LITE BRUNETTA-VERDINI SULL’OK A RENZI
FORZA ITALIA SPACCATA: BRUNETTA INSISTE PER IL NO, VERDINI SI APPELLA A BERLUSCONI: “ATTENTO, IL PD PUO’ FAR TUTTO DA SOLO”
A dispetto dei ribelli forzisti e dei dissidenti della maggioranza, l’intesa tra Renzi e Berlusconi tiene.
Lo conferma il premier da Bruxelles, definendo «un compromesso molto buono» quello raggiunto in commissione: «Sono molto ottimista che l’accordo terrà ».
Quindi, aggiunge, «già dalla prossima settimana o la fine della successiva» ci saranno «i primi voti in commissione e Aula».
La battuta feroce è contro i dissidenti interni: «Trovo davvero sorprendente che tutte le volte che andiamo all’estero c’è parte del Pd, ancorchè minoritaria, che riapre discussioni che sembravano chiuse sulle riforme: è un atteggiamento che si giudica per quello che è e non ha bisogno di parole ulteriori».
A sentire gli altri contraenti del patto del Nazareno le cose stanno filando per il verso giusto.
Il ministro Boschi e Luca Lotti, mentre Renzi era impegnato al summit Ue, hanno tenuto i rapporti con i forzisti Paolo Romani e Denis Verdini.
«Il lavoro istruttorio è quasi finito», spiega Romani. Manca solo il timbro ufficiale del governo alla principale richiesta di Forza Italia, quella di introdurre un correttivo proporzionale nella scelta dei futuri senatori, in modo che dalle Regioni (oggi quasi tutte in mano al centrosinistra) non vengano inviati a Roma solo senatori di una parte politica.
Ma la scelta politica di Berlusconi di non far saltare il patto sembra ormai irreversibile, almeno in questo primo passaggio parlamentare.
La commissione affari costituzionali inizierà a votare gli emendamenti lunedì pomeriggio, ma il punto più contrastato, quello del Senato non elettivo, slitterà sicuramente alla settimana successiva.
Il fatto è che giovedì sia il Pd ma soprattutto il Pdl terranno le loro assemblee parlamentari. E in casa forzista sarà l’ora della verità .
Negli ultimi giorni, dietro le quinte, si è consumato uno scontro molto duro tra lo stesso Verdini e Renato Brunetta proprio sull’atteggiamento da tenere nei confronti del governo.
Nelle riunioni di vertice con Berlusconi il capogruppo ha insistito sulla linea dura, quella dell’opposizione senza sconti al governo e del no al ddl Boschi sul Senato. Tanto che Verdini, esasperato, si è rivolto direttamente al leader: «Nessuno ha il coraggio di dirtelo, ma la verità è che Renzi le riforme al Senato le può fare anche senza di noi. Ho calcolato che gliele possono votare 180-190 senatori. E allora tu saresti tagliato fuori da tutto e messo in un angolo. E Renzi potrebbe fare una legge elettorale che ci farebbe scomparire dalla scena. E questo che vuoi presidente?».
Da qui è nata l’idea dell’assemblea di tutti i parlamentari forzisti.
Perchè Romani e Verdini, a questo punto, preoccupati per le voci su una fronda sempre più consistente, hanno chiesto al leader di metterci la faccia.
E dunque sarà Berlusconi stesso a spiegare la necessità di “baciare il rospo” e votare sì al Senato non elettivo.
«A quel punto – pronostica una fonte berlusconiana – quanti senatori di quei 35 senatori che hanno firmato il documento di Minzolini resteranno sulle loro posizioni? Non più di 3 o 4».
Francesco Bei
(da “La Repubblica”)
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