ARRIVA PURE LA CIRCOLARE: “CATEGORICAMENTE VIETATO ESTERNARE CRITICHE ALLA GELMINI”
IN UN ISTITUTO DI CALENZANO VA IN ONDA LA “DESTRA DEI DIVIETI”: LA DIRIGENTE VIETA LA PROTESTA DELLE FAMIGLIE CHE CHIEDONO IL TEMPO PIENO PERCHE’ “DEQUALIFICA IL MINISTRO”….ANCHE I VOLANTINI, GLI STRISCIONI E I GREMBIULI VANNO RIMOSSI…MA LA DESTRA E’ LIBERTA’, NON CENSURA: VOGLIAMO UOMINI LIBERI, NON SERVI IN UNO STATO DI POLIZIA
Tempo di “circolari urgenti” nel mondo scolastico toscano.
Scrive la professoressa Eda Bruni, dirigente scolastica dell’istituto comprensivo di Calenzano (Firenze): “Si comunica a tutti i docenti e al personale di custodia che è categoricamente vietata (“categoricamente vietata” è sottolineato) qualunque esternazione tesa a dequalificare la figura del ministro della pubblica istruzione con volantinaggio, grembiulini appesi alla recinzione così come disegni, striscioni, nastri e quant’altro”.
Segue la raccomandazione a rimuovere le cose sopra descritte e precisa che, in caso “non venga eseguita la disposizione”, si ricorrerà a provvedimenti disciplinari.
Lunedì i bidelli rimuovono i grembili appesi ai cancelli dal Comitato dei genitori che chiede più posti di tempo pieno.
Nell’istituto infatti sono una cinquantina, spiegano le famiglie, i bambini esclusi.
“E’ un grosso problema per i genitori che lavorano” spiega Fabio Dragoni del comitato che ha organizzato la manifestazione: “La nostra è una protesta piccola, pacifica e colorata: ma diamo fastidio. Siccome i posti erano pochi rispetto alle richieste una parte della selezione è avvenuta col sorteggio. C’erano richieste per due classi di tempo pieno in più”.
Esa Bruni, la dirigente che ha firmato la discussa circolare a tutela del ministro, cerca di chiarire: “Per me tutti possono manifestare, io tutelo però i bambini. Il cancello è di competenza della scuola e faccio sempre levare pubblicità e annunci di ripetizioni. Non sto nè con, nè contro il ministro, ma non accetto che si dequalifichi l’immagine della scuola”.
Nella circolare però scrive che “è categoricamente vietata qualunque esternazione tesa a dequalificare la figura del ministro alla pubblica istruzione”.
Sul tempo pieno c’è una discussione in atto in tutto il Paese e qui si pensa a tutelare l’immagine del ministro, di fronte a una protesta pacifica e legittima, minacciando pure sanzioni disciplinari.
A quando l’invocazione all’intervento dei Nocs per liberare il cancello da uno striscione appeso o dei Ris di Parma per analizzare le impronte sui volantini?
La circolare è il frutto di un clima che va al di là della singola dirigente che ha pensato di fare il suo dovere, un clima dove è vietato il dissenso, dove chi critica è “al servizio del nemico”, dove chi rivendica un diritto “ne ha già fin troppi”, dove se lo si manifesta in cinque emerge già la necessità di contestare il reato di radunata sediziosa.
Si sta accreditando un’Italia dei divieti, dei complottisti, degli intercettatori, dei magistrati sovversivi.
Tutto va represso, anche il dissenso in Parlamento, persino all’interno della stessa maggioranza.
Fino a schedare persino i tifosi che vogliano andare allo stadio e devono comprare il biglietto giorni prima, avere la tessera del tifoso, arrivare con grande anticipo al campo, passare indenne i blocchi, farsi palpare il culo dagli addetti alla sicurezza.
Fino a respingere nelle prigioni libiche i profughi stremati in mare, fino a inseguire i vu cumpra sul bagnasciuga, fino a vietare i massaggi cinesi anche a chi se li farebbe fare volentieri.
Questa è la sicurezza per certa destra irrancidita e beona, schizzata e reazionaria: la sicurezza “sul lavoro” e “del posto di lavoro altrui” non ha rilevanza, quella di una casa per le “altrui giovani coppie” o di un futuro sereno “per l’altrui vecchiaia” non gliene frega una mazza.
Vogliono poter uscire la sera tranquilli, salvo poi rimanere a casa a rincoglionirsi con Minzolini.
Le uniche uscite serali concesse sono per cercare una dose di coca o una prestazione sessuale: in quel caso ben vengano spacciatori marocchini e puttane nigeriane.
E il loro mito è la Gelmini: abituati come sono ad altri grembiuli e compassi, non possono che esternare amore per chi ha reintrodotto il grembiule alle elementari.
D’altronde la Gelmini è il campione della loro meritocrazia: quella che si laurea in giurisprudenza a Brescia e poi va a dare l’esame di Stato taroccato a Catanzaro perchè è facile passarlo.
Certi ministri si “dequalificano” da soli, cara dirigente Bruni, non sono necessari altre variabili locali.
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