Settembre 1st, 2024 Riccardo Fucile
IL DOCUMENTO SUPER RISERVATO DI CUI DAGOSPIA È VENUTO IN POSSESSO IMPONE DI ACCERTARE I FATTI PER VERIFICARE SE FUNZIONARI DELLO STATO, MINISTRO IN TESTA, HANNO DIVULGATO INCAUTAMENTE A SOGGETTI ESTRANEI ALL’AMMINISTRAZIONE INFORMAZIONI RISERVATE CHE NON POTEVANO FUORIUSCIRE DALL’AMBITO DEI SOGGETTI LEGITTIMATI AD ACCEDERVI
Fermi tutti! Ecco la pistola fumante che non lascia dubbi sulla gestione a dir poco allegra degli atti (riservati) del ministero dell’(in)cultura. Ecco la lettera che inchioda, definitivamente, alle sue responsabilità di pubblico ufficiale, Gennaro Sangiuliano. Ecco il documento che prova che l’imprenditrice Maria Rosaria Boccia ha avuto accesso ad atti nei quali vengono anche comunicate questioni sensibili sul piano della sicurezza dello Stato, tanto che viene messa in copia in tutte le mail che vengono scambiate tra i dirigenti del ministero e quelli del parco archeologico di Pompei per gli accessi e gli spostamenti dei ministri della Cultura del G7, in occasione della serata di gala del prossimo 20 settembre.
La lista di distribuzione della comunicazione è diretta infatti ad account ministeriali con desinenza @cultura.gov.it che non poteva in nessun caso comprendere l’indirizzo @gmail della Boccia, priva – come ormai certo e accertato e riconosciuto – di titolo alcuno per poter essere legittimata a riceverla.
Forma e contenuto della comunicazione risultano inequivoci e tali da dover ritenere il documento quantomeno “riservato e non divulgabile” se non si vuole scomodare la procedura per la classificazione dei documenti ministeriali.
Ricordiamo che il G7 è sottoposto a rigidissime regole e codici di condotta per garantire la sicurezza dell’evento e dei partecipanti, affidata ai servizi di sicurezza dello Stato in coordinamento con quelli dei paesi ospitati.
La segretazione degli atti come noto è condizione imprescindibile per la tutela degli interessi nazionali e il tecnicismo della materia richiede da parte di dirigenti e funzionari massima competenza e cautela al fine di preservare l’integrità e la segretezza delle informazioni da una diffusione non autorizzata che oltre a rappresentare un pregiudizio alla sicurezza espone i singoli a responsabilità amministrative penali.
Qui scopriamo che alla comunicazione “incriminata” si allega addirittura la “pianta dei possibili percorsi”! Niente di più riservato per definizione, come è scritto anche nel Manuale delle Giovani Marmotte. “Cena riservata agli ospiti nella Palestra Grande”, “possibilità in caso di pioggia di utilizzare i portici”.
Il documento super riservato di cui Dagospia è venuto in possesso impone di accertare i fatti per verificare se funzionari dello Stato, ministro in testa, hanno divulgato incautamente a soggetti estranei all’amministrazione informazioni riservate che non potevano fuoriuscire dall’ambito dei soggetti legittimati ad accedervi.
Condotta che pertanto mette di per sé seriamente in discussione l’organizzazione rendendo peraltro ormai inutilizzabile tutta la struttura organizzativa già predisposta (da evidentemente riprogrammare) con conseguente aggravio dei relativi costi.
Ecco il testo della lettera, con l’indirizzo di posta elettronica cassato per ovvie ragioni di privacy, che il sovrintendente del parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel invia al consigliere diplomatico Clemente Contestabile e al capo della segreteria del ministro Sangiuliano, Narda Frisoni; quindi alle responsabili delle strutture organizzative e di comunicazione del sito, Maria Antonella Brunetto e Sara Daietti; infine ecco apparire l’indirizzo mail della mitologica Maria Rosaria Boccia. Che è l’unica persona che Zuchtriegel si premura di citare:
DA: ZUCHTRIEGEL GABRIEL
Inviato: mercoledì 5 giugno 2024 09:59
A: CONTESTABILE CLEMENTE; FRISONI NARDA
Cc: BRUNETTO MARIA ANTONELLA; DAIETTI SARA; MARIA ROSARIA BOCCIA
OGGETTO: Percorso G7 ANFITEATRO
Buongiorno,
a seguito della visita con sopralluogo agli scavi del Ministro in data 3 giugno, insieme alla dott.ssa Boccia che legge p.c., considerando sia le difficoltà di allestire la cena in prossimità del Teatro Grande sia la volontà di coinvolgere un pubblico ampio, si è convenuti a organizzare il concerto nell’Anfiteatro (circa 2000 posti) e la cena riservata agli ospiti nella Palestra Grande. Questo darebbe, tra l’altro, anche la possibilità, in caso di pioggia, di utilizzare i portici. Allego una sintesi con pianta dei possibili percorsi. Restiamo a disposizione per qualsiasi chiarimento.
Cordiali saluti
E’ la stessa missiva che stamattina il ben informato Niccolò Carratelli racconta su “La Stampa”: ‘’Comunicazioni scritte dai vertici degli Scavi, come quella datata 5 giugno, che La Stampa ha potuto verificare, nelle quali vengono anche comunicate e riepilogate questioni delicate sul piano della sicurezza, come gli accessi e gli spostamenti dei ministri del G7’’.
