ADDIO A NADIA, LA “GUERRIERA” SENZA PAURA
LE LACRIME DE LE IENE: “NULLA SARA’ PIU’ COME PRIMA, SEI STATA UN ESEMPIO PER TUTTI NOI”
Nadia Toffa è morta. Lo hanno annunciato Le Iene sulla loro pagina facebook: “Hai combattuto a testa alta, col sorriso, con dignità e sfoderando tutta la tua forza, fino all’ultimo, fino a oggi. D’altronde nella vita hai lottato sempre. Hai lottato anche quando sei arrivata da noi, e forse è per questo che ci hai conquistati da subito. È stato un colpo di fulmine con te, Toffa. È stato tanto facile piacersi, inevitabile innamorarsi, ed è proprio per questo che è così difficile lasciarsi. Il destino, il karma, la sorte, la sfiga ha deciso di colpire proprio te, la NOSTRA Toffa, la più tosta di tutti, mentre qualcuno non credeva alla tua lotta, noi restavamo in silenzio e tu sorridevi”.
Nadia Toffa era stata ricoverata nel dicembre 2017. La direzione dell’Azienda sanitaria universitaria Trieste aveva precisato dopo poche ore che la prognosi era riservata «per patologia cerebrale in fase di definizione» e, subito dopo, si era anche parlato della necessità di un trasferimento, nel corso della notte, all’ospedale San Raffaele di Milano con elisoccorso, un’operazione ritardata per via del forte vento di bora che ieri lì soffiava.
Nadia Toffa aveva contratto il cancro in una delle declinazioni peggiori: quello al cervello. Avete mai conosciuto qualcuno con il lobo frontale in metastasi? Oltre alla chemioterapia, al dolore, alle operazioni, agli interminabili momenti di attesa passati negli androni degli ospedali, in attesa di un referto sempre indecidibile; oltre ad un’esistenza che si fa incauta per obbligo e non per scelta, il cancro al cervello ci metteva il carico da novanta, tra cambi di personalità , mal di testa, problemi alla vista e addirittura allucinazioni sensoriali.
“Nadia Toffa ha avuto un tipo di tumore per il quale la ricerca sta lavorando molto a livello internazionale, ma anche in Italia”, afferma Stefania Gori, presidente degli oncologi dell’Aiom, l’Associazione italiana di oncologia medica, interpellata dall’Agi sulla malattia della storica conduttrice delle Iene, deceduta a 40 anni dopo una lunga battaglia contro il cancro.
“Su alcune forme tumorali dobbiamo acquisire ancora maggiori conoscenze — ammette l’oncologa — ma anche per queste la ricerca sta avendo notevoli progressi. In generale la ricerca oncologica ha fatto molti passi avanti — osserva Gori — il 60% dei pazienti con una diagnosi di tumore ha una sopravvivenza di 5 anni, e per il carcinoma alla mammella e alla prostata la percentuale di sopravvivenza sfiora il 90%”. Il cammino e’ ancora lungo ma oggi, proprio grazie alla ricerca, si comincia a parlare di guarigione, “un concetto che fino a due anni fa non si prendeva in considerazione”.
“C’e’ un esercito di persone — sottolinea la presidente dell’Aiom — che hanno avuto un tumore e che oggi sono vive in Italia e sono oltre 3 milioni e 400mila”.
Ma quand’e’ che ci si puo’ considerare guariti? “Una certa quota di pazienti — spiega Gori — puo’ essere considerata guarita perche’ ha raggiunto, dopo un numero di anni dalla diagnosi che e’ diverso a seconda della neoplasia dalle quale era affetto, la stessa aspettativa di vita di una persona della stessa eta’ e dello stesso sesso che non ha mai avuto un tumore”.
Nel suo libro Nadia Toffa aveva parlato del cancro come di un dono in un libro in cui raccontava la sua vita da quando, il 21 dicembre 2017 aveva scoperto di avere un tumore.
Su Instagram la conduttrice aveva detto che in questo libro spiegava «come sono riuscita a trasformare quello che tutti considerano una sfiga, il cancro, in un dono, un’occasione, una opportunità ».
La Toffa aveva aggiunto un invito agli altri malati «Non sospendiamo la vita per colpa del cancro, non diamogliela vinta. Bisogna sorridere sempre perchè noi siamo più forti. Trasformare il cancro in un dono è possibile».
Oggi le Iene scrivono:
“Sei riuscita a perdonare tutti, anche il fato, e forse anche il mostro contro cui hai combattuto senza sosta… il cancro, che fino a poco tempo fa tutti chiamavano timidamente “Il male incurabile” e che, anche grazie alla tua battaglia, adesso ha un nome proprio.
“Non bisogna vergognarsi di guardarlo in faccia e chiamarlo per nome il bastardo, — dicevi — che magari si spaventa un po’ se lo guardi fisso negli occhi”.
E dato che sei stata in grado di perdonare l’imperdonabile, cara Nadia, non ci resta che sperare con tutto il cuore che tu sia riuscita a perdonare anche noi, che non siamo stati in grado di aiutarti quanto avremmo voluto.
Ed ecco le Iene che piangono la loro dolce guerriera, inermi davanti a tutto il dolore e alla consapevolezza che solo il tuo sorriso, Nadia, potrebbe consolarci, solo la tua energia e la tua forza potrebbero farci tornare ad essere quelli di sempre
Niente per noi sarà più come prima.
(da agenzie)
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