A MARTINA, MORTA PER SALVARSI L’ANIMA E IL CORPO
IERI LA CASSAZIONE HA RESO TARDIVA GIUSTIZIA ALLA GIOVANE GENOVESE PRECIPITATA DA UN BALCONE PER SFUGGIRE A UNO STUPRO…INFAMATA PER DIECI ANNI DAGLI STUPRATORI CHE VOLEVANO FARLA PASSARE PER DROGATA E NINFOMANE… GRAZIE ALLA PRESCRIZIONE DOVRANNO SCONTARE APPENA 3 ANNI
Cara Martina,
da dieci anni ci guardi allegra da ogni media possibile. Sei seduta in pantaloncini su una coperta da picnic, e ci regali uno sguardo allegro da sotto in su e la tua smorfia di ragazzina. Hai 20 anni e come si dice la vita, tutta la vita come è lunga quando è lunga, davanti a te.
Poi arriva una notte a Palma di Maiorca. Una notte d’estate, di quelle che ci si diverte, di quelle che finalmente è vacanza. Di quelle che una ragazza che studia tutto l’anno, aspetta tutto l’anno. Sei con tre amiche, sei allegra, sei felice.
È il 3 agosto del 2011. C’è nell’aria il profumo del mare. Nella tua camera d’albergo ci sono due uomini grandi, hanno 30 anni. Uno è campione di motocross, si chiama Alessandro Albertoni. L’altro fa l’artigiano, si chiama Luca Vanneschi. Vivono vicino ad Arezzo, a Castiglion Fibocchi. Posso scriverlo, che ci sono, perché sono stati condannati in via definitiva ieri, dalla Cassazione.
Hai subito 5 processi, Martina. Per 5 volte la tua vita è stata messa in tavola, per farla mangiare a chi voleva. Questo è spesso un processo per stupro. La vittima in pasto ai media. Ci sono volute 2 sentenze della Cassazione e 2 processi d’appello perché quei due dicevano che tu ti eri suicidata. Che ti eri drogata. Che ti eri offerta sessualmente a loro due, che loro due ti avevano detto “No grazie”. Che per questo sei volata di sotto.
La tua mamma e il tuo papà non è difficile immaginarli mentre parlano di te, la sera, tornati a casa dalle udienze di sofferenza assoluta a cui mai sono mancati. Non è difficile immaginarli mentre dicono “No, la nostra bambina non era così”. Ogni parola su di te deve essere stata un coltello, per loro, per chi ti conosceva, per chi ti ha amato.
Ma finalmente, tu sei tornata tu. A otto giorni dalla prescrizione , Vanneschi e Albertoni sono stati condannati a 3 anni per tentativo di violenza sessuale di gruppo. Il reato “morte in conseguenza di un altro delitto”, dopo la condanna in primo grado, era già andato prescritto. E per un soffio, non è accaduto anche per il tentato stupro.
Tu per questo sei morta, Martina. Per scappare da loro mostri, Vanneschi e Albertoni. Per salvarti l’anima e il corpo. Sei morta terrorizzata, sei morta disperata, sei morta saltando tra un balcone e l’altro. Pur di non essere violentata.
Vanneschi e Albertoni, grossi, forti, cattivi non sono riusciti a stuprarti, ma ti hanno violato comunque, cercando di farti passare per pazza, drogata, ninfomane.
I 3 anni chissà se li sconteranno in carcere, e ci sarà comunque lo sconto di pena per buona condotta, ci saranno i permessi premio, immagino, ci saranno le interviste in tivvù e magari, non so, la laurea presa dietro le sbarre. Magari ci saranno, adesso, le scuse, la richiesta di perdono, la confessione. Qualche donna che scrive loro lettere, che fa proposte di matrimonio, le solite tristezze della popolarità, anche di quella criminale. O forse no.
Resta, del tuo calvario, solo quello sguardo allegro, da ragazzina beata. Quello sguardo che ha così fiducia nel mondo, da regalare al mondo una smorfia buffa.
Riposa in pace, Martina.
Ma quello che hai dovuto vivere, pace non ce ne da.
(da agenzie)
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