Destra di Popolo.net

LA SICILIA È ALLA SETE, MA NESSUNO LO VEDE, NELL’ISOLA GLI INVASI SONO SEMIVUOTI: A ENNA CI SONO QUARTIERI RIMASTI SENZ’ACQUA PER 50 GIORNI E, IN ALCUNE ZONE, QUELLA CHE HANNO VISTO USCIRE DAI RUBINETTI ERA GIALLA

Settembre 29th, 2024 Riccardo Fucile

SITUAZIONE SIMILE A CALTANISSETTA E A TRAPANI, MENTRE A PALERMO INIZIERÀ IL RAZIONAMENTO DELL’ACQUA DAL PROSSIMO 7 OTTOBRE

Gli effetti negativi della lunga e grande siccità in Sicilia centrale permangono e si aggravano. Con un proliferazione di proteste nelle piazze e sui social. A Caltanissetta ed Enna sorgono anche gruppi di mamme che protestano per la grave carenza d’acqua.
Partiamo dal caso del capoluogo nisseno, dove vi è un quartiere che è rimasto a secco per più di 50 giorni. E vi sono stati cittadini che hanno comunicato di voler stracciare le bollette. Vi sono zone dove l’acqua arriva ogni due settimane, quelle più fortunate ogni settimana ma per poche ore. I cittadini sono disperati e chiedono alle istituzioni competenti a tutti i livelli interventi urgenti.
A Caltanissetta vi è stato anche un consiglio straordinario per la grave carenza idrica, a cui era stato invitato anche il presidente della Regione Sicilia Renato Schifani, che non è stato presente. Va aggiunto però che è intervenuto online il Direttore della Protezione civile regionale, Salvo Cocina, che ha manifestato la vicinanza della Regione ai cittadini che stanno affrontando questa crisi idrica. E ha ribadito che la cabina di regia ha individuato interventi per il reperimento di acqua da erogare ai cittadini in modo tempestivo e a breve termine. Anche con il reperimento di nuovi pozzi.
Anche a Enna la situazione è problematica, i cittadini lamentano la grave carenza di acqua potabile e gli agricoltori sono disperati per la carenza di acqua irrigua. Va sottolineato che le province di Caltanissetta ed Enna sono tra le più importanti per la produzione del grano (settore che a causa della lunga siccità ha riportato danni enormi) e per l’allevamento di ovini e bovini (anche gli animali soffrono per una crisi senza precedenti). Ad Enna è intervenuta la Procura della Repubblica che ha aperto un’inchiesta sulla carenza di acqua.
I carabinieri hanno acquisito alcuni documenti della società che gestisce il servizio idrico “Acquaenna”. L’indagine riguarda anche la qualità dell’acqua che sgorga dai rubinetti, “gialla e torbida”.
Molti invasi siciliani sono semivuoti, l’acqua è al minimo storico. Nell’isola si perde più del 50 per cento del prezioso bene idrico a causa di reti infrastrutturali inefficienti e vetuste.
La crisi idrica di acqua potabile riguarda anche altre province, tra queste soffre in maniera notevole il Trapanese. A Palermo il 7 ottobre partirà il razionamento dell’acqua potabile in diversi quartieri, saranno risparmiati dai disagi il centro storico e le zone con infrastrutture turistiche e alberghiere quali Mondello.
(da Il Corriere della Sera)

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I NOSTALGICI DI HITLER DI TUTTA EUROPA SI SONO DATI APPUNTAMENTO A SONA, IN PROVINCIA DI VERONA, PER UN RADUNO MUSICALE, CON CANZONI CHE INNEGGIANO A PRIEBKE E ALLE SS DEL BUNKER DI BERLINO

Settembre 29th, 2024 Riccardo Fucile

L’EVENTO È ORGANIZZATO DALLA RETE NEONAZISTA “BLOOD AND HONOUR”, RAPPRESENTATA IN ITALIA DA “FRONTE SKINHEADS”…SI ENTRA SOLO SE INVITATI (VIA TELEGRAM). LA RICERCA DEGLI OSPITI “INDESIDERATI” È MANIACALE