E aggiunge: “Boccia è sempre tra i destinatari, ma non è chiaro a che titolo, visto che dagli uffici di via del Collegio romano hanno smentito con forza qualunque suo ruolo ufficiale, anche solo come consulente esterna”.
Amorale della rava e della fava: in assenza di titolo (cioè, decreto di nomina), ha commesso un reato lei (Boccia) e chi glielo ha consentito (Sangiuliano). A questo punto, urge una indagine della Corte dei Conti per eventuali benefit di trasporto su auto o mezzi ministeriali o anche solo di rimborso spese viaggi etc., usufruiti dalla Boccia pompeiana con l’avallo di “Genny Delon”.
Ma soprattutto, giunti a questo punto, vien da chiedersi se non sia scoccata l’ora che ‘O Ministro ‘nnammurato se ne torni definitivamente a Napoli a gorgheggiare ‘’Malafemmena” in qualche trattoria di Posillipo.
Gli account non ufficiali non sono protetti ed espongono a rischi cyber. Sarebbe interessante sapere cosa ne pensa l’Autoritá nazionale per la cybersicurezza (ACN) che “tutela gli interessi nazionali per rendere il Paese più sicuro e resiliente.”
(da Dagospia)
argomento: Politica | Commenta »
Settembre 1st, 2024 Riccardo Fucile
IN ITALIA IL 43% DEI DELITTI MATURA IN AMBITO FAMILIARE, IL COLTELLO L’ARMA PIU’ UTILIZZATA… LA COPPIA SI CONFERMA LA RELAZIONE PIU’ A RISCHIO
E’ un dato che fa paura: in Italia il 43 % degli omicidi viene commesso tra le mura di casa, al Nord addirittura uno su due. Le mura di casa, sono tra i contesti che presentano più insidie: è qui che maturano femminicidi ma anche stragi familiari, genitori che uccidono figli e anche viceversa.
Solo quest’anno, secondo Eures, sono stati ben 70 gli omicidi in famiglia e nell’ambito di rapporti di coppia , pari al 42,9% del totale. Una percentuale molto alta in linea con un trend che è rimasto abbastanza stabile negli ultimi dieci anni: dal 2012 ad oggi su 4.912 omicidi ben 2.110 sono stati commessi in famiglia. Il valore più elevato – fino al 53 % – si è raggiunto nel 2021, l’anno del lockdown per il Covid.
Il Nord più violento
Il nord si conferma l’area più a rischio, con il 45,9% delle vittime. Anche in termini di incidenza del fenomeno degli omicidi in famiglia, il nord raggiunge la percentuale più elevata: gli omicidi in famiglia rappresentano infatti il 56,4% del totale, percentuale che scende al 46,9% al centro e al 31,9% al sud, dovehanno un peso maggiore gli omicidi di criminalità comune e di criminalità organizzata.
Il coltello l’arma più usata
Oltre un terzo degli omicidi in famiglia è stato commesso con un’arma da taglio, seguito da 569 vittime per arma da fuoco (27%) e da 208 vittime uccise da un’arma impropria (9,9%). Nella casistica censita seguono gli omicidi in famiglia per strangolamento (143 casi), per soffocamento (139) e per percosse (100 vittime, pari al 4,7%).
Crescono le stragi in famiglia
Eures rileva come negli omicidi in famiglia siano significativamente più frequenti gli omicidi multipli, pari a 320 tra il 2012 e il 2024, con una incidenza del 15,2%. Frequentemente gli omicidi in famiglia si concludono con il suicidio dell’autore.
Più vittime tra le coppie
Analizzando la relazione vittima/autore dell’omicidio, la coppia si conferma la relazione più a rischio, con circa la metà dei casi complessivamente censiti (1.016 tra il 2012 e il 2024, pari al 48,1%). Seguono i matricidi/parricidi (372 casi, pari al 17,6% del totale; i figlicidi (268, pari al 12,7% del totale degli omicidi in famiglia) e i fratricidi (96, pari al 4,5%). Concentrando l’attenzione sui casi censiti nell’ultimo triennio, si conferma anche tra il 2022 e il 2024 la prevalenza delle vittime nella coppia, e si registra un progressivo incremento dei genitori uccisi (la cui incidenza passa dal 9,1% nel 2022 al 9,7% nel 2023 all’11,4% nel 2024) e dei fratricidi (dal 3,3% al 5,2% al valore più alto nei primi 7 mesi del 2024, pari al 7,1%).
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Settembre 1st, 2024 Riccardo Fucile
HANNO DETTO CHE AVEVA UN “VOLTO DA ROBOT, INESPRESSIVO, NON ADDOLORATO”. LO AVEVANO SCELTO COME IL COLPEVOLE PERFETTO. POCO IMPORTA CHE AVESSE ALIBI A PROVA DI BOMBA
“Dopo un mese di incertezza la notizia finalmente mi ha dato un po’ di sollievo, perché cancella tutte le insinuazioni dette su di noi”. Queste le prime parole del compagno di Sharon Verzeni, Sergio Ruocco, dopo il fermo di un 31enne reo confesso per l’omicidio della donna.
