muro di Berlino. L’altra sorpresa di queste elezioni è il risultato dei verdi: potrebbero aver raggiunto la soglia di sbarramento del 5%, nei sondaggi sembravano costantemente sotto.
Una vittoria “nonostante” Scholz
Sono due i fattori che hanno contribuito a mobilitare gli elettori progressisti: la minaccia che il popolarissimo Woidke gettasse la spugna – il governatore aveva promesso di “lasciare” se la Spd fosse arrivata seconda – ma soprattutto il suo monito al cancelliere a tenersi lontano da tutti i suoi comizi. Scholz è stato trattato come criptonite dall’uomo che ha guidato il land intorno a Berlino negli ultimi undici anni, e non di rado l’ingegnere agrario sessantaduenne si è messo contro la linea ufficiale del governo semaforo.
Woidke si è battuto fino all’ultimo per ottenere sussidi per le miniere di lignite in Lusazia – la regione da cui proviene – e si è opposto alla loro chiusura anticipata. E ha regalato al land ottimi risultati economici anche al netto dell’arrivo della Gigafactory Tesla a Gruenheide. E ora sta lottando per tenere aperti i 66 ospedali del land, nonostante le minacce di tagli del suo collega di partito, il ministro della Sanità Karl Lauterbach. Alla fine, la campagna elettorale si è trasformata in un duello a due tra Woidke e l’Afd. Uno dei manifesti più famosi recitava “se volete votare testa rapata, scegliete Woidke”. Ma il convitato di pietra è rimasto sempre il cancelliere Scholz.
Il nodo delle alleanze
Fino a domenica mattina, quando si era detto “ottimista” sull’esito del voto, Woidke ha sperato in una riedizione delle elezioni del 2019, quando aveva superato l’Afd all’ultimo momento. E ha vinto la scommessa, anche grazie a una partecipazione straordinaria al voto: l’affluenza è stata del 74%, ben 13 punti sopra al 2019. A caldo, Woidke ha detto che “una cosa è chiara: abbiamo messo a segno un recupero che non si era mai visto, in questo land”. Per formare un governo, parlerà anzitutto con la Cdu, suo attuale alleato, insieme ai verdi. Ma se i gruenen non dovessero riuscire a entrare nel parlamentino, Woidke ha già detto di non essere contrario a un’alleanza con il candidato del partito di Wagenknecht, Robert Crumbach. Un uomo che, prima di bussare a gennaio alla porta della leader rossobruna, era stato per 40 anni un membro della Spd.
(da agenzie)
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Settembre 22nd, 2024 Riccardo Fucile
TRUMP: “SE PERDO NON MI RICANDIDO NEL 2028″… LO CREDO, SARAI NEL POSTO CHE TI SPETTA, LA GALERA
Se a novembre sarà sconfitto non si ricandiderà nel 2028. Parola di Donald Trump. In un’intervista a Full Measure il 78enne ex presidente ha detto di escludere una quarta candidatura, quando avrebbe ormai 82 anni. «No, basta! Non ci penserei proprio», ha affermato. E dopo aver rifiutato di partecipare a un secondo dibattito con la democratica Kamala Harris, è volato nello stato in bilico della Pennsylvania. Mentre la vice presidente è arrivata a New York per un evento elettorale ma anche per l’Assemblea Generale dell’Onu.
Quanto alla campagna vera e propria, la più recente rilevazione della Cnn che ha fatto la media delle ultime cinque rilevazioni condotte dopo il dibattito del 10 settembre su Abc news, Harris è davanti a Trump di 3 punti percentuali, il 50% contro il 47%. Per Nbc, invece, il distacco sarebbe del 49% contro il 44% dell’ex presidente. Harris sembra in vantaggio anche sulla raccolta fondi, nonostante Trump possa contare sulle donazioni di Elon Musk. La democratica ha concluso il mese di agosto con quasi 190 milioni di dollari, quattro volte i 44,5 milioni di dollari della campagna del tycoon.
(da agenzie)
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