Il luogo esatto arriva sulle chat di Telegram solo qualche ora prima dell’evento. Fuori, sulla strada, la security del Veneto Fronte Skinheads filtra i partecipanti. Entri solo se invitato e conosciuto, la ricerca degli ospiti “indesiderati” è quasi maniacale. È l’evento simbolico forse più denso di significato per la rete neonazista Blood and Honour (B&H), la commemorazione della morte del fondatore, il cantante inglese Ian Stuart Donaldson.
Ogni anno cambia la location, per evitare proteste e giornalisti. Quest’anno i neonazisti – arrivati anche dal Nord Europa – si sono dati appuntamento a Sona, in provincia di Verona, nell’area di una azienda agricola. Il raduno dello scorso anno – organizzato a Ghedi, in provincia di Brescia, in una discoteca della città – vide la partecipazione di un migliaio di persone, arrivate anche dalla Germania
Basta però passare in rassegna i gruppi musicali invitati per capire immediatamente il mood. Nel manifesto postato su Telegram con il programma del concerto di ieri sera era annunciata la presenza dei Gesta Bellica, noti per una canzone dedicata al Boia delle Fosse Ardeatine Eric Priebke: “Lui non risponde alle vostre menzogne / Lui non si spiega non lo farà mai / La sua fedeltà è più forte del Fuoco / Liberate il capitano!” è il ritornello.
In un’altra canzone il gruppo inneggia ai neonazisti del Veneto Fronte Skinheads, gli organizzatori dell’evento dei Blood and Honour italiani: “Una croce ed un leone, una stirpe per una nazione / Una celtica ed un leone, una forza della loro unione / Una croce ed un leone per la memoria e la tradizione”.
Sempre nel loro repertorio c’è anche un inno alla difesa del bunker di Hitler nella battaglia di Berlino, un vero e proprio “mito” per la vasta galassia nera: “Mille camerati, venuti da tutta Europa / Sono qui con me, sacrificando la propria vita”. Il riferimento è alla Waffen-SS, la legione straniera del corpo di élite di Adolf Hitler.
Il network Blood and Honour (B&H) è nato all’interno della galassia neonazista inglese degli anni 80, inizialmente per la diffusione della musica di area e per l’organizzazione di concerti. Il fondatore, Ian Stuart Donaldson, era il leader indiscusso del gruppo.
Dopo la morte di Donaldson, il controllo dell’organizzazione è stato preso da Combat 18 (il numero rappresenta la prima lettera dell’alfabeto, A, e l’ottava, H, acronimo di Adolf Hitler), il lato “militare” della rete neonazista. In Italia B&H è stata fin dall’inizio rappresentata dal Veneto Fronte Skinheads, organizzazione da sempre tollerata. In altri paesi Blood and Honour è ritenuta eversiva ed è stata oggetto di provvedimenti di scioglimento. In Germania è stata messa la bando 24 anni fa, sulla scia di un allarme già all’epoca alto rispetto ai gruppi neonazisti.
Gli appuntamenti italiani – particolarmente frequenti nella zona di Verona – sono un punto di riferimento per molti militanti europei, soprattutto per i componenti delle band nazirock. I concerti sono ormai da anni lo strumento principale per la radicalizzazione dei giovanissimi. Gli eventi diventano spesso l’occasione per il rafforzamento dei legami internazionali, veri e propri network radicali
Non è facilissimo capire l’estensione di queste organizzazioni in Europa e in Italia. Nel nostro Paese sui social sono attivi quasi un centinaio di militanti, molti dei quali con un ruolo attivo all’interno dell’organizzazione, anche a livello internazionale. Esistono circoli aperti senza grandi problemi, come quello del movimento “Dodici raggi” di Arzate, dove sul bancone del bar appare una svastica in ferro.
L’organizzazione del concerto di ieri sera in provincia di Verona sembra non aver preoccupato più di tanto le autorità italiane. Alcune fonti istituzionali consultate dalla Stampa hanno definito l’evento come “uno dei tanti organizzati in questa area”. Un basso profilo era stato mantenuto anche lo scorso anno, quando il concerto/raduno neonazista aveva visto la partecipazione di più di mille militanti, molti dei quali arrivati dalla Germania. Nessuna pattuglia, salvo un’auto in borghese, sorvegliava il posto.
(da La Stampa)