“La mia vita è cambiata per sempre, nulla mi potrà ridare Sharon e i bei momenti passati insieme, manterrò vivo il suo ricordo sempre e so che mi aiuterà a proseguire la mia vita”, ha aggiunto Ruocco, uscito a parlare con la stampa al cancello della villetta della famiglia Verzeni a Bottanuco, accompagnato dai genitori della vittima.
Ruocco, come fatto già nel primo pomeriggio dalla famiglia Verzeni, ha ringraziato “i carabinieri e la procura di Bergamo per la competenza e la tenacia che ci hanno dimostrato. Inoltre ringrazio coloro che con la loro testimonianza hanno permesso di giungere al risultato di oggi”
Sergio Ruocco, l’idraulico promesso sposo di Sharon? Un tizio strano, uno con il “volto da robot, inespressivo, non addolorato, senza rughe o che un micro muscolo mai si contragga”. Anzi, a pensarci bene Ruocco esprime una “personalità assente da emozioni, iper controllata, con quella bocca chiusa che segnala una probabile menzogna”.
Nel nostro Paese ormai non importa più dove vanno indagini e sentenze, è fondamentale trovare una verità virale, che rimbalzi veloce sui social e smentisca la tesi ufficiale. E così per un mese Sergio Ruocco non è solo preda del dolore da giovane vedovo e mancato promesso sposo ma è stato travolto da quel linciaggio subdolo di chi più che vittima secondaria l’addita come potenziale assassino.
In questa lapidazione non si sottraggono aspiranti influencer, acerbi opinionisti che sgomitano, presunti esperti, ex poliziotti star di Tik Tok, e giù a scendere fino nei gironi fino ai soliti leoni da tastiera. Insomma, una grande carovana cafona dei giorni nostri che travolge e cannibalizza.
Poco importa che la siepe, il manto del terreno, nel retro della villetta fossero intonsi, escludendo un passaggio. Poco importa che nessuna telecamera antistante casa avesse ritratto questo odiatissimo prossimo congiunto di Sharon. Poco importa che in casa non ci fossero tracce, impronte del rientro di un uomo che ha appena ucciso. E, ancor più, poco importa che la sequenza spazio-temporale facesse escludere un ruolo dell’idraulico nell’omicidio, non essendo dotato certo di ali ma ormai unto dal sospetto.
Questa ricostruzione fantastica andava sorretta da un movente
Si è insinuato così il sospetto che i versamenti di Sharon a Scientology avrebbero fatto arrabbiare i prossimi sposini. Già iniziavano le prime crepe nella coppia con tante narrazioni coincidenti magari a quelle personali di chi le propalava più che a quella di Sharon e Sergio.
Insomma, quello che viene da taluni considerato un difetto e che non consente sconti era la bussola di questi due ragazzi, sia come persone che come coppia, ovvero la normalità. Sergio è un uomo assolutamente normale, un artigiano investito da un dolore che toglie fiato e abbassa lo sguardo, sussurra mezze parole, quasi evita tutti, non perché abbia qualcosa da nascondere ma, al contrario, perché non riesce a nascondere a nessuno la propria dignità. Per carattere si sottrae al palco mediatico se non per affermare quelle due, tre verità che può condividere. Per carattere non piange, non trasforma in melodramma questa tragedia.
A taluni, però, ciò basta per uniformare questi gesti a quelli di un assassino, mal interpretare un silenzio, lo sguardo basso, il volto tirato, l’impaccio di un uomo normale. Come, del resto, era Sharon, elevata a barista di una nazione intera, quella che al mattino ci serve il caffè regalando un sorriso, una cortesia a ogni cliente. E anche qui si è alzato il venticello di una crisi esistenziale, come se la curiosità o l’avvicinamento a Scientology nascondesse chissà quale deriva e non magari delle domande alla ricerca di risposte che tanti per fortuna ancora si pongono, cercando risposte dove si crede. E, infine, la coppia che in fondo tanto normale non era perché lui era sprofondato nel sonno più profondo mentre lei era fuori a passeggiare.
Quale fidanzato permetterebbe questo in un paese dove calato il buio aleggiano assassini, stupratori e rapitori? Peccato che Terno d’Isola non sia un budello di violenza, certo, esprime alcuni dei problemi di microcriminalità che la benestante provincia italiana sta scoprendo negli ultimi vent’anni ma la gente qui circolava ancora tranquilla. Sergio con ogni probabilità è crollato dalla stanchezza di chi alza presto per lavorare mentre la ragazza voleva forse approfittare della tregua del caldo per allenarsi con un po’ di footing. Invece, ipotizzando una responsabilità passiva, si colpevolizza Sergio, altri sensi di colpa che sicuramente si sommano a quelli che già animano questo giovane.
(da La Satmpa)
argomento: Politica | Commenta »
Settembre 1st, 2024 Riccardo Fucile
“DEVO TUTTO AI MIEI GENITORI, A QUEL VIAGGIO CHE HANNO FATTO PER CERCARE LAVORO IN ITALIA. SONO CRESCIUTO QUI, ANDAVO A SCUOLA. ERO GIÀ ITALIANO PRIMA CHE ME LO RICONOSCESSERO UFFICIALMENTE”
C’è un cittadino italiano che prende un aperitivo a Hollywood assieme a Robert Redford. Quel cittadino si chiama Khabane Serigne Lame detto Khaby, figlio di due migranti senegalesi.Iil tiktoker più seguito del mondo. Ha ottenuto la cittadinanza italiana nel 2022.
