ARCORE, LA FAMIGLIA DI SILVIO BERLUSCONI AVREBBE DECISO DI TRASFORMARE VILLA SAN MARTINO, AD ARCORE, IN UNA SORTA DI MUSEO IN MEMORIA DEL CAV
CI SARÀ UNA FONDAZIONE, CON UN COMITATO SCIENTIFICO FORMATO DA STORICI E AMICI, CHE POTREBBE ESSERE CUSTODITA DA MARTA FASCINA CHE POTRÀ RESTARE A VIVERE LÌ
Storicizzare Berlusconi. Operazione naturale, considerando l’importanza che ha avuto il Cav nella vicenda italiana. E dunque sta maturando l’idea di cui la famiglia e Pier Silvio in particolare hanno già parlato con i vertici, entusiasti, di Forza Italia di creare un parco a tema, una fondazione, un museo, un’istituzione adibita proprio a questo: a tenere viva la memoria di una figura che, al contrario di molti suoi contestatori, nei libri di storia resterà
Come? L’idea, ma la realizzazione ha bisogno di tempo, è di adibire Villa San Martino, ad Arcore, a luogo simbolo visitabile all’inizio per appuntamento e dopo magari con accessi contingentati come un normale museo della storicizzazione di Berlusconi. Ci saranno un comitato scientifico formato da storici: primo nome possibile, quello di Giordano Bruno Guerri e un comitato d’onore, comprendente alcuni membri della famiglia e gli amici più cari, da Gianni Letta a Fedele Confalonieri, e la nuova Fondazione Silvio Berlusconi potrà diventare lo sviluppo, l’ampliamento e il rilancio della Fondazione Luigi Berlusconi, quella in via Senato a Milano, che il Cavaliere volle intitolare a suo padre.
La domenica si andrà in visita al memoriale di Villa San Martino, per guardare tra l’altro gli oltre 20mila dipinti non tutti di valore della Quadreria di Arcore, come la chiamava il Cavaliere? Sì, se il progetto (a cui il mondo berlusconiano tiene moltissimo e nel quale ci sarebbe un ruolo anche per Marta Fascina) va in porto. Ma si andrà al Museo Berlusconi anche per sentire nelle sale la voce del Cavaliere registrata nei suoi discorsi più celebri.
Il pezzo forte dovrebbe essere la ricostruzione del set in cui fu girato nella Villa Belvedere a Macherio, […] il video della discesa in campo nel 94. Ci potrà essere, si tratta solo di recuperarla, la telecamera originale che immortalò uno slogan epocale: «L’Italia è il Paese che amo».
Non mancherà la copia originale del Contratto con gli italiani del 2001, che Berlusconi raccontava di tenere in casa (c’è chi dice al bagno). Per non dire delle librerie in cui vedere i classici a lui carissimi e sfogliare i volumi con i discorsi parlamentari, gli interventi internazionali, le orazioni nelle convention di partito.
Da Azzurra Libertà a Menomalechesilvio c’è, testo e musica del Cav, ma occhio alla chicca: si potranno finalmente ascoltare le canzoni di Trenet e di altri francesi reinterpretati da Berlusconi, compresa Dans mon ile di Henri Salvador che secondo lui era una di quelle che gli riuscivano meglio
E ancora: video, spot, foto,poster elettorali. Non una monumentalizzazione del Cav ma un luogo della memoria dinamico e, nei limiti, accessibile.
(da il Messaggero)
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