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FORZA ITALIA PREPARA IL TRAPPOLONE ALLA MELONI SULLA CITTADINANZA

Settembre 29th, 2024 Riccardo Fucile

LA CONTROMOSSA DEGLI AZZURRI PER INCASTRARE LA PREMIER: RIPROPORRE UN VECCHIO EMENDAMENTO PRESENTATO DA LA RUSSA NEL 2015: “SE RIPRESENTIAMO LO STESSO TESTO, COME FARÀ FDI A VOTARE CONTRO?”

“La cittadinanza è una questione di diritti, prima ancora che di leggi. Ed è compatibile con il programma del centrodestra”. Lo dice, intervistato da Avvenire, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani.
Che assicura: “Nessun veto da Meloni, non conosce il nostro testo, lo avrà presto”.
Forza Italia si arrovella da 48 ore su come uscire dal cul-de-sac chiamato Ius scholae. Perché dopo la batteria di dichiarazioni agostane di Antonio Tajani e colonnelli forzisti, col pungolo di Marina e Pier Silvio Berlusconi, la proposta azzurra sul tema ancora non c’è e la riunione dei gruppi parlamentari di tre giorni fa non ha avuto altro esito che certificare lo stallo.
Anche perché Tajani, dopo un colloquio con Giorgia Meloni alla ripresa dei lavori parlamentari, ha chiarito ai suoi che FI non cercherà maggioranze alternative in Parlamento, per portare a dama l’operazione. Non dialogherà quindi col Pd o con gli ex del Terzo Polo, che un mese fa avevano timidamente aperto a un dialogo istituzionale.
La premier si sarebbe detta disposta a tollerare un attivismo di FI su questo fronte, a patto però che non si traduca in sgambetti in Aula. «Capisco le tue esigenze, la battaglia di principio, capisco la necessità di andare incontro alle richieste di Marina Berlusconi ma sotto il mio governo una proposta del genere non passerà mai. È bene chiarirsi, con lealtà».
Nessuna revisione del diritto di cittadinanza in senso aperturista, insomma. Non era nel programma e poi la Lega non accetterebbe mai: non ci sono i numeri. L’ha ribadito ieri Matteo Salvini. Lo ha rimarcato il suo fedelissimo Andrea Crippa: «È fuori discussione che il centrodestra possa approvare Ius scholae, Ius soli o scorciatoie varie», ha messo a verbale il segretario del Carroccio.
Che peraltro subito dopo si è detto pronto a proporre, al contrario, restrizioni sui ricongiungimenti familiari e una legge «per togliere la cittadinanza agli immigrati che delinquono». Altro che attenzione ai diritti invocata da Forza Italia e dalle reti Mediaset con gli spot «per l’inclusione e la diversità» vidimati da Pier Silvio.
Il pensiero di Meloni l’ha riassunto invece, nella conferenza stampa a margine del Cdm, Alfredo Mantovano. Un’altra doccia gelata, per FI. Perché il sottosegretario di Palazzo Chigi ha ribadito che «le emergenze sono altre». Di segno opposto. Per Mantovano, e quindi per la premier, ora toccherebbe concentrarsi «sul contenimento degli arrivi irregolari e per garantire che gli ingressi regolari siano veramente tali e non fittizi».
A FI non resterebbe che una fiacca battaglia di testimonianza. La proposta di legge potrebbe essere illustrata tra un paio di settimane, dopo un’altra riunione di deputati e senatori, cercando di evitare mugugni, tipo quelli espressi già giovedì da Licia Ronzulli e altri.
Ma tra gli azzurri c’è anche chi pensa a una mossa che metterebbe in difficoltà i Fratelli. Si tratterebbe di riproporre, con poche selezionate limature, “l’emendamento La Russa”, cioè un testo presentato dall’attuale presidente del Senato nel 2015.
Quando FdI proponeva lo Ius scholae. “L’emendamento La Russa del 2015” l’ha evocato Maurizio Gasparri, all’assemblea dei parlamentari. C’è chi ha preso nota dei verbali d’Aula dell’epoca, quando il fondatore di FdI – era il 13 ottobre 2015 – proponeva alla Camera che «un bambino nato in Italia da genitori regolarmente da tempo residenti, al termine del circuito scolastico obbligatorio possa diventare facilmente italiano». Frasi passate all’evidenziatore e che ora potrebbero tornare utili, nella guerriglia interna: «Se ripresentiamo lo stesso testo – si chiede un eletto azzurro – come farà FdI a votare contro?».
(da agenzie)