La cerimonia si è tenuta nel salone del comune di Chivasso: «Giuro di essere fedele alla Repubblica e di osservare la Costituzione e le leggi dello Stato». Ora studia a Hollywood dove ha firmato per due film e per un documentario sul cambiamento climatico. Il viaggio della famiglia Lame non si è mai fermato.
Cosa sta facendo?
«Studio inglese, faccio un corso intensivo. Quando ho incontrato Robert Redford, mi ha sconsigliato la scuola di recitazione perché avrebbe cambiato il mio modo di essere, togliendomi naturalezza. Però mi ha detto che devo assolutamente imparare bene l’inglese, devo migliorare l’accento e la dizione».
Che effetto fa passare dalle case popolari di Chivasso a Hollywood?
«Sono molto felice. Ringrazio Dio ogni giorno. Ma cerco di tenere i piedi a terra. Far ridere le persone è quello che so fare. Voglio continuare così. Il mio sogno è vincere un Oscar».
Lei è arrivato in Italia quando aveva un anno. Cosa ha significato aver ottenuto, finalmente, la cittadinanza?
«17 agosto 2022. È stato un giorno felice. Ma io mi sentivo italiano anche prima. Mi sono sempre sentito italiano. Sono cresciuto in Italia, facevo la scuola italiana, parlavo italiano, avevo amici italiani. Ero già italiano prima che me lo riconoscessero ufficialmente».
Molti ragazzi meno famosi di lei non riescono a ottenere quel diritto. Le sembra giusto?
«Per niente. Molti di loro meritano la cittadinanza come e più di me. Semplicemente non hanno avuto le possibilità che ho avuto io, così stanno ancora aspettando. Io sono un ragazzo fortunato, questo lo so».
Bocciato tre volte fra elementari e medie. Cosa non funzionava a scuola?
«Non riuscivo a stare attento. Ero un po’ scalmanato. Sono anche dislessico e discalculico, ma non è una scusante. Avrei dovuto impegnarmi di più. È stato il mio grande errore. Quando sono diventato famoso non sapevo neppure una parola di inglese. La scuola avrebbe potuto aiutarmi».
È vero che dopo una bocciatura suo padre l’ha mandato in Senegal per un anno?
«Vero. In Senegal ho studiato il Corano e ho iniziato a capire come si sta in Africa, fra persone che non hanno niente e che fanno moltissimi sacrifici. Avevo 12 anni».
A 13 anni è tornato in Italia. E per tutto il tempo vissuto a Chivasso, fino al primo successo, lei ha detto di non aver mai sperimentato il razzismo. È ancora vero adesso che il suo mondo è molto più grande?
«Adesso un po’ di razzismo c’è. Mi arrivano frasi che ne sono la prova».
Cosa ha fatto con i primi soldi guadagnati?
«Ho comprato una casa a mia madre vicino a Milano».
Cosa dicono i suoi genitori?
«Sono fieri di me. Adesso sono in vacanza a Touba, in Senegal. Voglio molto bene a mio padre e mia madre. So che devo tutto a loro, a quel viaggio che hanno fatto per cercare lavoro in Italia».
(da La Stampa)
argomento: Politica | Commenta »
Settembre 1st, 2024 Riccardo Fucile
INTESA RAGGIUNTA TRA SCHLEIN E CONTE, CENTRODESTRA ANCORA IN ALTO MARE… NODO CALENDA E RENZIANI RISOLVIBILE CON UNA LISTA CIVICA
“Dopo numerosi confronti sui temi comuni, la candidatura di Andrea Orlando è risultata essere l’opzione più condivisa nella coalizione. Lo ringrazio: sia io che l’intero M5S lo sosterremo convintamente e lealmente: continueremo a lavorare nella comune direzione, giorno dopo giorno, per offrire ai liguri un governo all’altezza delle sfide che attendono la Regione Liguria”. Lo scrive in una nota Luca Pirondini (M5s) che nei giorni scorsi era stato proposto dal Movimento come candidato governatore.
“Il Movimento 5 stelle – si legge nella nota di Pirondini – ha sempre orientato la propria azione politica nell’esclusivo interesse dei cittadini, spesso anche a discapito dei propri legittimi interessi di forza politica”.
“Nella Liguria martoriata dal malaffare – aggiunge – della gestione Toti lavorare nell’interesse della cittadinanza significa costruire un’alternativa programmatica per mettere da parte un’esperienza di governo che in nove anni ha affossato le aspirazioni e le ambizioni dei liguri per realizzare una pratica di gestione della res pubblica incentrata sulla tutela degli interessi di pochi a discapito degli interessi di tutti”. “Il Movimento 5 stelle – dice ancora – è in prima linea in questa nuova sfida e per questo ha avanzato la mia candidatura: per contribuire ad allargare una rosa di profili tra cui la coalizione potesse scegliere quello su cui convergere con il più ampio spettro di condivisione. In quest’ottica, dopo numerosi confronti sui temi comuni, la candidatura di Andrea Orlando è risultata essere l’opzione più condivisa nella coalizione. Lo ringrazio: sia io che l’intero M5S lo sosterremo convintamente e lealmente: continueremo a lavorare nella comune direzione, giorno dopo giorno, per offrire ai liguri un governo all’altezza delle sfide che attendono la Regione”.
