ALL’AQUILA IL GOVERNO E’ LATITANTE: FINITI GLI SPOT, RESTANO LE STESSE MACERIE E ARRIVANO LE TASSE
NON SERVE DEPISTARE CON LA POLEMICA A DIFESA DELLA PROTEZIONE CIVILE…LA PRESTIGIACOMO TRE MESI FA AVEVA GARANTITO IL RITIRO DELLE MACERIE: SONO ANCORA LI’… IL COMUNE DA SOLO PRIMA NE AVEVA RITIRATO 70.000 TONN., ORA IN TRE MESI APPENA 10.000: NE RESTANO 4,5 MILIONI DI TONN…E’ TUTTO BLOCCATO E A LUGLIO GLI AQUILANI DOVRANNO PAGARE LE TASSE SOSPESE
Il governo, quando è in difficoltà , tira fuori dalla vecchia polveriera, le datate e ormai riconoscibili “armi di distrazione di massa”.
In tal senso va interpretata la sparata del premier contro la magistratura abruzzese, rea di aver indagato i vertici della Protezione civile per aver sottovalutato il rischio sisma all’Aquila e non aver fatto evacuare la popolazione dalle case dopo la scossa di magnitudo 4.2, di poco precedente a quella fatale.
Al di là del merito della vicenda e ai precedenti (vedi Garfagnana) dove si era in effetti agito in senso opposto, pensiamo sia legittimo che la magistratura faccia chiarezza, anche perchè sollecitata in tal senso da famiglie abruzzesi che hanno dovuto raccogliere le spoglie dei propri cari.
Invitare la Protezione civile, fin che tali accuse persisteranno, a non mettere più piede all’Aquila a molti è apparsa una “caduta di stile” o una solita boutade di Berlusconi, per quanto di cattivo gusto.
In realtà rappresenta una premessa “scientifica” e studiata di alibi mediatico e disimpegno pratico.
Qualsiasi accusa potrà essere formulata per il mancato ritiro delle macerie e i ritardi nella ricostruzione, la colpa sarà dei “giudici politicizzati” che hanno osato mettere in dubbio il comportamento dello staff della Commisione Grandi Rischi.
Premesso, tanto per la cronaca, che solo una piccola parte dei terremotati ha trovato alloggio tra progetto C.a.s.e. e casette di legno (circa 18.000), mentre oltre 30.000 si sono dovuti arrangiare da soli presso parenti o cercando in affitto, e che qualche altro migliaio di sfollati vive sempre negli alberghi della costa, parliamo delle promesse del governo in merito alla rimozione delle macerie. Ricordate le iniziative del popolo delle carriole?
Per evitare brutte figure in Tv, intervenne la Prestigiacomo che promise che entro pochi mesi i 4,5 milioni di tonn di macerie sarebbero state rimosse.
Sono passati 3 tre mesi e tutto è rimasto come prima.
Anzi è peggiorata la situazione: prima il Comune da solo era riuscito a ritirare 70.000 tonn, da quando è intervenuto l’esercito in tre mesi appena 10.000 tonn.
Meno male che Berlusconi aveva accusato il Comune di lentezza…
Le 4,5 tonn di macerie sono ancora lì, disseminate per le strade del centro storico dell’Aquila e dei 49 piccoli comuni colpiti dal sisma.
Macerie tra l’altro destinate a crescere, quando prenderà avvio la demolizione di centinaia di case da ricostruire.
Secondo un preciso dossier, dei 4,5 milioni di macerie, un terzo si trova nelle strade, mentre altri due milioni di tonn sono stati accumulati all’interno di case e cortili.
Basterebbe rimuovere un terzo delle macerie per poter far partire i lavori su 10.000 edifici danneggiati che vanno sistemati.
Ma il governo latita e gli aiuti economici arrivano col contagocce.
Dulcis in fundo: a luglio gli aquilani si troveranno a pagare le tasse dopo un anno di sospensione delle imposte, arretrati compresi.
Senza lavoro, ma martellati dall’erario, terremotati e sofferenti, ma costretti a sorridere e sperare.
Il segnale del popolo delle carriole e del voto all’Aquila città è sintomo di critica all’operato del govermo ed è destinato ad ampliarsi.
All’Aquila si sta continuando a sbagliare e a nascondere la verità : si è speso tutto per vendersi un’immagine di efficienza, ma ora che c’è da fare con la realtà , non si sa gestire la normalità e la ricostruzione.
Leave a Reply