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BONUS NATALE, SOLO UN MILIONE DI PERSONE RICEVERA’ L’ELEMOSINA DI 100 EURO IN BUSTA PAGA

Settembre 29th, 2024 Riccardo Fucile

PROTESTANO OPPOSIZIONI E SINDACATI: “MISURA DISCRIMINATORIA”… ANDRA’ SOLO AI DIPENDENTI CON UN CONIUGE E ALMENO UN FIGLIO A CARICO… ESCLUSI AUTONOMI, PENSIONATI E FAMIGLIE DI FATTO

Arriverà alla fine del 2024 il cosiddetto «Bonus Natale» introdotto dal governo. La misura ha ricevuto nei giorni scorsi il via libera dalle commissioni Bilancio e Finanze del Senato, che hanno approvato l’emendamento dell’esecutivo di Giorgia Meloni al decreto omnibus. Il bonus sarà erogato una tantum e prevede una platea più ristretta di quanto si era ipotizzato nelle scorse settimane. Ma quanti sono i cittadini che potranno effettivamente beneficiare della misura? Se si considera che il costo a carico dello Stato è di circa 100 milioni di euro, scrive Claudia Voltattorni sul Corriere, significa che saranno circa un milione le persone che riceveranno il bonus.
I requisiti per chiedere il bonus
Il «Bonus Natale» può essere richiesto solo dai lavoratori dipendenti, con un reddito fino a 28mila euro, un coniuge e almeno un figlio a carico. Restano esclusi, dunque, lavoratori autonomi e pensionati, anche se con redditi inferiori a 28mila euro. Lo stesso vale per gli «incapienti», ossia coloro che dichiarano redditi sotto gli 8.500 euro e rientrano quindi nella «no tax area». Maurizio Leo, viceministro dell’Economia, ha chiarito che il bonus potrà essere richiesto anche dalle famiglie mono-genitoriali, qualora l’altro genitore sia mancante e ci sia almeno un figlio a carico. Restano esclude però le coppie di fatto: per ricevere i 100 euro stanziati dal governo deve esserci un legame ufficiale, a prescindere che si tratti di matrimonio o unione civile.
Le critiche di opposizioni e sindacati
Tutti questi paletti hanno suscitato non poche critiche da parte di opposizioni e sindacati. La Cgil parla di «mancia discriminatoria», mentre Antonio Misiani, senatore del Partito democratico, accusa il governo di escludere dal bonus «la parte più fragile dei contribuenti, che più avrebbe bisogno di sostegno, e le famiglie di fatto». Critico anche Carlo Calenda, leader di Azione, che qualche giorno fa su X scriveva: «Gioite sudditi! Giorgia I, la misericordiosa, ha deciso di farvi un regalino di Natale. Cento euro una tantum. Unico peccato è che siano soldi vostri. Ma perché sottilizzare, accontentiamoci su».
(da agenzie)