In queste ore nel Campo Largo si sta febbrilmente cercando di chiudere sulla candidatura di Orlando, dopo l’ultimatum dell’ex ministro che ha detto di farsi da parte se entro la fine di oggi, domenica 1 settembre, non sarà sciolto il nodo sulla sua candidatura in campo da tempo, in vista delle Regionali in Liguria, previste, salvo controindicazioni, il 27 e 28 ottobre. Resta da chiarire il ruolo di Italia Viva e quello di Azione.
A questo punto per l’ufficialità della candidatura di Andrea Orlando, che con Pirondini nei giorni scorsi si è interfacciato più volte, manca solo un tassello. E non è detto che sia un tassello necessario: quello dell’inclusione di Calenda all’interno della coalizione dopo le scaramucce degli ultimi due giorni da parte del leader di Azione.
Per quanto riguarda l’altro elemento critico, Italia Viva, Raffaella Paita questa mattina dalle pagine del Quotidiano Nazionale ha ribadito la necessità di andare alle urne uniti, salvo lanciare qualche frecciata all’indirizzo di Giuseppe Conte. L’impasse su Italia Viva, comunque, potrebbe essere superata con la candidatura di singoli renziani all’interno di una lista civica e centrista.
(da Genova24)
argomento: Politica | Commenta »
Settembre 1st, 2024 Riccardo Fucile
LA RABBIA DELLA MELONA CHE, CON TRE ANATRE ZOPPE NEL GOVERNO (SANTANCHE’, SANGIULIANO, LOLLO) E UNA SORELLA “BERSAGLIO” MOBILE, NON PUÒ PERMETTERSI DI FAR DIMETTERE IL “BOMBOLO DEL GOLFO”, PENA L’INDIGESTO RIMPASTO
Non è più (se mai lo è stato) un gossip politico di fine estate. Giorgia Meloni pretende da Gennaro Sangiuliano una spiegazione convincente sulla vicenda che lo ha travolto negli ultimi giorni. Da Palazzo Chigi hanno chiesto al ministro della Cultura una relazione scritta, per ricostruire i suoi rapporti, personali e professionali, con Maria Rosaria Boccia.
La sua aspirante «consigliera per i grandi eventi», il presunto incarico che le era stato promesso e poi non si è concretizzato: a quanto pare la nomina, sollecitata dallo stesso Sangiuliano, è stata congelata quando era già in fase di registrazione. Sarebbe stato il riconoscimento per il lavoro che l’imprenditrice 41enne, nei mesi scorsi, ha comunque svolto, in particolare per l’organizzazione della serata di gala del prossimo 20 settembre a Pompei nell’ambito del G7 della Cultura.
Una visita del parco archeologico, concerto nell’Anfiteatro e cena nella Palestra Grande per i ministri ospiti di Sangiuliano. Un appuntamento inizialmente previsto a Positano e poi spostato, ufficialmente per «motivi logistici».
Boccia, nata proprio a Pompei, dove già si occupa di altri eventi di promozione culturale, come il “Festival della bellezza e della cucina italiana”, lo scorso 3 giugno era presente alla riunione in Comune tra il ministro e il sindaco Carmine Lo Sapio, che hanno avviato la preparazione dell’appuntamento internazionale. Con l’occasione, l’imprenditrice ha anche accompagnato Sangiuliano nel sopralluogo all’interno del parco archeologico, per definire tempi e luoghi della serata prevista tra 20 giorni.
«Non mi risulta avesse un ruolo definito», dice Lo Sapio a La Stampa. Ma in quella sede, evidentemente, le viene chiesto un contributo operativo, tanto che viene messa in copia in tutte le mail di carattere organizzativo che vengono scambiate tra i dirigenti del ministero e quelli del parco archeologico di Pompei.
Comunicazioni scritte dai vertici degli Scavi, come quella datata 5 giugno, che La Stampa ha potuto verificare, nelle quali vengono anche comunicate e riepilogate questioni delicate sul piano della sicurezza, come gli accessi e gli spostamenti dei ministri del G7.
Boccia è sempre tra i destinatari, ma non è chiaro a che titolo, visto che dagli uffici di via del Collegio romano hanno smentito con forza qualunque suo ruolo ufficiale, anche solo come consulente esterna.
Tesi difficile da sostenere, visto che per molti mesi è stata (ormai forse è il caso di parlare al passato) presenza abituale nello staff di Sangiuliano. Accanto a lui o subito dietro di lui in decine di immagini: dal Taobuk festival di Taormina al “Libropossibile” di Polignano a mare, da Riva Ligure a Sanremo, fino alla pinacoteca di Brera a Milano.
Insieme sotto a un palco, a tavola, addirittura in costume sui lettini a bordo piscina, come nella foto scattata il 14 luglio in un albergo di Polignano (testimoni oculari i giornalisti Giuseppe Cruciani e Luca Telese).
