ALLA STAMPA BERLUSCONIANA FINI FA ANCORA PAURA: TAROCCANO PURE I NUMERI
FINI ALL’EUR ILLUSTRA IL SUO PROGETTO A 1.000 PARTECIPANTI, MA “IL GIORNALE” E “LIBERO” NE CONTANO SOLO 100 PER FAR PIACERE AL PREGIUDICATO
Ci riserviamo di entrare in seguito nel merito degli interventi in svolgimento all’Eur di Roma in occasione della presentazione del progetto “Partecipa – La destra che non c’e'”, promossa da Gianfranco Fini.
Ci preme qua sottolineare che l’ex presidente di Futuro e Libertà a qualcuno fa ancora paura se sono costretti a dedicargli le prime pagine delle notizie politiche del giorno.
Non per entrare nel merito di quanto da lui esposto in tarda mattinata, nel corso del suo intervento introduttivo, ma per coprirlo di una serie di insulti e manipolazioni della realtà .
Titola “il Giornale”: Fini, l’illuso ct della destra senza nemmeno la squadra”. Gli fa eco “Libero: “Povero Fini, la sua destra riparte col piattino in mano”.
Abituati a salire le scale padronali in ginocchio e con la lingua di fuori, non avendo il fisico per avvilupparsi al palo della lap dance e neanche il culo tonico di Nicole e di Ruby, notoriamente non sopportano che esista qualcuno che abbia osato puntare il dito contro il loro padrone pregiudicato, segnando l’inizio del suo declino e delle loro fortune.
Abituati a subire attentati misteriosi e condanne per diffamazione con trattamenti preferenziali, inventarsi balle stratosferiche e usare la macchina del fango contro i dissidenti, oggi dedicano le loro virtù giornalistiche al meeting romano di Fini, per urlare in preda ad emorroidi mentali, che Fini è un fallito, che non ha seguito, che deve politicamente “morire”.
Una domanda sorge spontanea: se Fini non conta un cazzo, perchè vi agitate tanto? Leccate la ciotola del vostro padrone e possibilmente non sbrodolate per terra che poi Francesca deve pulire e si incazza.
Pensate ai guai che avete in casa, alla sentenza del 18 luglio sul caso Ruby e sul terzo grado della Cassazione a fine anno: magari preparatevi per la pubblicazione de “Le mie prigioni” a dispense settimanali.
Quello che fa Fini può darsi che non rivesta interesse e che non porti a nulla, ma ciò che distingue un giornalista da un pennivendolo dovrebbe essere almeno quello di riportare la verità dei fatti.
Sostenere che ad ascoltare Fini stamane ci fossero “poche centinaia di persone, forse anche meno” (facciamo poche decine? n.d..r.) non è giornalismo, è mistificare i fatti.
La sala era piena, gli accrediti erano 1.000 e i posti a sedere sono notoriamente 800, come certificato da “il Tempo” di Roma, giornale di centrodestra con altra serietà .
Con una differenza: illusi o stolti che siano, i partecipanti non sono stati prelevati da un ospizio per una gita gratuita, non hanno avuto il ricco cestino da viaggio “pagasilvio” e pensate un po’, si sono anche pagati il viaggio di tasca propria, cose impensabili nel Pdl.
Conclusione: chi non ha rispetto degli altri non lo ha neanche verso se stesso.
Per questo esistono i servi.
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