A BOLOGNA IL REFERENDUM SULLA SCUOLA CHE VORREI
GUCCINI: “VOTO A PERCHE’ I PRINCIPI SONO FONDAMENTALI… RED RONNIE: “VOTO B, CHI VA ALLE PRIVATE COSTA MENO ALLO STATO”
I princìpi sono importanti. Francesco Guccini di politica parla sempre, anche se, che venga ascoltato o meno, non ama le strumentalizzazioni e l’eco che ogni sua parola provoca ogni volta. Sul referendum di Bologna però non ha potuto restare in silenzio: “Dicono che votare contro i finanziamenti alle scuole private è una questione di principio che non tiene conto dei problemi pratici? Può darsi. Nella vita si fanno tante cose solo per seguire i propri ideali. I princìpi sono importanti”.
Si è schierato per il no nel referendum che secondo le previsioni rischia di spaccare il fronte che fu granitico del Partito democratico a Bologna.
Dalla sua parte anche Stefano Rodotà , ma sul versante opposto il sindaco Virginio Merola e Romano Prodi, uno degli uomini che il maestrone di Pavana ha sempre sentito come tra i più vicini alla sua linea di pensiero.
Una divisione che ha fatto emergere malumori e sottolineato ancora una volta la distanza del cantante dal Pd.
“Ho già detto quello che penso, perchè ci tenevo a esprimermi. Ho già detto che non credo più nel Pd e che non lo sento più come il mio partito, Ora non voglio aggiungere ulteriori polemiche. Semplicemente io credo che entrare alla scuola pubblica, dove si opera senza discriminazioni e senza indirizzi confessionali, sia il primo passo di ogni individuo che voglia imparare l’alterità e la condivisione. È il primo passo di ogni essere umano per diventare uomo, per diventare donna”. Diritti e uguale accesso all’istruzione, così il cantautore cita nella sua difesa il padre costituente Piero Calamandrei: “Io non posso non fare mia la sua lezione, quella contenuta nel celebre Discorso in difesa della scuola nazionale. Da quelle parole traggo il mio augurio e il mio saluto per tutti voi: ‘Bisogna, amici, continuare a difendere nelle scuole la Resistenza e la continuità della coscienza morale’”.
Parole che Guccini aveva già ricordato in occasione dell’incontro pubblico a Pistoia, lasciando un messaggio ai volontari del comitato articolo 33 a Bologna: “Sono qui con il cuore ad accompagnare la vostra campagna. Sono qui a discutere di viaggi e incontri ai Dialoghi sull’Uomo e questa coincidenza mi porta a pensare proprio alla scuola — e alla scuola dell’infanzia, pubblica laica e plurale — come uno dei luoghi fondamentali dove l’uomo prende forma e inizia il suo viaggio”.
Io sono per il mantenimento del sistema attuale”. Red Ronnie, giornalista ed esperto di musica, storica voce di Radio Alice a Bologna lo dice.
Ma lo schieramento del capitolo B, quello per mantenere i finanziamenti alle scuole materne private e paritarie, deve scontrarsi con l’intellighenzia alla bolognese, molta aria di Rive Gauche, osterie e pochi fronzoli.
Tanto che parteggiare per il B diventa quasi una scelta di campo, lunga e complessa da giustificare.
“Le mie figlie hanno frequentato scuole paritarie e difendo questa scelta. Non dimentichiamo che uno studente costa di più allo Stato se va alla scuola pubblica. Le strutture paritarie spesso sono realtà di eccellenza, con bravi insegnanti e una buona sperimentazione”.
Una difesa del sistema integrato, che passa per la critica di chi ha scelto la difesa della scuola pubblica per presa di posizione.
“Non esistono più le questioni di principio, come non esiste più destra o sinistra. Dobbiamo solo tornare alla meritocrazia. Se le realtà paritarie sono di qualità , allora vanno protette”.
La disputa ha radici lontane e coinvolge cittadini ed istituzioni.
Romano Prodi ha osservato: “Era opportuno non arrivare al referendum”.
Anche perchè per la prima volta è la sinistra Bolognese che si scanna in famiglia. Quella che fa riferimento al Pd, alle Coop e all’apparato e quella più libertaria, riassunta bene in mezzo secolo di carriera da Francesco Guccini.
“Io ho fatto il Sessantotto”, conclude Red Ronnie, “e lì erano gli studenti a lottare contro i professori. Qui mi sembra che ci siano gli insegnanti a motivare gli studenti per una battaglia che forse non gli appartiene”.
A votare “B come bambini”, come recita lo slogan ufficiale, però hanno detto di essere in tanti, non solo all’interno del Partito Democratico.
Nella lunga lista c’è Maria Chiara Carrozza, ministro all’istruzione, l’ex sindaco Walter Vitali, Salvatore Vassallo, parlamentare in quota Renzi, Silvia Noè, consigliere regionale Udc e il politologo Gianfranco Pasquino.
Guai a parlare di laicità , ci tengono a sottolineare i partigiani del “No”, ma solo di tutela di un posto per oltre quattrocento bambini che altrimenti non avrebbero altre strutture.
Contro ogni strumentalizzazione di principio.
Emiliano Liuzzi
(da “il Fatto Quotidiano”)
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