A Ferragosto Boccia posta su Instagram un autoscatto negli uffici del ministero della Cultura, il 23 agosto è con Sangiuliano al Meeting di Rimini. E, allora, la domanda assume una certa rilevanza: a che titolo accompagna il ministro, anche in contesti istituzionali? Svolge una mansione, anche se non formalmente inquadrata?
La risposta è importante per Meloni, che vede il rischio di uno scandalo che potrebbe avere un’eco internazionale, dato che parliamo del G7. A Palazzo Chigi sarebbero già arrivate richieste di chiarimenti sulla vicenda da parte di testate straniere
Il punto è che, negli ultimi giorni, dopo essere stata scaricata dal capo ufficio stampa di Sangiuliano come una che «cerca di accreditarsi», l’atteggiamento di Maria Rosaria Boccia è cambiato. Basta post di affettuosa esaltazione delle gesta del ministro e giù attacchi contro il tentativo di screditarla, tra fake news da smascherare e prove da mettere agli atti.
Come gli screenshot delle chat con lo stesso capo ufficio stampa, Andrea Petrella, e quelli che dimostrano come sia stato proprio lui a inserirla nei gruppi WhatsApp riservati dei collaboratori del ministero, per il monitoraggio dei media e dei social network, da cui poi è stata estromessa.
Insomma, un avviso abbastanza esplicito: se necessario, so come tutelarmi. Non ci sta a passare per quella che si autonomina consigliera o che finge di avere un rapporto di stretta collaborazione con il ministro.
Sangiuliano, fin qui, è restato in silenzio, ma presto dovrà dare spiegazioni. Oltre a Meloni, infatti, anche le opposizioni insistono per un chiarimento, con due interrogazioni parlamentari già annunciate da Pd e Italia Viva.
«Nomine millantate ma mai confermate, partecipazioni a missioni istituzionali poco chiare, uffici del gabinetto impegnati a gestire i presunti legami con una consulente mai istituzionalizzata – attacca Irene Manzi, capogruppo dem in commissione Cultura alla Camera –. Perché Sangiuliano non chiarisce? Non può farlo? Per qualche ragione un ministro della Repubblica italiana si trova sotto ricatto?» .
(da La Stampa)
argomento: Politica | Commenta »
Settembre 1st, 2024 Riccardo Fucile
“UCCIDONO ORSI E LUPI E POI SERATE HOT”
C’è chi garantisce: è possibile uccidere tre orsi in tre giorni. Tutto dipende “solo dal budget che avete”. C’è chi, nell’attesa, propone di far fuori qualche lupo. E chi in Romania mette a disposizione dei turisti “quattro milioni di munizioni”. Quattro milioni, è uno scherzo? “No no, abbiamo anche 600 fucili“. Nemmeno volessero muovere guerra alla vicina Moldavia. E in tutti i Paesi contattati, dall’Est Europa fino al Marocco, passando per i Paesi baltici, il divertimento notturno è assicurato: “Abbiamo i nostri contatti, certo. Ve la potete spassare dalla mattina alla sera”. Di cosa si parla? Di prostituzione.
Ci sono decine di agenzie – ufficiali e un po’ meno – che si occupano in Italia di turismo venatorio all’estero. I cacciatori nostrani si danno da fare con le prenotazioni dalla fine di luglio fino a dicembre, per lo più. Dunque sia quando la stagione venatoria nel nostro Paese è ancora chiusa sia quando è nel pieno della propria attività (oggi, domenica 1 settembre, c’è la preapertura, poi dal 15 l’apertura vera e propria). Ma non ci si ferma mai, perché per esempio c’è la possibilità, nel Nord Europa, di cacciare in primavera e, volendo farla proprio grossa, si può optare per mete più esotiche: dal Nepal al Sudafrica, passando per Argentina e Zambia. Cosa si caccia? Di tutto. I pacchetti meno costosi – in genere propongono tre, quattro, cinque notti – sono quelli che riguardano i volatili. Poi ci sono gli ungulati. E qui il discorso cambia, perché per portare a casa un trofeo di cervo si spendono diverse migliaia di euro. Fino alle specie protette in Unione europea, come appunto gli orsi, o quelle più impensabili: l’alce, l’ular asiatico, il tahr dell’Himalaya fino, ovviamente, ai cosiddetti Big Five (leone, leopardo, rinoceronte, elefante e bufalo africani).
SPECIE PROTETTE, ZERO CONTROLLI E SEX WORKER
È difficile quantificare quanti italiani pratichino turismo venatorio oltre confine. A guardare la varietà dell’offerta delle agenzie e di chi sui social si vende come organizzatore di viaggi, non sono pochi. Il Wwf qualche anno fa ha provato a fare una stima: 50mila cacciatori. Il giro d’affari? Milionario, se si considerano il viaggio, gli eventuali trofei, fucile e attrezzatura, il disbrigo delle pratiche burocratiche e, naturalmente, il pernottamento nel Paese straniero. Che cosa spinge un cacciatore italiano ad andare fuori confine? Qui è più facile rispondere. E i punti sono tanti. Per prima cosa, come detto, è possibile uccidere specie che da noi (e in Ue) sono protette. Non solo grandi carnivori, anche volatili, come il gallo cedrone e il francolino. Secondo: molto spesso all’estero non ci sono limiti di carniere. Ed è ciò che assicurano le persone contattate da ilFattoQuotidiano.it: “Vieni qui e spari quanto vuoi”. Terzo aspetto, legato al secondo: ci sono in genere pochi controlli ed è possibile utilizzare strumenti vietati in Italia, come i richiami acustici. Ultimo punto, in parte già anticipato: si può cacciare in periodi in cui da noi l’attività venatoria è ferma. Sì, poi c’è anche la possibilità di intrattenersi con le sex worker locali. Ma questo, in teoria, va oltre la caccia in senso stretto.