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INIZIA UFFICIALMENTE L’ERA DELL’ARMATORE APONTE COME EDITORE DELLO STORICO QUOTIDIANO GENOVESE SOCOLO XIX, ACQUISTATO DA GEDI

Settembre 29th, 2024 Riccardo Fucile

CAMBIO ALLA DIREZIONE: SALUTA STEFANIA ALOIA, CHE TORNA A “REPUBBLICA”, E ARRIVA IL “MODERATO” MICHELE BRAMBILLA, UNA LUNGA CARRIERA TRA “GIORNALE”, “CORRIERE DELLA SERA”, “LIBERO” E “STAMPA” E TRA TESTATE LOCALI

Oggi è il D-day per l’informazione sotto la Lanterna, meglio ancora sul fronte del porto. Con il closing dell’operazione che vede la cessione da parte di Gedi del glorioso Secolo XIX alla Blue Media del Gruppo Msc, l’armatore Gianluigi Aponte sbarca su un terreno per lui nuovo qual è quello dell’editoria e, in particolare, dei quotidiani.
L’acquisto del giornale che da tempo ha ormai archiviato i fasti che ne hanno segnato la vita per oltre un secolo, con una vendita di copie che arriva a fatica alle 17mila (ultimo dato di luglio) e una perdita prevista per il 2024 di 4 milioni di euro, è nota da parecchi mesi.
Una nuova guida e una diversa linea rispetto a quella dell’ormai ex direttrice (come aveva messo in gerenza) Stefania Aloia, prima donna a dirigere il giornale genovese e fino ad ora unico direttore nella sua lunga storia ad essere durato così poco. Per lei un ritorno a Repubblica che aveva lasciato con i galloni di vicedirettore.
Al suo posto c’è Michele Brambilla, lombardo, classe 1958, una lunga carriera tra Giornale, Corriere della Sera, Libero, Stampa, alcune direzioni come quelle della Gazzetta di Parma e del Quotidiano Nazionale, autore del fortunato e divisivo “L’eskimo in redazione” sugli anni del terrorismo.
Cattolico, moderato, una lunga esperienza anche nei giornali regionali, questo il profilo scelto da Aponte per dirigere il giornale che ha acquistato insieme alla galassia di pubblicazioni che ruota attorno al mondo dello shipping e che va da The MediTelegraph all’Avvisatore Marittimo, dal Giornale del Ponente Ligure all’Automazione Navale Tecnologie e Mare & Trasporti.
“Il comandante” come viene chiamato l’armatore sorrentino di nascita, ma ormai elvetico di residenza dov’è il secondo uomo più ricco della Confederazione, con una flotta che conta il triplo di unità rispetto alla Marina Militare italiana, non pare abbia dovuto corteggiare più di tanto, anzi per nulla, John Elkann per acquistare il Decimonono. La cifra di cui si parla è attorno ai 14 milioni.
Ma proprio quando ormai il passaggio del Secolo XIX è cosa fatta, negli ambienti vicini all’armatore, da oggi anche editore, una voce ovviamente per nulla confermata, ma non per questo da escludere totalmente secondo cui al “Comandante” sarebbe stata ventilata l’idea di non fermarsi al pur importante quotidiano ligure, ma ragionare anche sull’acquisizione della Stampa, altra testata del gruppo Gedi in profonda crisi (51.731 copie a luglio con un calo del 14,23% in un anno) e oramai ricondotta al perimetro regionale.
Una proposta che certamente non vedrebbe la questione economica come ostacolo, considerata la potenza di Aponte che appena la scorsa estate ha firmato una commessa da 5 miliardi per l’acquisto di 22 portacontainer. Roba da considerare una testata, al massimo, come uno yacht. Che, però, Elkann non pare intenzionato a tenere nella sua flotta, destinata ad inverso destino rispetto a quella di Aponte, ad ogni costo.
Chissà che, anche per l’affetto (oltre che per gli interessi) per la sua terra Il Comandante non ci faccia un pensiero, poi magari subito scacciato dalla proverbiale oculatezza nell’impiego delle palanche che certamente ha acquisito insieme a più della metà del porto sotto la Lanterna.
(da Lo spiffero)

