ARRESTATO EX ASSESSORE DI SCOPELLITI: COMITATO D’AFFARI PER FAVORIRE IL CLAN MANCUSO NELL’ACCAPARRARSI I FONDI EUROPEI
LE MANI DELLA ‘NDRANGHETA SUI FONDI UE DESTINATI ALLE FAMIGLIE IN DIFFICOLTA’, NOVE ARRESTI IN CALABRIA
Avrebbero dovuto essere destinati alle famiglie in difficoltà , ma grazie all’ex assessore regionale Nazzareno Salerno gran parte dei finanziamenti Ue erogati per il credito sociale in Calabria sono finiti in tasca alla ‘ndrangheta.
Lo hanno scoperto i magistrati della Dda di Catanzaro, coordinata da Nicola Gratteri, che hanno chiesto e ottenuto l’arresto di 9 persone, finite in manette questa mattina all’alba a Vibo Valentia, con l’accusa di minaccia ed estorsione aggravata dal metodo mafioso, corruzione, peculato e abuso d’ufficio
In manette sono finiti Nazzareno Salerno, ex assessore al Lavoro della Giunta regionale di centrodestra guidata da Giuseppe Scopelliti, oggi consigliere di opposizione, il suo storico collaboratore, Claudio Isola, l’ex dirigente regionale, Vincenzo Caserta, l’ex presidente di Calabria Etica, Pasqualino Ruberto, l’imprenditore vibonese Gianfranco Ferrante, il funzionario della sede vibonese di Equitalia Vincenzo Spasari di Nicotera e due uomini considerati espressione del potente clan Mancuso di Limbadi, attivo nel Vibonese.
Secondo quanto emerso dalle indagini del Ros dei Carabinieri e del comando provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, erano tutti parte di un vero e proprio comitato d’affari, costituito per gestire e accaparrarsi i fondi europei destinati al credito sociale gestiti da Calabria Etica, società in house della Regione, all’epoca presieduta da Pasqualino Ruberto.
Creatura dell’assessorato al Lavoro, regno di Salerno, l’agenzia regionale, sulla carta destinata ad aiutare le famiglie disagiate, già qualche anno fa era finita al centro di un’inchiesta, a causa di centinaia di presunte assunzioni clientelari.
A pochi giorni dalle regionali, che vedevano Salerno fra gli aspiranti in corsa per la rielezione, e in prossimità delle amministrative di Lamezia Terme, dove Ruberto correva per la carica di sindaco, Calabria Etica aveva assunto a tempo determinato circa 700 persone, quasi tutte residenti a Lamezia Terme.
Una coincidenza che non è sfuggita agli inquirenti di Catanzaro, che su quei contratti hanno aperto un’inchiesta. Seguendo quella pista, gli uomini del Ros e della Guardia di Finanza, si sarebbero imbattuti in una serie di complesse distrazioni di fondi, regolarmente girati su conti personali e di società private, allocati anche all’estero, per i magistrati riconducibili agli uomini del clan Mancuso.
Movimenti finanziari ricostruiti con minuzia dagli investigatori, che per questo motivo stanno eseguendo anche un decreto di sequestro preventivo di beni del valore di circa 2 milioni di euro.
(da “La Repubblica”)
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