La prima telefonata è a un cacciatore 60enne, italiano, che ha base in Romania. È quello che ci rivela di avere 600 fucili e quattro milioni di munizioni. Parecchie, se si tiene conto che in Italia si possono detenere 1.500 cartucce a fucile (da caccia) e se ne possono portare mille oltre confine (art. 6bis, DM 24 novembre 1978). Ma tant’è. Lui organizza anche i taxi per il “divertimento notturno”, che in quel Paese sarebbe vietato (come da noi). Qui si spara principalmente a tordi, allodole e quaglie. Sostanzialmente senza limiti: “Nei giorni di magra ne passano 3mila, nei giorni normali ne passano 10mila. Un sogno“. Purché non si spari a specie vietate: “Ti mettono dentro e buttano via la chiave” dice il cacciatore. Volatili che, va sottolineato, subiscono la pressione tanto dei cacciatori locali quanto di quelli che vengono da fuori. Un caso emblematico è quello dell’Albania, che nel 2014 ha avviato una moratoria di due anni sulla caccia, per via delle stragi di passeriformi, conigli, volpi e coturnici. “Una misura drastica ma necessaria” la definì il ministro all’Ambiente di allora, Lefter Koka. Le istituzioni e le doppiette locali diedero la colpa, tra gli altri, ai cacciatori italiani.
LA CACCIA ALL’ORSO (E IL CORTOCIRCUITO
Nella seconda telefonata risponde un cacciatore italiano che vive in Romania da sei anni. “Sto portando dei clienti a quaglie in questo momento. Cacciare l’orso? Vi do io il contatto giusto. E vi do anche un consiglio: se siete fortunati e lo uccidete subito, potete fermarvi a far fuori qualche lupo, lì ce ne sono tanti”. Con “lì” intende la Bosnia. Nuova telefonata: “L’orso? Certo che si può cacciare. Se siete in tre, possiamo ucciderne tre, uno a testa, dipende soltanto dal vostro budget. Il singolo trofeo va da un minimo di 3mila euro a un massimo di 12mila euro”. In quanti giorni? “Potete fermarvi tre notti”. E in tre notti è possibile cacciare tre orsi? “Sì, devo vedere quali ci sono, in quali zone. In Croazia siete mai stati?”. Mentre la Bosnia non fa parte dell’Unione europea – ha avviato le trattative per aderirvi – la Croazia vi è entrata 11 anni fa. Lì sarebbe vietato cacciare l’orso, ma la persona al telefono si muove sul filo sottile dell’ambiguità: si ammazzano un po’ in Bosnia, un po’ in Croazia. Dipende dai loro spostamenti. E la sera? “Ogni cliente trova ciò che vuole, ce n’è per tutti i gusti. Ci possiamo muovere tra Mostar e Spalato“.
La legislazione italiana vieta di cacciare orsi, linci e lupi e, di conseguenza, vieta l’imbalsamazione. Ma è sufficiente fare una decina di ore in auto (o prendere un aereo) ed ecco che il gioco – e il cortocircuito – è fatto: si ammazza l’orso, lo si lascia lì due-tre settimane per i trattamenti e dopo un mese si può esibire la testa (o la pelle) nel soggiorno di casa. Un passatempo che piace a tutti i cacciatori europei: l’Italia importa appena il 2% dei trofei in tutta l’Unione europea (in testa ci sono Germania, Spagna e Danimarca). E nel quinquennio 2014-2018, rispetto al precedente, il traffico è aumentato del 39,29% (dati: Humane Society International).
RESORT E POLENTA E OSEI
In Bulgaria, vicino a Veliko Tarnovo, ci sono due sistemazioni di lusso in stile rinascimentale con piscina, idromassaggio e centro benessere. Il pernottamento per sei notti, per un cacciatore, costa intorno ai 1.700 euro. Viaggio, fucile, munizioni e trofeo esclusi. Cosa si può uccidere? Cervi, daini, caprioli, mufloni, cinghiali e lupi. I trofei più costosi sono quelli di cervo: oscillano tra i 1.500 e i 12mila euro. Mille, 2.000 o 3.000 euro per daini e caprioli. Mille per il lupo. In Grecia propongono la caccia ai tordi: “È un vero paradiso, li spiumiamo noi, poi li mettiamo nei congelatori e potete riportarli in Italia. Così siete pronti per la polenta e osei. Divertimenti extra? Il posto migliore è il Marocco, ho lì due clienti che vengono dal Qatar. Se la spassano così tanto che non smettono più di ringraziarmi”.
