ALMENO 12 SENATORI CINQUESTELLE PRONTI AL DIALOGO CON RENZI
POTREBBERO SOSTENERE UN EVENTUALE GOVERNO GUIDATO DAL SEGRETARIO DEL PD
Una guerra fredda congela il Movimento cinque stelle.
Da una parte gli ortodossi, ostili a ogni intesa. Dall’altra i dissidenti, aperti al dialogo.
In mezzo lo scenario di un governo Renzi, capace di far riesplodere il conflitto.
Perchè a Palazzo Madama una pattuglia di colombe a cinquestelle è pronta a varcare il Rubicone, in nome di una legislatura costituente.
«Renzi – confida il senatore Luis Alberto Orellana – non è un politico vecchio stampo. La sua spinta, adesso, è forte. La osservo e vivo con inquietudine il fatto che non partecipiamo ».
Il confronto è serrato, i contatti con Pd e Sel quotidiani. E proprio i sette senatori vendoliani sono disponibili a offrire ospitalità a chi deciderà di strappare, dando vita a un nuovo gruppo.
Un ponte l’ha costruito il senatore Peppe De Cristofaro (Sel). Non ha voglia di sbilanciarsi, però ammette: «Con alcuni colleghi del M5S parlo spesso. Ragioniamo di politica e del futuro ».
La lista di chi ha voglia di confrontarsi con i nuovi scenari comprende almeno dodici senatori. Per molti la fiducia a un nuovo esecutivo resta un tabù.
Li unisce però la volontà di rimettere in gioco il Movimento, senza chiusure preconcette. I più “esposti” sono Orellana, Lorenzo Battista, Laura Bignami e Monica Casaletto, in rotta con Gianroberto Casaleggio.
Ma l’elenco dei dialoganti è più lungo. E molti hanno una storia “di sinistra”.
C’è Maria Mussini, ospite questa estate della festa dell’Unità , e ci sono i toscani Maurizio Romani e Alessandra Bencini.
Fabrizio Bocchino, Francesco Campanella e Francesco Molinari, vicini alla sinistra e al sindacato.
E ancora, l’ex verde Roberto Cotti, Ivana Simeoni e Bartolomeo Pepe.
Mille sfumature, ma convinti della necessità di sedere al tavolo del confronto.
«Renzi vuole discutere? Benissimo, ci ascolti. Rispetto al nulla di Letta – sostiene Serenella Fucksia – qualsiasi mossa che ci tolga da questo immobilismo è positiva. Spero che il Movimento sia propositivo nei contenuti, senza traccheggiare».
Orellana, fin da marzo sponsor di un «governo per il bene del Paese», resta fiducioso: «Renzi è coraggioso, in prima battuta tendo a dargli fiducia».
Campanella, invece, mette in guardia dai rischi: «Non vedo margini nè dal punto di vista politico, nè della convenienza politica».
Li frena soprattutto l’aritmetica, perchè in un esecutivo Renzi difficilmente risulterebbero determinanti.
Ortodossi e dissidenti, comunque, temono la prima mossa. Resta immobile, ad esempio, il guru Casaleggio.
Informato delle manovre, ha valutato nuove espulsioni. Ma poi ha preferito farsi guidare dai sondaggi: «È meglio che siano loro a lasciare», ha spiegato all’ala dura.
Di certo, il clima resta pesante. «Epurazioni? Non so – ammette Orellana non parlo con Casaleggio. Quando viene, riceve chi vuole…».
L’ex capogruppo Nicola Morra, poi, quasi auspica una resa dei conti: «Il Movimento non è una prigione, porte aperte a chi vuole andarsene. I continui distinguo ci logorano». Anche perchè la linea dei falchi non cambia: «Altro che fiducia a Renzi, l’esperienza di questi mesi ci rafforza nella convinzione che chi governa debba essere mandato a casa».
Tommaso Ciriaco
(da “La Repubblica”)
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