PER IL MIGRANTE CHE VUOLE RIENTRARE IN PATRIA, VIAGGIO GRATIS E 1.500 EURO DI CONTRIBUTO
PROGETTO “NIRVA” PER IL RIMPATRIO VOLONTARIO ASSISTITO, COORDINATO DAI COMUNI ITALIANI E DA ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI…SETTEMILA FINO AD OGGI: DEVONO ESSERE PERSONE CON REGOLARE PERMESSO DI SOGGIORNO E NON COMUNITARI…POSSONO IN FUTURO RIENTRARE IN ITALIA
Il rientro in patria deve essere visto come una fase del processo migratorio: su queste basi è nato il progetto Nirva, Networking Italiano per il Rimpatrio Volontario Assistito, che viene presentato in varie città italiane, nell’ambito di una campagna informativa coordinata dall’Aiccre (Associazione italiana per il Consiglio dei Comuni e Regioni d’Europa) e rivolto alle organizzazioni pubbliche e private, nel contesto del Consiglio Territoriale per l’Immigrazione. In pratica si tratta di un progetto co-finanziato dal Fondo Europeo per il rimpatrio e consiste nella possibilità del migrante di ritornare in maniera volontaria nel Paese di origine, attraverso un aiuto logistico e finanziario per il viaggio e la reintegrazione.
Alla partenza vengono consegnati 400 euro come indennità di prima sistemazione, più il biglietto pagato e un ulteriore supporto finanziario di 1.110 euro da erogare in patria.
Il nostro Paese attua questi programmi già dal 1991: gli immigrati che ne hanno beneficiato finora sono circa settemila, con il nuovo finanziamento si conta di portare i rientri a 200 l’anno.
Vengono privilegiate solitamente le richieste delle vittime di tratta e grave sfruttamento, ma nell’ultimo periodo sono aumentati i casi di migranti con altre difficoltà : donne sole, in stato di gravidanza, nuclei con minori in difficoltà , persone anziane.
Chi può aderire al progetto?
Non tutti: devono essere persone con regolare permesso di soggiorno ed essere cittadini non comunitari.
Dalla segnalazione alla partenza possono passare da 3 a 4 settimane, il tutto viene predisposto in modo efficiente e rapido.
Chi parte deve consegnare il permesso di soggiorno, ma nessuno vieterà loro di scegliere, anche in un prossimo futuro, di rientrare in Italia per vivere e lavorare.
Si tratta di un programma che andrebbe esaminato con attenzione anche dallo Stato italiano, in modo da predisporre magari altre variabili in grado di permettere un sereno rientro all’immigrato rimasto magari senza lavoro e che manifestasse questa intenzione.
Nella speranza che il problema immigrazione venga sempre più percepito in termini di integrazione e non solo di sicurezza.
I progetti europei parlano altre lingue rispetto a quelle cui ci hanno abituato in Italia certe dissennate politiche di respingimenti in mare (per poi subire condanne internazionali per violazione delle Convenzioni da noi peraltro firmate) o certi accoglimenti senza filtri dai paesi dell’est ( come il caso di un milione di romeni).
Contraddizioni tipiche di chi non ha un progetto e una strategia nella gestione del fenomeno immigrazione.
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