A LAMPEDUSA NON C’E’ STATO ALCUN SPERONAMENTO DELLA SEA WATCH NEI CONFRONTI DELLA GDF, SOLO UN CONTATTO DETERMINATO DALL’ABBRIVIO
CHI HA FATTO UNA MANOVRA INCOMPRENSIBILE E’ STATA LA GUARDIA DI FINANZA CHE HA MESSO A RISCHIO I MILITARI
I sovranisti di tutta Italia hanno scoperto in questi giorni di essere estimatori della Guardia di Finanza, ovvero quel corpo delle Forze dell’Ordine mai troppo amato perchè generalmente dà la caccia ad evasori e furbetti vari e accusato di “colpire” i piccoli imprenditori con controlli sugli scontrini.
La ragione ovviamente sta tutta in quanto avvenuta a Lampedusa nella notte tra il 28 e il 29 giugno con lo “speronamento” di una motovedetta della GdF da parte della Sea Watch 3 in fase di attracco al molo.
Subito il ministro degli Interni ha scatenato la caccia alla “criminale” comandante Carola Rackete che secondo Salvini avrebbe “tentato di schiacciare contro la banchina del porto di Lampedusa una motovedetta della Guardia di Finanza con l’equipaggio a bordo”.
Secondo sovranisti e patridioti si tratta di un vero e proprio atto di guerra. I magistrati di Agrigento dovranno accertare l’esatta dinamica degli eventi e chiarire se la motovedetta può essere considerata una nave da guerra.
Dal punto di vista processuale c’è pure un precedente: è il caso della Cap Anamur che forzò un blocco navale per entrare a Porto Empedocle nel 2004. Il caso si concluse con un’assoluzione.
Quello che si vede nel filmato sembra a tutti molto chiaro: la Sea Watch si sta accostando al molo nonostante la presenza della motovedetta (pare essere una V800 in dotazione alla GdF). Le due imbarcazioni si toccano e la piccola vedetta riesce poi ad allontanarsi consentendo l’approdo.
La vera domanda da farsi non è se la Sea Watch 3 abbia voluto intenzionalmente schiacciare la motovedetta sulla banchina ma cosa ci facesse lì la motovedetta.
Chi aveva ordinato alla GdF di compiere quella manovra così pericolosa? Perchè la manovra della Guardia di Finanza ha messo a repentaglio la sicurezza dell’equipaggio della motovedetta
L’imbarcazione della GdF è stata sempre a fianco della Sea Watch fin dal suo arrivo nelle acque di Lampedusa. Quando la nave della Ong ha deciso di entrare in porto la motovedetta si è messa in mezzo durante le ultime fasi della manovra. Non è ben chiaro cosa pensassero di fare i finanzieri a bordo della vedetta.
Fermare con un’imbarcazione di poco più di 12 metri per 16 tonnellate di dislocamento una nave lunga 50 metri (cinque volte tanto) per oltre 600 tonnellate di stazza (37 volte tanto) non sembra una mossa intelligente.
Soprattutto quando ormai la nave è a meno di cinque metri dalla banchina.
In quel momento nessuno avrebbe potuto impedire il contatto tra le due imbarcazioni. Perchè questa è la definizione aderente ai fatti e alla realtà : contatto.
La ragione per cui la manovra pericolosa è stata quella portata a termine dai finanziari che si sono infilati tra la banchina e la Sea Watch 3 è semplice e sta tutta in una parola: abbrivio.
La nave della Ong a quel punto non si poteva più fermare o arrestare, e anche se avesse voluto farlo non avrebbe potuto farlo nei brevi istanti in cui la motovedetta si è messa in mezzo.
Come mai la Guardia di Finanza non ha fermato gli sbarchi fantasma?
A cosa serve tutta la caciara su questo episodio? A dare un significato “plastico” all’idea dello scontro tra Stato italiano e Ong.
Uno scontro evocato da mesi ma che fino ad ora era rimasto nei tweet e nelle dichiarazioni dei membri del governo. Il contatto tra la grande nave umanitaria (che simboleggia i poteri forti) e la piccola motovedetta è la rappresentazione grafica della battaglia con i Poteri Forti dell’immigrazionismo e l’eroica resistenza dello Stato, nonostante la mancanza di mezzi adeguati (per colpa dell’Europa ovviamente).
Certo, la si può vedere anche in un altro modo, come l’inutilità di cercare di “chiudere il mare” o di bloccare l’immigrazione.
Ovvero di bloccare un flusso di persone che non può essere fermato con tweet e decreti ma piuttosto governato e gestito con politiche di accoglienza adeguate.
E non tirare fuori la storia dell’aiutarli a casa loro, perchè i soldi stanziati non bastano, perchè gli aiuti che “diamo” come Stato non sono che una goccia nel mare.
Qualcuno poi potrebbe anche farsi un’altra domanda: dov’erano le motovedette della Guardia di Finanza di stanza a Lampedusa mentre a giugno sbarcavano industurbati, entrando tranquillamente in porto, centinaia di migranti a bordo di decine di barchini e motopescherecci? Nessun eroico gesto, Nessun tentativo di impedire l’attracco, come mai?
(da “NextQuotidiano”)
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