AFFITTO DA 2000 EURO, 7000 EURO PER UN ALBERGO AD AGOSTO, 150.000 EURO DI CONSULENZE: LE SPESE POCO TRASPARENTI DEI CINQUESTELLE
CIFRE ANOMALE PER GLI ELETTORI CHE VOGLIONO CONTROLLARE I LORO ELETTI SUL SITO UFFICIALE GRILLINO TIRENDICONTO.IT
C’è chi spende duemila euro al mese di affitto a Roma, chi ad agosto (a Camere chiuse) ha pagato settemila euro d’albergo, chi in cinque anni ha speso più di 150mila euro in consulenze non meglio precisate.
Tutte spese lecite e, seppur quasi mai dettagliate, di facile accesso a chiunque fosse interessato.
Assunto che il Movimento 5 Stelle è l’unico partito a rendicontare pubblicamente le spese dei suoi parlamentari, lo scandalo dei “rimborsi” ha acceso un faro proprio sulle modalità con cui queste spese vengono comunicate agli elettori, in nome della trasparenza, e soprattutto sottoposte a controlli.
Perchè non ci sono solo le mele marce, gli otto parlamentari che non hanno versato, come si erano impegnati a fare, metà del loro stipendio nel fondo per il microcredito. Spulciando il sito TiRendiconto.it che il Movimento 5 Stelle ha messo a disposizione degli elettori per tenere sotto osservazione le entrate e le uscite dei loro eletti, emergono infatti diverse anomalie nella gestione della diaria e diverse discrepanze da parlamentare a parlamentare.
Anomalie dovute anche alla mancanza di una vera trasparenza nelle voci di spesa di molti parlamentari che, sotto la dicitura “varie”, non si sa bene cosa vadano poi a contabilizzare.
Per dire, una che non sembra badare a spese è Marta Grande: la più giovane deputata eletta dai grillini (entrata in Parlamento a soli 25 anni)e oggi candidata come capolista nel collegio Lazio 2 per la Camera ha speso in media il doppio rispetto ad Alessandro Di Battista per abbonamenti e ricariche telefoniche: quasi 15mila euro.
La spesa media di un parlamentare M5S è di 120 euro al mese, la giovane deputata la supera per più del doppio.
Ma Grande guida anche la classifica delle spese per l’alloggio tra i parlamentari M5S: circa duemila euro al mese per affitto e utenze a Roma, a spanne 500 euro in più rispetto alla media di tutto il gruppo parlamentare M5S.
Ad agosto del 2016 l’anomalia più grossa: ben settemila euro in alloggio, nell’unico mese dell’anno in cui la Camera dei Deputati è chiusa.
Settemila euro non di canone d’affitto ma di albergo a Roma. La ragione di questa impennata non è specificata nelle tabelle della rendicontazione, ma va registrata. Contattata da Repubblica ha risposto di non aver intenzione di trattare l’argomento.
Guardando solo alle spese per canone mensile, come emerge dalle tabelle di MaQuantoSpendi.it, a svettare è il deputato sardo Nicola Bianchi, tra i non ricandidati alle elezioni del 4 marzo. Per lui un canone medio di 1950 euro.
C’è chi invece ha fatto spending review, come Roberto Cotti: fino al 2015 ha pagato per il canone mensile 2200 euro al mese, poi dal 2016 è sceso a un prezzo più consono: 1600 euro.
Tra coloro che hanno pagato di più in affitti ci sono poi Davide Crippa, Barbara Lezzi, Daniele Del Grosso. Come detto, la spesa media del gruppo si aggira intorno ai 1500 euro, una cifra più che adeguata per una città come Roma.
Per quanto riguarda le spese di vitto, a guidare la classifica è Mattia Fantinati. Da inizio legislatura le spese per pranzi e cene hanno raggiunto la cifra di 50mila euro.
Se per tutto il 2017 la spesa oscilla dai 250 ai 700 euro, negli anni precedenti ha toccato punte ben più alte: a gennaio 2014 più di mille euro, ad aprile quasi 1600, ad agosto circa tremila euro.
Ancora: a marzo 2015 circa 1700 euro, nello stesso mese dell’anno successivo cifra grossomodo identica.
La spesa media di un parlamentare del gruppo 5 Stelle per il vitto è di circa 577 euro. Oltre a Fantinati, tra chi a tavola non ha risparmiato (rispetto ai colleghi del suo gruppo) ci sono Silvia Chimienti, Danilo Toninelli, Michele Giarrusso e Matteo Dall’Osso.
C’è poi il senatore Luigi Gaetti che, ha ammesso a Repubblica, alla voce “varie” ha infilato le spese per la sua pensione privata da medico: “Lo staff è al corrente di tutto”. Altro caso anomalo riguarda invece il pagamento di consulenze da parte del deputato Lello Ciampolillo, ricandidato come capolista nel collegio Puglia 1 per il Senato.
La spesa media si aggira intorno ai 450 euro al mese per ogni parlamentare M5S, quella di Ciampolillo è di gran lunga superiore.
Per dire, da marzo 2014 a dicembre 2015 ha sempre speso in consulenze varie duemila euro al mese.
E si tratta del dato più basso perchè nei mesi precedenti o successivi al periodo succitato, la somma pagata per consulenze è molto più alta: da gennaio 2016 a luglio è di quattromila euro. Da agosto dello stesso anno passa a cinquemila e va a crescere e a gennaio 2017 tocca la cifra di 6200 euro per poi iniziare di nuovo a scendere: da febbraio a maggio circa quattromila euro al mese, da giugno a luglio circa 4800 euro. A settembre 4600 euro, a ottobre circa 5200.
Lo stesso Ciampolillo guida la classifica dei parlamentari per la spesa in taxi. La spesa del parlamentare medio M5S è di 180 euro, lui ne spende 516 per un totale da inizio legislatura che supera i 22mila euro.
Quanto alle spese per telefonate e abbonamenti, risulta in linea con la media del gruppo. Ma al telefono non è raggiungibile.
(da “Huffingtonpost”)
Leave a Reply