(da Il Fatto Quotidiano)
argomento: Politica | Commenta »
Settembre 1st, 2024 Riccardo Fucile
“MELONI VUOLE RIDURRE AL 15% LE SPIAGGE LIBERE, UN INSULTO AI DIRITTI DEI CITTADINI”….L’ENNESIMA PROVA DI UN GOVERNO CHE TUTELA SOLO LE LOBBY E NON GLI ITALIANI
“In Italia, le spiagge libere sono una risorsa preziosa e rappresentano un diritto fondamentale per tutti i cittadini. Tuttavia, il governo Meloni vuole svendere questa ricchezza naturale, mettendo in pericolo uno dei beni comuni più preziosi del nostro Paese. Attualmente, il governo sta trattando per mantenere solo il 15% delle spiagge libere, una percentuale ridicola e inaccettabile, soprattutto se confrontata con la Francia, dove la legge prevede che l’80% delle spiagge sia accessibile liberamente a tutti.”
Cosí in una nota il portavoce di Europa Verde e deputato di Verdi e Sinistra Angelo Bonelli, che spiega:
“Questo attacco alle nostre coste è un tentativo evidente di privatizzazione e cementificazione, che trasforma le nostre spiagge in merce di scambio. La gestione delle concessioni demaniali marittime è l’emblema di questa svendita: i canoni richiesti per la concessione delle nostre spiagge sono fissati a prezzi scandalosamente bassi, tra 1,30 e 1,50 € per metro quadrato all’anno. Un esempio lampante è il caso del Twiga, uno stabilimento balneare che paga solo 20 mila euro all’anno, ma che fattura ben 10 milioni di euro. Questa situazione è inaccettabile. Con il pretesto di valorizzare il nostro turismo, il governo sta svendendo le ultime spiagge libere rimaste nel nostro Paese a prezzi di saldo, permettendo a pochi privilegiati di arricchirsi a discapito della collettività. È un tradimento dei nostri diritti e un colpo mortale alla nostra identità culturale e naturale.”
“Le spiagge devono rimanere accessibili a tutti e non possono essere svendute per il profitto di pochi.” Conclude
(da Globalist)
argomento: Politica | Commenta »
Settembre 1st, 2024 Riccardo Fucile
“SE DIVENTA PRIMO MINISTRO UN ESPONENTE DEL NUOVO FRONTE POPOLARE ABROGHERÀ LA RIFORMA DELLE PENSIONI, AUMENTERÀ IL SALARIO MINIMO E LA FRANCIA PRECIPITERÀ”
“Se nomino Lucie Castets o un altro esponente del Nuovo fronte popolare, abrogherà la riforma delle pensioni, aumenterà il salario minimo, i mercati finanziari entreranno nel panico e la Francia precipiterà”. Ecco il motivo, nero su bianco, per cui Emmanuel Macron non intende “prendere il rischio” di nominare un primo ministro di sinistra.
Lo ha detto lui stesso, chiaro e tondo, secondo una fonte vicina al presidente citata da L’Express. Mentre il socialista Bernard Cazeneuve, ex ministro e premier di François Hollande, resta favorito per Matignon (e incassa l’appoggio della sindaca di Parigi Anne Hidalgo), l’annuncio del nuovo premier da parte di Macron sembra ormai imminente. Arrivata in testa alle Legislative anticipate di luglio, l’alleanza delle sinistre rivendica il diritto di governare
Per giustificarsi aveva chiamato in causa “il rischio di instabilità delle istituzioni”: un governo Castets non sarebbe sopravvissuto alla sfiducia dei deputati. Macron teme che il “Nfp al potere possa portare avanti riforme fondamentali per la vita dei francesi”, ha scritto il giornale L’Humanité. L’aumento del salario minimo a 1.600 euro e l’abrogazione della riforma che ha alzato l’età pensionabile a 64 anni, sono misure che mettono d’accordo tutti a sinistra, indomiti, ecologisti, comunisti e socialisti, compresi quelli più refrattari all’alleanza con Lfi.
Nel programma figurano anche misure per potenziare i servizi pubblici, che implicano l’aumento della spesa pubblica, oltre che il superamento delle politiche di austerità in Europa.
“L’unica bussola che determina le scelte di Macron è il mantenimento dell’ordine economico – ha scritto a sua volta Mediapart –. Il presidente ha almeno chiarito una cosa: l’economia è ormai esclusa dal campo democratico”.
Il mondo degli affari ha del resto alzato i suoi scudi. Patrick Martin, presidente del Medef, la Confindustria francese, ha messo in guardia contro il “declassamento” della Francia in caso di applicazione del programma della sinistra. A sua volta Moody’s ha minacciato di abbassare il rating della Francia, oggi Aa2, se la riforma delle pensioni fosse stata abrogata.
Sempre Moody’s, Fitch e le altre agenzie di rating avevano invece applaudito Parigi per quella legge, alla fine passata senza il voto dei deputati e dopo mesi di scioperi. Lfi, che denuncia la deriva “autocratica” dell’Eliseo, ha annunciato ieri di aver avviato la procedura di destituzione del presidente per “abuso di potere”, in base all’articolo 68 della Costituzione.
Secondo una studio-sondaggio della Fondation Jean Jaurès, il 51% dei francesi approverebbe le dimissioni di Macron
(da Il Fatto Quotidiano)
argomento: Politica | Commenta »