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IL PD CHIEDE UNITA’ E AVVERTE GLI ALLEATI: “BASTA GIOCHINI”

Settembre 29th, 2024 Riccardo Fucile

ELLY FA PARLARE BOCCIA: “SIAMO LA PRIMA FORZA DI OPPOSIZIONE, SENZA DI NOI NON ESISTE ALTERNATIVA, E’ TEMPO CHE TUTTI SE NE FACCIANO UNA RAGIONE”… “LA POSIZIONE DEL M5S SULLA CITTADINANZA COINCIDE CON QUELLA DI SALVINI, FACCIANO CHIAREZZA SE VOGLIONO ESSERE PROTAGONISTI DI UN FRONTE PROGRESSISTA”

“Siamo la prima forza di opposizione, senza di noi non esiste alternativa, è tempo che tutti se ne facciano una ragione. Specie chi ha perso sei punti in un anno attaccando noi anziché la destra. Basta con i giochini che indeboliscono il campo progressista e finiscono per rafforzare il governo”, dice Francesco Boccia, capogruppo dem al Senato, in un’intervista a la Repubblica.
“Noi sentiamo la responsabilità di costruire una coalizione in grado di battere la peggiore destra di sempre – continua – consapevoli che da soli non bastiamo. Per questo, nel Paese e in Parlamento, abbiamo iniziato a lavorare con le altre opposizioni sui temi che ci uniscono e che sono più rilevanti di quelli che ci dividono. Non c’è dubbio che esistano una serie di nodi che vanno risolti con il confronto politico e con scelte chiare. Noi restiamo convinti che sia sbagliato negoziare sui principi. Per esempio, vista da sinistra, la posizione dei 5S sulla cittadinanza coincide con quella di Salvini, mentre per noi e per le altre forze progressiste i decreti sicurezza erano e sono un errore. Così come il Pd ha cambiato il suo profilo culturale con la vittoria di Schlein alle primarie, auguro agli amici 5S di fare lo stesso con il loro percorso costituente”.
(da agenzie)

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SILVIO BERLUSCONI, EMESSO IL FRANCOBOLLO COMMEMORATIVO NEL GIORNO DEL SUO COMPLEANNO

Settembre 29th, 2024 Riccardo Fucile

SARANNO FATTI 350.000 ESEMPLARI

Giacca elegante e sullo sfondo la bandiera nazionale e quella europea. Poste Italiane ha emesso oggi, in concomitanza con il giorno del compleanno del fondatore di Forza Italia, il francobollo commemorativo per Silvio Berlusconi, scomparso il 12 giugno 2023.
Il francobollo, per una tiratura da 350.010 esemplari, ha un costo di 1,25 euro. Il bozzetto è a cura del Centro Filatelico dell’Officina Carte Valori e Produzioni Tradizionali dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato spa.
«Sullo sfondo della bandiera dell’Italia e dell’Unione Europea – si legge nella nota di Poste -, è raffigurato un ritratto di Silvio Berlusconi, imprenditore, uomo di Stato, quattro volte Presidente del Consiglio dei Ministri».
L’annullo primo giorno di emissione sarà disponibile presso lo Spazio Filatelia Roma. Per l’occasione è stata realizzata anche una cartella filatelica in formato A4 a tre ante, contenente una quartina di francobolli, un francobollo singolo, una cartolina annullata ed affrancata, una busta primo giorno di emissione e il bollettino illustrativo, al prezzo di 20 euro.
(da agenzie)

