ANDREA PURGATORI: “BASTA IPOCRISIE, TUTTI PAGANO IL RISCATTO E ANCHE CON IL NOSTRO AIUTO”
“SPESSO I SERVIZI STRANIERI SI SONO APPOGGIATI A QUELLI ITALIANI, COME NOI ABBIAMO FATTO CON I TURCHI”… I CASI DI ISRAELE, STATI UNITI E FRANCIA
“Il fatto che sia stato pagato un riscatto per Silvia Romano non mi stupisce affatto. Così fan tutti, non solo l’Italia. Anzi, le dirò di più. Ci sono casi in passato in cui alcuni servizi segreti stranieri ci hanno chiesto aiuto per liberare i propri connazionali e anche in quei casi tutto si è risolto con il pagamento di un riscatto. Parlo anche dei servizi americani, che di solito fanno sapere che sborsare denaro per gli ostaggi non è loro prassi. E invece nei fatti…”.
Andrea Purgatori, giornalista di lungo corso e conduttore di Atlantide su La7, nella sua carriera ha seguito da vicino tanti rapimenti e conseguenti liberazioni. Motivo per cui ha uno sguardo molto concreto e smaliziato sul modus operandi delle intelligence.
Stanno alzando un polverone sul presunto riscatto pagato dai Servizi per la liberazione di Silvia Romano, sia sul pagamento che sul quantum. Polemica giustificata?
No. La mia esperienza mi suggerisce che nel 90 per cento dei casi la liberazione avviene perchè c’è stata in precedenza una trattativa. Alcune volte è il classico schema soldi contro ostaggio, altre invece lo scambio avviene mediante altre partite di giro. Penso a Israele che in tante occasioni ha scambiato i propri militari rapiti con i prigionieri politici palestinesi. Ma è solo un esempio. Alla base di un ostaggio liberato c’è sempre una trattativa a monte.
Si tratta quindi di una pratica comune a tutti i Servizi, non solo quegli italiani?
Certo, è evidente che non siamo gli unici a farlo. Faccio riferimenti precisi. Nel 2004 in Iraq furono sequestrati due francesi. Riuscirono a salvarsi perchè ci fu un intervento decisivo dei nostri servizi per individuarli, e lì fu pagato un riscatto. Così come successe anche a Roy Hallums, un contractor americano preso in ostaggio per quasi un anno. In quel caso gli americani ci chiesero una mano, Hallums fu individuato dai nostri servizi che gli fornirono addirittura dei medicinali fondamentali per la sua salute. Tutto si risolse col pagamento di un riscatto da parte americana: quando la Delta Force statunitense fece il blitz per liberarlo, nel covo non trovò nessuno se non il contractor rapito.
Il deputato di Fratelli d’Italia Edmondo Cirielli ha proposto che per legge siano vietati i riscatti in caso di rapimento di connazionali all’estero per non finanziare i terroristi. Semplice propaganda?
Il problema in Italia non è tanto il lavoro dei servizi, le trattative segrete e i riscatti ma tutto quello che succede quando l’ostaggio torna a casa. E poi a Cirielli dico: quando vengono messe delle taglie per la cattura di terroristi o criminali, i soldi a chi vanno? Alla casalinga di Kirkuk? No, vanno a ad altri criminali o altri terroristi che controllano il territorio in quel momento. Non bisogna essere ipocriti. E poi quando in Italia viene liberato un ostaggio c’è un’altra cosa che mi da fastidio e ritengo inconcepibile.
Quale?
Le polemiche sono sempre più virulente quando l’ostaggio è donna. Sembra incredibile ma è così.
Gli americani la prenderanno male questa joint venture italo-turca?
Gli americani prendono male tutto quello che sfugge al loro controllo. In Somalia del resto non esistono.
(da agenzie)
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