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RENZI CONTRO CONTE: “USA ME PER ATTACCARE ELLY SCHLEIN, IL M5S E’ LA SUCCURSALE DI POLTRONE E SOFA'”

Settembre 29th, 2024 Riccardo Fucile

“VEDREMO ALLA FINE QUANTI VOTI PRENDERA’ LA LISTA DEL M5S IN LIGURIA E POI FAREMO I CONTI”

«Giuseppe Conte usa me per attaccare anche Elly Schlein: lui vuole indebolire la segretaria del Pd. I prossimi mesi diranno se il centrosinistra è guidato dagli appelli di Schlein o dai veti di Conte. A me interessa costruire un’alternativa alla Meloni e Salvini».
Così, in un’intervista al Corriere della Sera, il leader di Italia Viva Matteo Renzi attacca il leader M5S.
Quanto al campo largo saltato per le regionali in Liguria spiega: «Ha vinto il braccio di ferro, costringendo sulla difensiva il Pd di Schlein e il candidato Orlando. Vedremo alla fine quanti voti prenderà la lista del M5S in Liguria. E poi faremo i conti».
Poi aggiunge: «Comunque Conte è la stampella di Meloni, lo abbiamo visto anche sulla Rai. Appena vede mezza poltrona si butta: i Cinque Stelle erano un partito anti sistema, adesso sono la succursale romana di Poltrone e Sofà. Per non parlare della posizione sulla politica estera».
E lancia la sfida al rivale: «Lo sfido pubblicamente: accetti un confronto con me in tv o sui social. E vediamo chi mente». E infine: «Sono pronto a un faccia a faccia con lui: sulla politica estera e i suoi rapporti con la Russia potremmo divertirci. La prossima volta non ho ancora deciso se candidarmi alla Camera o al Senato, lui non ha ancora deciso se candidarsi in Parlamento o alla Duma».
(da agenzie)

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DALLA UE 21 MILIONI DI EURO PER LA MILANO DEI SENZA FISSA DIMORA

Settembre 29th, 2024 Riccardo Fucile

VOLTI E STORIE DI CHI VIVE AI MARGINI DELLA SOCIETA’

Mentre la città si prepara a ricevere i fondi europei, Luca Meola ha seguito le vite di 15 senzatetto per la mostra “Milano senza dimora” che ha inaugurato alla Fabbrica del VaporeC’è una Milano che accoglie, e una che respinge. Due facce della stessa medaglia. Una città in perenne evoluzione e allo stesso tempo escludente. Che offre opportunità a chi non scende dalla giostra dell’iper performance – fare sempre di più, meglio e più velocemente – ma che lascia al margine chi non ha gli strumenti. Stando all’ultima rilevazione racCONTAMI 2024 del Comune lombardo effettuata dal 12 al 16 febbraio di quest’anno, sotto lo sguardo della Madunina vivono 2.343 di persone senza fissa dimora: chi, per diverse ragioni, si trova a vivere senza un’abitazione sicura. Non si tratta di un’etichetta, bensì di una condizione che può essere temporanea. Uomini e donne costretti a sopravvivere in strada, nelle stazioni ferroviarie, sotto i ponti, nei parchi o nelle strutture di accoglienza. Visibili, ma (molto spesso) ignorati.
Uno sguardo ai dati
Le persone senza fissa dimora, contate nell’ambito del progetto del Municipio di Milano in collaborazione con la Fondazione Ing. Rodolfo Debenedetti, sono lo 0,17% della popolazione cittadina: 791 in strada, 1552 nelle strutture di accoglienza. L’83% sono uomini, oltre il 76 di origine non italiana. Gli stranieri sono più rappresentati nelle fasce di età più giovani: il 60% di loro ha, infatti, meno di 45 anni. La maggior parte delle persone ha perso la propria casa a causa della perdita o dell’assenza di lavoro (64%), anche se il 22% dichiara di avere un lavoro retribuito. Il 37% ha subito uno sfratto e il 21% dichiara problemi di salute gravi o molto gravi, che tendono a peggiorare con il perdurare dell’assenza di dimora. Ad aggravare la situazione, la significativa assenza di una rete familiare o amicale di supporto e una generale condizione di solitudine.
In questo contesto la strada rappresenta il margine, luogo di oppressione e di privazione, ma anche spazio di resistenza. Ed è ciò che restituisce la mostra Milano senza dimora che ha inaugurato sabato 28 settembre, alla Fabbrica del Vapore di Milano. Un progetto di ricerca e documentazione fotografica promosso da Codici, la Direzione Welfare e Salute del Comune di Milano e la Rete grave marginalità adulta del terzo settore e volontariato cittadino. Centosessanta fotografie, scattate dal fotografo documentarista e sociologo Luca Meola, che esplorano la quotidianità delle persone senza dimora, raccontando itinerari, luoghi di incontro e reti di sostegno. Dalle mense ai centri di accoglienza, dall’assistenza alimentare, sanitaria a quella legale.
Tutta una rete di servizi per i senza dimora che a partire da questa settimana potrà accedere a circa 21,4 milioni in cinque anni assegnati dal ministero del Lavoro delle Politiche sociali. Quest’ultimo ha, infatti, premiato il capoluogo lombardo, che otterrà il 18% dei centoventi milioni del Fondo sociale europeo Plus. I fondi europei, per i quali il Comune dovrà presentare il progetto entro il 15 novembre, vengono ripartiti sulla base della capacità di spesa che gli enti locali hanno dimostrato negli anni precedenti e della coerenza dei progetti che hanno messo in campo con le linee guida impartite a livello nazionale, si legge sul sito del Comune. La quota di Milano verrà così suddivisa: 14,2 milioni dovranno essere destinati a consolidare e sviluppare il sistema dei servizi nell’ambito delle azioni di sostegno all’inclusione sociale e alla lotta alla povertà, mentre 7,2 milioni saranno dedicati al contrasto alla deprivazione materiale, anche attraverso la distribuzione di beni di prima necessità e di altri beni materiali, oltre che di misure di accompagnamento delle persone impegnate in percorsi di inclusione sociale.
Per realizzare gli scatti il fotografo ha camminato al fianco di ognuna delle 15 persone senza dimora coinvolte, per ore. «Ho raccolto immagini e storie per documentare la loro quotidianità, spesso fatta di attività e spostamenti ripetitivi, con uno sguardo di profonda vicinanza e condivisione. In un secondo momento, sono tornato da solo nei luoghi visitati – conclude Meola – per catturare l’ambiente urbano con un approccio più distaccato e analitico, mettendo in luce le contraddizioni di una città che da un lato offre risorse e servizi fondamentali, ma dall’altro alimenta dinamiche di esclusione». La mostra Milano senza dimora «non è soltanto un racconto visivo per superare pregiudizi, ma anche uno strumento di riflessione condivisa su come Milano possa al tempo stesso accogliere o respingere, connettere o isolare», sottolinea Jacopo Lareno Faccini, uno dei ricercatori di Codici che si è occupato del progetto.
Ma quale futuro possiamo costruire per una Milano più inclusiva e meno escludente? «L’impegno è quello di lavorare su risposte strutturali per sostenere le persone più vulnerabili in un percorso di riscatto sociale. La mostra e il palinsesto collegato hanno il merito di entrare in punta di piedi ma con determinazione in un mondo – quello di chi vive in strada – spesso chiuso e inaccessibile, per favorire lo sviluppo di un punto di vista consapevole su questo fenomeno così complesso. Non distogliere lo sguardo è il primo passo per comprendere davvero», afferma l’assessore al Welfare e Salute Lamberto Bertolé. Milano senza dimora non è solo una mostra fotografica, ma anche uno spazio culturale temporaneo che ospiterà workshop, talk e attività. Il calendario completo degli eventi è disponibile qui.
(da Open)

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